Di certo, un cavallo di Troia: Sarà assente l’autore di Gianpaolo Simi, edito per Sellerio, scorre come un’aranciata fresca e colpisce come un pungiglione. 200 pagine che tengono incollate il lettore, che quasi come un voyeur, spia nei recessi dell’editoria e di quei processo, a tratti da noir, che portano un libro a scalare le classifiche per diventare un bestseller. Gianfelice Sperticato, fantozziano autore del classico ”mattone polacco” Lo Scempio, si trova, per una curiosa coincidenza, a dover scrivere una serie di gialli per lo spietato agente letterario Armando Vinciguerra.
Satirici, Cattivi.
Da una parte, Gianfelice Sperticato, squattrinato ricercatore universitario, che ha appena concluso e fallito di promuovere il suo romanzo, Lo Scempio. Fantozziano, un pesce fuor d’acqua, un illuso. Un vero intellettuale che crede nella Letteratura.
Dall’altra, Armando Vinciguerra: direttore editoriale dell’Idra media group che ha un enorme problema: l’autore bestseller, Ferdinando Crudeli, sul quale ha scommesso tutta la sua fortuna. Dopo l’uscita del suo romanzo esordio, Acque Torbide, lo scrittore è morto.
La sfida è presto accettata: Sperticato si impegna a scrivere il cinque romanzi che il defunto Crudeli avrebbe dovuto produrre.
Tell, Don’t Show.
Come si scrive un bestseller? Armando Vinciguerra ha la sua ricetta per il giallo perfetto: dal ritrovamento del cadavere, fino al lessico da usare, passando per la caratterizzazione dei personaggi. Tutto deve essere esplicito, il lettore NON deve faticare, le donne devono essere copulabili , il detective deve essere burbero.
Sperticato inizia a prenderci la mano. Fare da ghostwriter per uno scrittore mediocre gli permette di sbarcare il lunario, di potersi rifare di tutto il suo passato di intellettuale. Il successo arriva, il riconoscimento no. Da ghostwriter, Sperticato si gode i frutti del suo lavoro, ma dietro l’angolo, c’è la coscienza.
Tirare le somme.
Sarà assente l’autore è una trappola mascherata da romanzo: la satira è sempre stata una rete invischiata di miele. Certo, la risata per il pubblico di questo libro è alla portata di mano. Ma l’amaro in bocca, la sensazione che questo breve libro abbia mostrato qualcosa di buio permane, dopo la veloce e scorrevole lettura.
Non solo il massmediale modo di produzione del successo, ma, agli antipodi, la critica all’elite culturale della cosiddetta ”Letteratura Alta” che stronca di netto con l’arma della critica, ma che rimane autoreferenziale.
Sparare a zero (tra le pagine)
Giampaolo Simi fa ridere con la sua capacità di saper indicare il problema, sviscerarlo e poi lasciare al lettore l’amaro di molte domande: è mai possibile che in Italia non ci sia una letteratura di consumo, capace di appassionare tutti gli strati culturali? Che cos’è dopotutto un lettore forte se non un’etichetta? Cosa ne è dei successi editoriali? E forse, un po’ melensamente: cos’è davvero quella magia che sentiamo ogni volta che apriamo le pagine di un libro?