Paris, Texas. Non resta che continuare a camminare.

Paris, Texas, indimenticabile Palma d’oro del 1984, torna a risplendere in occasione del quarantesimo anniversario grazie al recente restauro.

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Paris, Texas, indimenticabile Palma d’oro del 1984, torna a risplendere in occasione del quarantesimo anniversario grazie al recente restauro. Wim Wenders ha presentato il suo straordinario road movie nella splendida cornice di Piazza Maggiore a Bologna in occasione del festival Il cinema ritrovato, evento che ogni estate richiama migliaia di amanti del cinema davanti allo schermo.
Insieme a Il cielo sopra Berlino, la pellicola è considerata il grande capolavoro del regista tedesco, che ha costruito la sua poetica intorno ai vagabondi: Paris, Texas non fa eccezione dal momento che racconta la storia di un uomo che cammina senza requie.

L’immagine simbolo di Paris, Texas. https://www.mymovies.it/film/1984/paristexas/

Vagare nel deserto

Un uomo sporco e assetato vaga in una landa arida. Non ha lo sguardo di chi cerca qualcosa, piuttosto di chi desidera smarrirsi. Nella prima parte del film quell’uomo non dirà una parola. Le aspre, brulle terre del Midwest americano fungono da correlativo oggettivo del suo stato esistenziale: un eterno silenzio e l’orizzonte immobile sono la più potente immagine di un’identità che ha dovuto frantumarsi. L’uomo perde i sensi e qualcuno lo soccorre. Da un documento scopriamo che il suo nome è Travis. Suo fratello arriva in soccorso e cerca di riportarlo alla vita, ma Travis è chiuso nel mutismo e continua a camminare. Nel suo silenzio si intravede un dolore che appartiene solo alla desolazione. Le domande formulate in una tavola calda o nei motel dispersi nel nulla delle highways americane non scalfiscono il suo silenzio. Travis non dice nulla. Suo fratello è esasperato. Gli chiede dove vorrebbe andare. Qualcosa scatta nello sguardo assente dell’uomo. Finalmente rompe il suo silenzio. Paris, Texas. È lì che deve tornare.

L’ Uomo, il Padre

Se Travis si fa strappare via dalla sua ossessiva peregrinazione è solo perché ricorda di avere un figlio. Il bambino sa poco e niente di lui e di sua madre Jane: tutto quello che resta della loro vita insieme è racchiuso in una vecchia pellicola in cui sono incastonati i frammenti di un tempo lontano e spensierato. Quando l’ombra del presente spegne le luci artificiali dei ricordi, l’uomo realizza che deve ritrovare la donna. In questo senso, si può dire che Paris, Texas è intessuto su una narrazione assolutamente archetipica. C’è qualcosa di inspiegabilmente potente in un archetipo perché esso possiede qualcosa di ancestrale a che fare con noi. Wim Wenders lo sa bene e decide di mettere in scena non-luoghi come le autostrade, il deserto e gli incroci di una periferia senza nome perché la loro natura di passaggio impedisce di mettere a fuoco l’identità dell’uomo-personaggio Travis. E questo perché Travis non è un uomo e tantomeno è un personaggio: dopo essere stato il Vagabondo, è ora l’Uomo, il Padre.

Il senso amaro dell’Eerie in Paris, Texas

Sono poche le immagini cinematografiche dotate di una forza tale da renderle indelebili nell’immaginario collettivo. Lo sguardo inquieto di Jane avvolta nel suo maglioncino fucsia è di certo una di queste. Quarant’anni dopo, la potenza della metafora visiva del peep show di Paris, Texas è ancora sconcertante e ineguagliata. Quando Travis riesce a rintracciarla, scopre che Jane lavora in un luogo che offre intrattenimento per adulti. I due sono separati da una vetrina semiriflettente: lui la può vedere, lei no. Jane cerca di invogliare quello che crede un cliente ad aprirsi con lei. Lui non dice nulla. Travis, l’uomo che non vuole parlare, guarda Jane, la donna che sa ascoltare, e non dice una parola.
In un famoso saggio, Mark Fischer ha parlato di un modo dell’immaginario contemporaneo che ha chiamato Eerie: in assenza di migliori definizioni, lo ha descritto come il sentimento suscitato quando è presente qualcosa che dovrebbe essere assente o è assente qualcosa che dovrebbe essere presente. Il primo incontro di Travis e Jane è impregnato di questa dolorosa amarezza perché nella natura del peep show è insito sia il fallimento della presenza che il fallimento dell’assenza.
L’uomo e la donna si guardano, ma non si vedono. Sono insieme, ma non si riuniscono. Si amano, ma non possono dimenticare.

Travis confessa ciò che ha fatto seduto di spalle.https://it.wikipedia.org/wiki/Paris,_Texas#/media/File:Paristexas.JPG

Paris, Texas

Occorrono un paio di visite al peep show prima che Travis permetta a Jane di riconoscerlo. Lei ascolta e non sa che, oltre il vetro che li separa, Travis le dà le spalle. Per poter parlare, chi era muto sceglie adesso di rinunciare allo sguardo: in ogni caso, la comunicazione deve essere monca, parziale e indiretta perché a questo punto l’incontro è impossibile.
Travis questo lo ha capito e adesso lo comprende anche Jane.
Paris, Texas non è un film di espiazione, ma di dolorosa constatazione. Travis non può cambiare perché quando l’assenza e la presenza falliscono non c’è più spazio per la vita ed è solo alla vita che pertiene il cambiamento. Per questa ragione non può che defilarsi in un limbo di passi disorientati che non ha più nulla a che fare il flusso delle cose. Travis sa che Paris, Texas, il luogo in cui è stato concepito e in cui ha comprato un lotto di terra per ricostruire una casa con la sua famiglia, è la dimensione dell’innocenza che appartiene a un passato ormai remoto e all’Uomo escluso dall’Eden, condannato ad un amore e ad una colpa eterni, non resta che continuare a camminare.

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