Se l’acqua è più sicura della terra: i migranti iniziano a partire.
Ai cittadini del 2000 è nota un’immagine fissa che ha assunto una quotidianità anche nell’opinione pubblica e nelle coscienze comuni. Al di là del ridondante suono che ricostruisce i lineamenti di una barca nel caro mare nostrum, è il momento di superare constatazioni ferme e ripetitive che nutrono l’inconscio collettivo. La questione dei migranti richiede insistentemente di essere ripercorsa anatomicamente e da una prospettiva totalmente oggettiva riguardo la figura umana: un’immagine nuova ai cittadini del prossimo decennio breve.
ONG O CONVENZIONI INTERNAZIONALI?
La questione necessita un’analisi totalmente oggettiva e non generalizzante, che richiede anche l’ausilio di convenzioni vigenti e norme internazionali in cambiamento. Al di là di note affermazioni quali “chiusura, apertura, non riconoscimento dei porti” la vicenda così attuale e così in tensione dialettica richiede dei riferimenti. Tra i maggiori riferimenti è necessario rendere evidente: La Convenzione di Amburgo del 1979 e le norme sul soccorso marittimo, che richiedono una lettura approfondita. Entrambe hanno un’unica previsione: gli sbarchi devono avvenire nel minor tempo possibile e nel primo porto definito sicuro sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani, motivo emergente per cui la maggior parte delle ONG effettuano il trasporto in Italia delle persone soccorse nel tratto di mare tra Libia e Italia. Il comune denominatore di queste norme in realtà non è una novità nel movimento internazionale, ma si aggiungono altri fattori che vanno a modificarlo e rendere il filo della tensione molto più fragile e complesso.
LE CONVENZIONI IN MOVIMENTO
Fondamentale è la considerazione del Testo unico sull’immigrazione, in particolare riguardo l’Articolo 10: introduce la possibilità di respingimenti nell’eventualità in cui le persone non sono nelle condizioni di essere accolte, specificando poi, però che il respingimento non può avvenire «nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l’asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato ovvero l’adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari». Quindi questo articolo rimane coerente e segue il filo conduttore delle precedenti norme riferite. La rilevante tensione che va a toccare il filo appena costruito, avviene il 27 novembre, quando la camera ha approvato il ddl 840/2018, il cosiddetto decreto sicurezza e immigrazione nella versione in cui era stato modificato e approvato dal senato il 7 novembre con 396 voti a favore. Il suono ridondante del Testo unico sull’immigrazione va a modificarsi perchè il primo articolo del decreto contiene nuove disposizioni in materia della concessione dell’asilo, prevedendo di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari prima prevista.
IL GIUDICE DINANZI ALLO STRANIERO
L’immenso fenomeno storico che sta considerando tutta l’Europa, però, se deve essere percorso anatomicamente e se richiede di cambiare l’immagine fissa che si presenta dinanzi alla questione, al di là delle norme necessita anche un’analisi di coloro che sono soggetti protagonisti e rivestono sempre e comunque la veste di figura umana: le persone sulle navi. Se queste persone viaggiano su traffici illeciti o operazioni di salvataggio (che richiederebbero ben più ampia argomentazione) rimane la certezza di dover constatare come la persona umana vive la condizione e se la tutela della sua figura possa richiedere dei limiti. Perciò, come suggeriscono le note del corso della Scuola superiore di magistratura di Firenze nella relazione“Il giudice di fronte allo straniero” rimane difficile individuare una forma di equilibrio che possa crearsi tra la constatazione soggettiva della persona in condizioni disastrose all’arrivo nei porti e la constatazione oggettiva delle norme internazionali sul riequilibrio di distribuzione. Come è possibile il bilanciamento tra la tutela della persona umana e il mantenimento dell’equilibrio internazionale e interno?
