Rupi Kaur è poetessa, illustratrice e scrittrice.
È di origine indiana, immigra in Canada da bambina e si stabilisce a Toronto. La sua iniziazione avviene tramite Milk and Honey, antologia pubblicata il 4 novembre 2014. La raccolta, suddivisa in quattro parti, ha un tema diverso a sezione. Milk and Honey, tradotto in 42 paesi, è stato fra i best seller del New York Times per oltre 100 settimane consecutive.
Nominata poetessa del decennio da New Republic, diviene un fenomeno letterario odierno.
L’esordio
È grazie alla madre se, dalla più tenera età, si avvicina alla poesia e al dipingere. Appena trasferitasi, la difficoltà a parlare inglese la porta a elaborare un altro linguaggio.
Ed è in uno stile minimalista ed emotivo che l’autrice scioglie una lettura scorrevole. Ai versi sono affiancate illustrazioni, figurative di stati d’animo poetici. Ecco che Rupi Kaur, in una trasfigurazione duplice, condensa un’universalità.
Il tema del corpo
L’abuso, le mestruazioni, il dolore, la depressione, la cura di sé.
L’autrice ha sovente affrontato i temi del consenso e sfidato i tabù sociali. Nel 2015, in occasione di un progetto scolastico, Rupi Kaur pubblica sei scatti riguardanti il ciclo mestruale. In una foto, in particolare, si vedono le macchie di sangue mestruale. La foto, rimossa due volte da Instagram per violazione del protocollo, diventa una lotta mediatica contro la vergogna sociale relativa alla mestruazione. Rupi Kaur sfida esplicitamente la patina convenzionale: “when the photo was removed a second time it became more than a school project, it became a fight”.
La rivoluzione gentile: The sun and her flowers
In The sun and her flowers ci sono molteplici fasi: l’appassire, il cadere, il radicare, il crescere, il fiorire. La progressione segue una rinascita interiore, che avviene mediante l’elevazione letteraria. La “seconda nascita” è un ricongiungersi con il proprio io. Non c’è aggressività, il prendersi cura di sé è una rivoluzione gentile. E nella dolcezza, si rivendica il proprio spazio per fiorire. La scrittrice coglie nei grandi e piccoli dolori l’insieme. In un linguaggio disegnato e scritto sosta una semplicità trasversale.
Rupi Kaur, punto di congiunzione e rottura
L’autrice ha riscontrato rinomato successo, ma parte della controversia è insita proprio in questo. È considerata fautrice di un mainstream poetico che possa accogliere l’interezza. All’accusa di plagio di Nayyirah Waheed (negata da Rupi Kaur), si aggiunge, da una parte dell’audience, il non essere una vera poetessa.
Ma cos’è la “vera poesia”? La scrittrice ha in sé una discussione atemporale, relativa a chi può eleggersi poeta. L’ “Instapoet” è al confine di un binarismo, a metà tra adorazione e presa di distanza. Rupi Kaur è la stella di una letteratura d’immagine e manifesta in sé un punto di congiunzione e rottura.
È o non è poetessa?