venerdì, 20 Dicembre 2024

Storie di consenso rubato: la testimonianza di G.

È una giornata come le altre, ma nei meandri della piattaforma social Telegram vengono inviate anche oggi, come ieri, come domani, decine e decine di foto di ragazze nude, riprese senza il loro consenso, alcune addirittura minorenni e ignare di ciò che sta accadendo dietro le loro spalle. Ci sono gruppi nati per questo, per il solo scopo di oggettivare il corpo femminile tramite commenti denigranti e disgustosi. Come se le foto di giovani ragazze da loro inviate fossero figurine da scambiarsi, esseri inanimati e privi di emozioni: vengono chiamate “buchi”, “cagne”, “troie”. Tutto fuorché donne.

Screen all’interno dei gruppi

I gruppi che sono stati trovati portano il nome di “Stupro Tua Sorella” e “La Bibbia”, in totale più di 100.000 iscritti, ragazzi che potrebbero essere i vostri fidanzati, i vostri amici, persone di cui vi fidate, qui raggruppati per inviarsi tra loro foto senza il consenso di chi vi è ritratto.

Ma se pensavate che questo tunnel dell’orrore potesse finire qui vi sbagliate; infatti si trovano anche messaggi che istigano allo stupro e alla pedo pornografia, padri di famiglia che postano video delle loro figlie minorenni, altri utenti che chiedono esplicitamente video di bambine, senza alcun ritegno e senza un minimo esame di coscienza.

Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità

Simone de Beauvoir

Oltre a questi gruppi telegram, di cui si è parlato molto nell’articolo indagine di Wired Italia, oggi riportiamo la testimonianza di G., una diciannovenne che da un giorno all’altro si è ritrovata protagonista dell’incubo: le sue foto, normalissime, in cui compare vestita ma leggermente scollata o in costume sono ora alla mercé di tutti i pervertiti del forum del sito “Phica.net”. L’uomo che ha postato le foto non si è ovviamente premurato di chiedere il suo permesso, o di censurare il suo viso (ben riconoscibile). Come ha scoperto tutto ciò? Su twitter, G ha un profilo privato, pochi followers da lei conosciuti, eppure qualcuno di loro ha deciso che quelle foto appartenevano più a lui che a lei stessa, tanto da salvarle e diffonderle dove egli credeva opportuno.

La testimonianza di G.

Questa è la testimonianza di una ragazza che come tante ha una storia da raccontare, una storia che fa capire quanto non siamo protetti, quanto i social non ci tutelano nemmeno dietro un “profilo privato”.

G: “Io prima di questo caso personale ho sempre sempre pensato ci sia poca regolamentazione per quanto riguarda questi siti, e purtroppo anche prendendo delle precauzioni (inviare foto a persone fidate oppure farlo solo su chat dove le foto scompaiono, mettere foto su profili ultra privati con gente selezionata) a quanto pare non funzionano.

Per fortuna non sono finita su un sito pornografico ma su un forum per cui la situazione è leggermente meno grave, ma resta grave. Più di duecento persone hanno visto la mia faccia, sanno il mio nome, l’iniziale del mio cognome e da dove vengo. A parte l’essere schifata dall’uso che possono aver fatto delle foto sono abbastanza preoccupata del fatto che potrebbe aver raggiunto dei malati.

Io non ne so niente di informatica, non sono nemmeno brava ma ci sono modi per risalire ai profili, basta capirne qualcosa e si può. E se la soluzione non è tutelarsi e prendere precauzioni la cosa più grave per me è che i siti siano così permissivi, ci siano così pochi controlli, l’ho sempre pensato e per me adesso sembra ancora più assurdo visto che ci sono finita dentro. Per fortuna non sono nudi integrali ma delle semplici foto in costume o vestita, molte anche in cui si vede chiaramente la mia faccia, è quello che mi preoccupa.