QUALCUNO HA CONOSCIUTO I SOGGETTI DELLE NORME
Le stelle di Lampedusa non è soltanto il libro pubblicato dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo, ma un comune riflesso di una visione nuda, da vicino, nuda perché dinanzi a una persona nella sua totalità, senza, per un momento, l’intervento esterno di ciò che la convenzione o il divieto generano successivamente. Il medico ha guardato la persona in sé che aveva bisogno di cure, che vestiva fortemente le ustioni da gommone, come da lui vengono definite e, le incisive ed impressionanti violenze da tempo addosso e influenti anche in uno status psicologico. In aggiunta anche alla insistente testimonianza di precedenti tentativi di individuare una forma di vita, non la ricorrente affermazione forma di vita migliore, ma proprio una forma di vita in sè, per cui “nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra” come ritiene la scrittrice keniota Warsan Shire e ha ripetuto il comandante e capo missione equipaggi di Open Arms Riccardo Gatti in un’intervista di Fabio Fazio.
SE ESISTONO CONSEGUENZE
Secondo un’indagine eseguita dallo SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, sono in aumento le segnalazioni di casi di disagio mentale che si manifestano successivamente, dopo il viaggio estenuante e con il carico di torture precedenti che spesso non emergono esplicitamente, ma solo attraverso dei sintomi esterni. Fenomenologie presenti soprattutto successivamente nei centri di accoglienza, per cui il quadro sintomatologico più frequentemente riscontrato è prevalentemente caratterizzato da intrusioni diurne e notturne(ricordi e incubi angoscianti del trauma subito) con associate reazioni emotive e fisiche, disturbi del sonno, della memoria, dell’attenzione e della concentrazione. Sin da questo primissimo momento di contatto tra il migrante forzato e la struttura di accoglienza è necessario individuarli, mentre il medico che prende in cura le persone all’arrivo interviene su le conseguenze fisiche, così il centro di accoglienza, e non solo, interviene in tutt’altre esigenze.
LA MECCANICA DELLE REAZIONI UMANE
Queste conseguenze sono note e quasi immediate a chi visiona tutto il fenomeno, così immediate da rischiare di diventare automatiche e di reazione meccanica. E’ necessario quindi mantenere accesa e viva la reale consapevolezza di quali sono le condizioni effettive e di quale peso continuano ad essere portatori. Non sono casuali le insistenti inchieste di Amnesty International sulle forti condizioni dei rifugiati e migranti nei centri di detenzione in Libia, da cui secondo fonti è anche difficile uscirne. Oppure come reagire alla constatazione dell’ampia presentazione di violenze sulla persona, tra cui anche sessuali, inflitte su donne e bambine: è necessario ripeterlo, si tratta anche di tanti e tanti bambini. Così, è quasi di dovere riferirsi al noto medico di Lampedusa Pietro Bartolo, che nella strage del grande naufragio di Lampedusa, avvenuta il 3 ottobre 2013, ha identificato un grandissimo numero di vittime, tra cui impressionanti numeri di bambini: bambini che ricordo erano vestiti decorosamente, quasi per l’arrivo in un nuovo mondo , come risponde il medico a un’intervista proposta a Che tempo che fa.
INTANTO LA COSTITUZIONE
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. (Articolo 2 Costituzione italiana, con risalto alla parola “riconosce” estesa ad alcuna distinzione di razza, condizione sociale ed economica).
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (Articolo 3 Costituzione italiana).
L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. (Articolo 10 Costituzione italiana).
La questione merita di una più ampia argomentazione, ma rimane necessario far emergere le constatazioni provenienti dalla comune certezza della tutela umana, essenza profonda che merita di continuare ad insistere anche nella massima e sempre più esigente applicazione delle norme internazionali ed interne. Con davanti l’immagine di donne, uomini e bambini che non si sono sentiti bambini e non hanno conosciuto l’infanzia con il viaggio solitario.
Al di là dell’immagine fissa, l’immagine della persona nuda, nuda perché spogliata di norme, conflitti e convenzioni: la persona umana ritrovata.
Francesca Vannini
Fonti riferite a:
Testo unico sull’immigrazione
Norme internazionali della Guardia Costiera tra cui La convenzione di Amburgo del 1979
Testo di approvazione Decreto sicurezza e immigrazione
Intervista Fabio Fazio al medico di Lampedusa Pietro Bartolo
Inchiesta Amnesty International su centri di detenzione della Libia