venerdì, 20 Dicembre 2024

Luisa Spagnoli: il coraggio dell’azzardo

Lavoratrice instancabile, madre premurosa, imprenditrice di successo, bellezza elegante da tutti ammirata: questi sono solo alcuni dei mille volti di Luisa Spagnoli.

Una donna che ha avuto il coraggio di fare scelte azzardate, pur non sapendo se queste l’avrebbero condotta al successo o alla bancarotta. Ha accettato di rischiare anche quando i suoi cari le dicevano di fermarsi, di accontentarsi di quello che aveva e di “non tirare troppo la corda”.

Eppure, nonostante tanti le remassero contro, ha scelto di credere nelle proprie idee (quasi tutte geniali), costruendo un vero e proprio impero per se stessa e per la propria famiglia. Attraverso la sua dedizione e voglia di migliorarsi, ha ispirato centinaia di donne a fare lo stesso, emancipandosi grazie al lavoro, che lei aveva donato loro.

L’eco della sua storia riecheggia nelle insegne dei negozi, che oggi portano il suo nome. 

Note biografiche:

Luisa Sargentini (Spagnoli) nasce a Perugia nel 1877 da una famiglia di umile origine. Il padre, Pasquale Sargentini, era un pescivendolo; la madre, Maria Conti, una casalinga.

Le notizie riguardanti la sua infanzia sono pressoché nulle: un grosso buco temporale che va dal giorno dalla sua nascita a quello del suo matrimonio.

Nel 1899 sposa Annibale Spagnoli, suonatore di bombardino di Assisi, da cui avrà tre figli, che le resteranno vicini per tutta la vita

Il personaggio di Luisa ispirerà la mini-serie, co-prodotta da Rai Fiction, del regista Lodovico Gasparini. Suddivisa in due puntate, la serie racconta la storia dell’esuberante imprenditrice, impersonata dall’attrice Luisa Ranieri. 

A sinistra l’imprenditrice Luisa Spagnoli. A destra l’attrice Luisa Ranieri, nei panni dell’omonima.
A sinistra l’imprenditrice Luisa Spagnoli. A destra l’attrice Luisa Ranieri, nei panni dell’omonima. Crediti: Fanpage

I primi passi nell’imprenditoria:

Nonostante l’arrivo dei figli Mario (1900) e Armando (1901), Luisa volle arrischiare i capitali della famiglia comprando una drogheria a Perugia.

Pur non avendo esperienza nell’ambito dolciario, con l’aiuto di un operaio esperto, iniziò a preparare confetti, migliorando di giorno in giorno le sue ricette.

Annibale decise di seguire l’esempio della moglie, facendo pratica con i macchinari. Gli affari iniziarono ad andare bene; gli Spagnoli ad assumere personale.

La loro dedizione, tuttavia, non bastò a salvarli dai debiti crescenti, che li costrinsero a chiedere un prestito per continuare la propria attività.

Le difficoltà non fermarono certamente il temperamento di Luisa, che convinse il marito a entrare in attività con altri tre industriali (tra cui Francesco Buitoni), dando vita alla Società Perugina.

La donna divenne caporeparto della produzione e, sebbene questo facesse sorridere bigotti e benpensanti, presto le si dovettero riconoscere i meriti del proprio lavoro.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, infatti, fu lei a gestire interamente la fabbrica, raddoppiandone il fatturato.

A risollevare i conti dell’azienda dopo una breve fase di crisi interna, si deve il merito anche a Giovanni Buitoni, con il quale Luisa ebbe un’intensa storia d’amore. 

La storia del Bacio Perugina

Nel 1922 Luisa, presa dalle sue numerose sperimentazioni, diede vita ad un cioccolatino simile ad un pugno chiuso, che chiamò Cazzotto. Giovanni Buitoni, entusiasta dell’idea ma inorridito dal nome, lo rinominò Bacio.

In seguito si scelse di inserire, all’interno della carta, anche dei bigliettini contenenti frasi d’amore. L’idea fu un successo e ben presto scalzò la concorrenza italiana, acquistando un posto speciale nel cuore dei consumatori. 

