Dopo la caduta dell’esecutivo Conte, Mario Draghi è stato convocato ieri a mezzogiorno da Sergio Mattarella al Quirinale e dovrà ora cercare una maggioranza in parlamento, tentando di evitare le elezioni anticipate. Ma chi è l’uomo che il Presidente della Repubblica vorrebbe mettere a capo del progetto del Recovery Plan?
Dal MIT al Whatever it takes
Nato a Roma 73 anni fa e rimasto orfano dei genitori a soli 15 anni, Mario Draghi si forma presso l’università La Sapienza di Roma e si specializza al MIT di Boston. È un uomo austero, riservato, che da tempo agli occhi dell’opinione pubblica è diventato “colui che ha salvato l’Europa”, ridando vita al sogno di un’Europa unita. È il 2012 quando Draghi, al tempo presidente della BCE dal 2011, in un periodo storico in cui l’Italia rischiava di seguire a ruota la Grecia nel collasso economico, ed il crollo dell’Eurozona sembrava inevitabile, pose fine alle speculazioni contro la moneta unica con tre semplici parole: whatever it takes.
Whatever it takes perché l’euro, come ha acclamato in un discorso celebre, è per Draghi “un fatto irreversibile, una conquista irrinunciabile per il progetto europeo” che andava assolutamente salvata.
Dopo un lungo e difficile compromesso politico, Mario Draghi ha dato vita a quelle che ora conosciamo come le politiche monetarie non convenzionali e che di fatto non hanno solo salvato l’euro, ma anche il nostro presente ed il nostro futuro. Prima di ereditare questo celebre appellativo Draghi fu direttore generale del ministero del tesoro per ben 10 anni, dove gestì la stagione delle privatizzazioni, e nel 2005 venne chiamato ai vertici della banca d’Italia per sostituire Antonio Fazio.
Una figura di prestigio per l’Italia
Insomma, una figura di altissimo profilo istituzionale ed uno degli economisti più influenti in Europa che oggi è chiamato ad adempiere un incarico oneroso. Ieri al Quirinale, dopo più di un’ora di colloquio con il capo dello Stato, Mario Draghi si è rivolto alla stampa con le seguenti parole:
“Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. È un momento difficile, dobbiamo essere all’altezza – dice l’ex presidente della Bce – vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo la possibilità di operare con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale (…) Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento, espressione della sovranità popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile”.
Alla ricerca della maggioranza
Se Draghi riuscirà a trovare una maggioranza che possa sostenerlo, non appena sarà completata la stesura del programma e si sarà sancita la composizione del governo, si recherà di nuovo presso il Quirinale per accettare formalmente l’incarico offertogli dal Presidente della Repubblica e sottoporre a quest’ultimo la lista dei ministri.
Si spera in un esito positivo e in un nuovo governo fatto più di fatti che di parole. L’Italia ha quanto mai bisogno in questo momento di un Governo funzionante per affrontare le grandi sfide del rilancio economico e del piano vaccinazioni. Vedremo se Mario Draghi, l’uomo che salvò l’euro, riuscirà a salvare l’Italia dalla pandemia.
Fun fact : L’espressione “whatever it takes” fa parte dal 2020 dell’Enciclopedia Treccani proprio per onorare il ruolo dell’ex presidente della BCE.
Cristina De Sanctis
Massimiliano Garavalli