Che questo sia un governo che riceve continuamente critiche, giuste o no non sta a me dirlo, è ormai cosa nota a tutti. Da quando il Paese ha un governo sulla carta stabile l’Italia si è divisa nettamente in due parti: chi ama questo governo e chi, invece, lo odia. Ma ciò che più preme, e che ancora purtroppo non ha avuto lo spazio che merita, sono le proteste studentesche, che racchiude dentro sé gli haters del governo giallo-verde. Gli studenti tornano in piazza senza paura, come nei lontani anni ’70. Cortei, dibattiti, incontri culturali e occupazioni: queste le azioni che gli studenti compiono contro un governo che secondo loro ignora i problemi. Ma quali sono le motivazioni che spingono gli studenti in piazza? Andiamo con ordine. a) Costi troppo elevati dei percorsi di studio. b) Lo sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro (vale a dire quando uno studente non segue un percorso lavorativo formativo per la scuola che frequenta). c) Una didattica troppo formale fine a sé stessa. d) Denuncia della mancata sicurezza nelle scuole (al Politecnico di Milano crolla una parte di soffitto in seguito alle violente piogge o, ancora, a Napoli crolla una lampada al neon vicino ad uno studente che, a quanto pare, si salvato per miracolo). e) Diritto allo studio poco inclusivo e inefficiente.
- Le proteste e il dialogo
Lo scorso 12 ottobre gli studenti sono scesi in varie piazze d’Italia per la prima volta con conseguenti disagi per le città. A Torino il gesto più eclatante: fantocci di Di Maio e Salvini bruciati. Un gesto forte, un pugno nello stomaco ai Ministri giallo-verde. Martedì 6 Novembre l’associazione studentesca “Rete studenti”, che si occupa dei diritti degli studenti, ha incontrato il Ministro dell’istruzione Bussetti in occasione del Forum nazionale degli studenti.
“Da parte del Ministro abbiamo ottenuto una complessiva disponibilità al dialogo ma nessuna risposta concreta” scrive l’associazione. In definitiva, la soluzione del Ministro sarebbe quella di utilizzare meglio i fondi già stanziati senza aggiungerne altri. Soluzione che non va incontro alle richieste degli studenti che, confermando quanto già detto, scenderanno nuovamente in piazza sia il 10 Novembre a Roma, sia il 16 Novembre in tutte le piazze d’Italia.
Si prospetta, dunque, un Autunno caldo.
Federico Napoli