Sempre dalle idee della Spagnoli, nasce anche la caramella Rossana e il cioccolatino Banana.

Foto di alcuni Baci Perugina. Crediti: Shutterstock | Giorgia Basso

Come le notizie della sua infanzia, anche quelle riguardanti la relazione fra Luisa e Giovanni sono (volutamente) frammentarie.

I due decisero di mantenere una relazione amorosa discreta, dal momento che Luisa era ancora sposata con Annibale.

Il tradimento della donna, la differenza di età tra i due e la diversa origine sociale, avrebbero scatenato dicerie e disappunto.

Ragion per cui, l’amore tra i due fu sempre tenuto segreto e confidato soltanto ai familiari e ad alcuni dipendenti fidati della Perugina.

Probabilmente la separazione tra Annibale e Luisa sarebbe avvenuta anche senza Giovanni. Il loro rapporto amoroso, consumato da anni di estenuante lavoro, era ormai irrecuperabile; la passione spenta.

Tuttavia è innegabile il profondo rispetto che Annibale nutriva nei confronti della moglie.

Luisa era una donna che si faceva amare facilmente, grazie al suo carisma e al coraggio che instillava agli altri. Anche Giovanni le sarà sempre devoto, nonostante la malattia della donna.

A questo proposito a Parigi i due tentarono un’ultima operazione contro il tumore alla gola di Luisa. Ma l’operazione non andrà a buon fine e la donna si spegnerà nel 1935, sotto gli occhi di Giovanni.

L’Angora Spagnoli:

Un’altra impresa che nasce da un’intuizione vincente di Luisa è l’Angora Spagnoli. Inizia ad allevare, in larga scala, un tipo particolare di coniglio europeo, da cui ricava la cosiddetta lana d’angora.

Il dato sorprendente è che gli animali non venivano tosati o uccisi; ma semplicemente pettinati.

Tuttavia questo è solo l’inizio per l’azienda che vedrà il periodo più prospero soltanto dopo la morte di Luisa e sotto la guida del figlio Mario.

Egli, per onorare la memoria della madre, cambiò il nome dell’azienda in Luisa Spagnoli (nome che tuttora mantiene).

Oggi la casa di moda Luisa Spagnoli presenta come amministratrice delegata la pronipote di Luisa, Nicoletta Spagnoli.

Grazie a lei l’azienda vede crescere in modo sorprendente il proprio fatturato, arrivando ad una cifra di 130 milioni nel 2019.

Conclusione:

Luisa fu molto ammirata dalle donne del tempo perché gli dimostrò di poter elevarsi socialmente attraverso la fatica e il duro lavoro. Fu molto stimata anche dagli uomini poiché dimostrò una grande capacità di fare impresa, attraverso idee sempre innovative.

Conquistò, inoltre, la fiducia dei suoi colleghi attraverso gite aziendali, partite di calcio, feste e doni alle famiglie bisognose (tra cui anche alcune case).

Riconoscendo la difficoltà per le sue operaie di dover lavorare con a carico dei figli, istituì un asilo nido all’interno della propria azienda (il più avanzato d’Europa nel settore dolciario).

Oltre alla straordinaria capacità imprenditoriale della Spagnoli si può notare, dunque, una profonda umanità e tanta voglia di fare la differenza nelle vite dei più svantaggiati.

Grazie alla sua opera benefica, i suoi dipendenti riuscirono a pagarsi cure e studi, mostrandole sempre un religioso rispetto; lo stesso che lei riservava loro.

Sara Albertini
Sara Albertini
Sara Albertini, marchigiana, classe 1999. Positiva, sognatrice, ostinata; la musica di Einaudi accompagna il flusso dei miei pensieri. Sono laureata in “Culture letterarie europee” presso l’Università di Lettere e Beni Culturali di Bologna e attualmente frequento un master in giornalismo a Bruxelles. Scrivo di costume e società per il blog di Sistema Critico con l’illusione che la scrittura possa migliorare il mondo in cui viviamo.

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