Tante belle parole
“Sono solo parole” canterebbe Noemi, ora più che mai calzerebbe a pennello. I programmi elettorali dei partiti in vista delle elezioni del 4 Marzo, visti ai raggi X, sembrano l’epopea degli ideali e dei meravigliosi sogni. Tutto bellissimo, le proposte hanno una musicalità che conquista fin dal primo paragrafo. Ma noi, che siamo un po’ più maliziosi degli altri, non ci caschiamo. Troppo bello, qualcosa non torna.
Proposte o promesse?
No, perchè la politica deve migliorare la situazione con proposte e manovre concrete, efficaci e soprattutto reali. Non importa quanto noiose, lunghe o talvolta impopolari. Se asseriamo che la base del benessere collettivo sia una corretta amministrazione della cosa pubblica, dobbiamo aspettarci che la politica agisca concretamente con i fatti, e non con le parole. I programmi dei partiti politici si presentano come un’accozzaglia di bei propositi ma di scarsa realizzabilità.
I programmi dei sogni
Una ricerca dell’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna ci dice che complessivamente i programmi di tutti i partiti contengono proposte “verificabili” e concrete solo per il 25% del loro contenuto. Questo significa che, su 100 proposte, solo 25 sono soluzioni reali. Il restante 75% può essere considerato un insieme di “affermazioni di principio”, promesse idealistiche e grida di cambiamento. Tutto fumo e niente arrosto per intenderci.
Cosa dice lo studio?
L’Istituto si è servito del “Comparative manifesto project”, un programma di ricerca internazionale nel campo della scienza politica. Non si è fermato ad analizzare la verificabilità delle proposte, ma è andato oltre. Confrontando le proposte, ha delineato l’asse destra-sinistra sulla base delle posizioni dei partiti e sull’importanza data alle diverse questioni (il centro-sinistra si sofferma più su previdenza, riforme istituzionali e diritti sociali, mentre il centro-destra si concentra più su sicurezza e legalità). Curioso il caso del Movimento 5 stelle, che viene collocato esattamente al centro dell’asse date le sue posizioni ambivalenti. Il M5S si dimostra più vicino alla coalizione di centro-destra per quanto riguarda le posizioni sull’Europa, ma più vicino al centro-sinistra per le questioni sociali.
Chi è più concreto?
Il partito fondato da Grillo e Casaleggio si dimostra anche una delle forze politiche con il più alto tasso di irrealizzabilità, insieme a Potere al Popolo e Civica Popolare. Sorprendentemente, il partito con il più alto indice di verificabilità è Casapound. Ma ciò non deve trarre in inganno. Il maggior valore più elevato è dovuto al fatto che il programma è “molto schematico e piuttosto corto” a detta dei ricercatori, e quindi più facile da sottoporre al vaglio degli elettori.
Di cosa parlano i programmi?
Il tema più gettonato dei programmi è il Welfare (circa il 25% del totale) seguito da economia, sicurezza, legalità, riforme istituzionali e lavoro. Europa e ambiente vengono scarsamente trattati in proporzione. L’esigua presenza del tema Europa sembra dipendere dalla coalizione di centro-destra, in cui l’alleanza potrebbe barcollare su un tema in cui i partiti si sono mostrati più volte divisi. Quello che è certo, è che qualunque sia l’argomento, la concretezza è un miraggio. Ogni settore è infarcito di canzoni e slogan elettorali, le proposte reali si devono rintracciare con la lente d’ingrandimento.
Ma il 4 marzo si avvicina
Cosa aspettarsi? Il clima di scarsa credibilità di cui gode il mondo politico, unito a questa campagna delle promesse, è un invito a non votare. Ma non ci si può sottrarre al proprio dovere civico. Occorrerà, da parte di tutti i cittadini, un grande impegno informativo, oltre che civile. Si decide il futuro del Paese, e nonostante la situazione non sia semplice, il voto va dato. Magari ci sorprenderanno, magari il governo non sarà instabile come prevedono i politologi e gli esperti del Diritto. Il 4 marzo incombe per gli elettori, ma la responsabilità più grande è sulle spalle dei partiti. Dovranno convertire la magia delle parole in solide realtà.