Hernan Diaz, finalista premio Pulitzer per la narrativa nel 2018, torna in libreria il 14 giugno con Trust, un romanzo raffinato e ben costruito, portando con sé una straordinaria ventata di novità.
UN GIOCO DI SPECCHI
America, anni 20’. New York traboccava dello sfacciato ottimismo di coloro che credono di aver corso più veloci del futuro. Benjamin Rask, magnate americano dall’indole solitaria, decide di iniziare a giocare in Borsa e diventa milionario dopo le speculazioni seguite dalla crisi del ’29. All’apice del successo il suo destino si incrocia con quello di Helen Brevoort, donna riservata ed estremamente colta. I due si sposano nel salotto del loro primo incontro, creando un legame silenzioso ed equilibrato.
“Avendo fin dalla nascita goduto quasi di ogni vantaggio, uno dei pochi privilegi negati a Benjamin Rask fu quello di un’ascesa eroica.”
Ma, mentre il personaggio invecchia insieme alla moglie, e una misteriosa sorte si abbatte sulla figura di Helen, Diaz cambia registro.
Dal romanzo sulla vita di Benjamin Rask si ramifica l’autobiografia del ricco finanziere Andrew Bowel, contrariato per il ritratto che gli è stato dipinto in una prospettiva da lui non approvata. Promette verità, finalmente, sulla vita che è stata raccontata, filtrata dallo sguardo di uno scrittore falso e da un romanzo ipocrita. Verità sulla sua vita e sulla memoria della moglie, distrutta da una valanga di menzogne.
Inizia così a incastrarsi il primo tassello di un puzzle complesso. Da un incipit che sembra ricalcare lo stampo del classico romanzo americano, dove la storia della fortuna dell’uomo coincide con quella dell’America- un po’ Francis Scott Fitzgerald, un po’ Henry James– si dipana la trama di un vero e proprio romanzo di inchiesta.
Con la conclusione di un’autobiografia dettagliata, fatta di paragrafi da completare e particolari da aggiungere, Diaz passa la penna a un terzo personaggio. Si tratta di Ida Partenza, scrittrice settantenne che ricorda l’incontro con Andrew Bowel, di cui ha battuto a macchina la sua autobiografia. È la voce di una moderna ghost writer che ripercorre l’incontro con Bowel, intrecciando le proprie impressioni con l’immagine pubblica. D’ora in avanti sarà un rimbalzo continuo di suggestioni, frasi, aneddoti tra le diverse sezioni del romanzo.
Un fantastico gioco metaletterario che, con astuzia e ingegno, capovolge il concetto di verità. La verità è connessa al punto di vista e la narrazione deforma i fatti.
La scrittura costruisce la realtà e non si limita solo a riprodurla. Il ruolo di Ida Partenza è chiaro: sarà lei a narrare della fortuna di Bowel. Scolpire il mondo, modellare il presente. Piegare e allineare la realtà.
Poi ancora un altro passaggio di testimone e cambio di genere letterario: tocca ai pensieri di Mildren, moglie di Bowel. Così un altro tassello si aggiunge per ricomporre il puzzle che Diaz con Trust ha abilmente costruito. Sarà, finalmente, questa la vera versione dei fatti? O anche quest’ultimo è un fine e accurato stratagemma per coprire la verità e salvaguardare il pudore?
SULLA VERITÀ E SUL DECORO
Con la messa in discussione del punto di vista vacillano i principi morali cardine della cultura americana: successo, denaro, fama e legami coniugali. Ma in fondo il lettore è obbligato fin da subito a fidarsi, partendo dalla lettura della copertina.
Trust: fidati, quello che leggerai sarà la verità, a tratti piegata e manipolata, ma la verità.