Lo Yemen, oltre ad essere il paese arabo più povero, sta affrontando la peggiore crisi umanitaria al mondo a causa di una guerra civile che dura da sette anni. Il conflitto, inaspritosi nel 2022, vede contrapporsi le forze del governo ufficiale sostenute dai Sauditi al gruppo di ribelli Houthi.
Guerra civile
Tutto inizia nel 2011 quando, sull’onda della Primavera araba, una rivolta popolare costringe il presidente autoritario Ali Abdullah Saleh a dimettersi in favore del suo vice Abdrabbuh Mansour Hadi. Tuttavia, il nuovo presidente si trova in difficoltà di fronte ai problemi economici e sociali del paese.
Gli Houthi, gruppo armato e movimento politico appartenente alla minoranza sciita zaidita, approfittano della debolezza del presidente. Nel 2014 prendono il controllo della provincia di Saada, mentre l’anno successivo con un colpo di stato occupano la capitale della nazione, Sana’a. Hadi fugge ad Aden, proclamata capitale transitoria, per poi rifugiarsi in Arabia Saudita.
Una “guerra per procura”
Nel 2015 i sauditi iniziano una serie di attacchi aerei in territorio yemenita. La difesa del governo Hadi, il solo ufficialmente riconosciuto, è il pretesto per il loro intervento nel conflitto. In realtà a preoccupare l’Arabia Saudita è la vicinanza tra il clan sciita Houthi e l’Iran: se i ribelli conquistassero tutto lo Yemen, il paese cadrebbe nell’orbita iraniana e con esso lo Stretto di Bab el Mandeb. Punto nevralgico per il commercio del petrolio, è il quarto passaggio naturale per importanza a livello mondiale. I sauditi si alleano con gli Emirati arabi e sono sostenuti da potenze occidentali quali Stati Uniti, Regno Unito e Francia.
A loro volta gli Houthi rispondono agli attacchi con missili balistici e droni. Statunitensi e sauditi accusano l’Iran di aver passato queste armi ai ribelli, in diretta violazione dell’embargo posto dall’ONU. Da ambo le parti gli attacchi sono indiscriminati, vengono colpite aree residenziali, scuole, ospedali. I sauditi sferrano attacchi doppi “double attack”, il primo colpisce il gruppo di ribelli e il secondo quello dei soccorritori.
Crisi umanitaria
Quella dello Yemen è la più grave crisi umanitaria al mondo, l’80% della popolazione, circa 24.1 milioni di persone, ha bisogno di assistenza umanitaria. Con la guerra in Ucraina la situazione è destinata a peggiorare. Secondo un rapporto dell’ONU le ridotte importazioni di grano porteranno più di 160 000 yemeniti a soffrire la fame, in condizioni di carestia.
A fine 2021, il conflitto in Yemen avrebbe causato più di 377 000 vittime, il 60% sarebbe morto a causa della malnutrizione, mancanza di cure mediche e acqua potabile.
Più di 10 200 bambini sono stati uccisi o feriti dalla guerra.
Perché non se ne parla
Entrambe le parti sono state accusate di crimini di guerra da parte delle Nazioni Unite. Tuttavia, da ottobre 2021 l’ONU ha smesso di indagare sotto la pressione di Arabia Saudita, Stati Uniti e Inghilterra.
“È stato un messaggio molto pericoloso per le parti in conflitto, non saranno considerate responsabili delle loro azioni, possono continuare con le loro violazioni sul territorio, resteranno impunite” dice una responsabile di Mwatana for Human rights, ONG yemenita con base a Sana’a.
Il primo aprile 2022 si è giunti a una tregua di due mesi, mediata dalle Nazioni Unite; tuttavia, la fine del conflitto sembra lontana. E il prezzo più caro di questo scontro di interessi, potere, soldi tra fazioni viene sempre pagato dai civili.