Comunque avevo già dei problemi personali che mi hanno tolto il sonno e stanotte non ho chiuso occhio, ci sono molte persone che mi sostengono ma comunque non è abbastanza. Saprei anche a chi rivolgermi per procedere per vie legali ma comunque ho paura, lo farò a breve ma per ora ho paura che mi possano dire che siccome le foto sono state rimosse non c’è molto da denunciare. Eppure su quel sito ci sono 200mila utenti e 200+ hanno visto le mie foto. Chissà quante ragazze sono lì senza saperlo, io ci sono stata per un mese e ne ero totalmente ignara, mi ha avvisato una mia follower su twitter.

A parte quelli che mi sostengono ci sono state un paio di cose che mi hanno lasciata “interdetta”. Ho disattivato il mio profilo Twitter principale, il mio profilo instagram, cambiato nome e user su telegram poiché era lo stesso di Instagram e avevo paura potessero trovarmi. Ho lasciato il mio profilo secondario di Twitter (quello da cui hanno preso le foto, alcune già cancellate prima che sapessi della storia quindi la persona in questione deve averle salvate sul telefono) per avvertire quante più persone possibili. Molti mi hanno aiutato a fare girare il messaggio, rimanendo comunque tutto fuori dal pubblico per evitare che la persona in questione (sono sicura al 99% che sia lui) si insospettisca troppo.

Molti invece volevano delle ” prove”. Non parlo di chi me le ha chieste per segnalarlo ovviamente, ma di chi non mi credeva, anche se non conoscevano lui. Hanno chiesto delle prove proprio per confermare che non riportassi il falso”

Come abbiamo visto da questa testimonianza, capita persino di non essere prese sul serio, di non essere credute in queste occasioni, o di tentare di minimizzare il fatto. La paura fa da padrona, il coraggio viene a mancare e il senso di colpa per aver pubblicato una semplice foto entra in gioco.

Come è possibile tutelarsi e rimuovere le proprie foto da Google?

Seguendo alcuni step è possibile tutelarsi e controllare che non ci siano immagini indesiderate alla mercé di tutti nella ricerca Google.

  • Innanzitutto Google dà la possibilità di eliminare foto dai risultati di ricerca, anche qualora queste vengano rimosse dal sito originale (può essere Twitter ma anche un sito dove qualcuno ha ripostato una o più vostre foto).

Ecco cosa occorre fare:

Procedura
  • Il link per la rimozione della foto è questo: https://google.com/webmasters/tools/removals?pli=1
  • Da qui, inserite il link della foto (copiandolo direttamente dalle ricerche di google immagini) e Google processerà la vostra richiesta. È importante ricordare che ciò è possibile solo per foto non più presenti sui siti originali. Ovviamente per cercare le vostre vecchie foto vi basta scrivere su Google immagini “vostrousername twitter/instagram/facebook”, o se volete fare una ricerca più mirata aggiungere possibili didascalie che avete usato per quelle foto.
  • Un’altra cosa più lunga e macchinosa che potete fare con le vostre foto è una ricerca inversa sempre tramite Google. Caricando una vostra foto potete cercare foto uguali o simili su internet e vedere dove son state caricate, ecco il link: https://support.google.com/websearch/answer/1325808?co=GENIE.Platform%3DAndroid&hl=en

Ovviamente il problema non è nostro, non siamo noi donne a dover smettere di pubblicare foto sentendoci in colpa, sentendoci sporche dopo aver semplicemente postato sui social un ritratto del nostro sorriso o della nostra vacanza al mare, in costume. Purtroppo siamo circondati da una società maschio-centrica, dove (cito Graziella Priulla in “Parole Tossiche”) il coso è quello che sfonda, e la cosa è quella che accoglie. Dove l’organo genitale maschile è sinonimo di potere, di permesso, di consenso, e l’organo genitale femminile è quello che è semplicemente a disposizione.

Ricordiamo sempre che il rispetto per l’altro è fondamentale, e soprattutto, un appello agli uomini, ricordatevi sempre che un giorno vostra madre, le vostre sorelle, le vostre fidanzate potrebbero essere le vittime di questo “gioco” di potere. Tuteliamoci l’un l’altro.

Benedetta Mancini
Benedetta Mancini
Studentessa di lettere moderne che ora è passata al mondo della comunicazione, fan della cultura in tutte le sue forme...il mio guilty pleasure è quella pop. Tratti salienti: un po’ troppo amante delle virgole.

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