Il presidente della Tanzania John Magufuli è stato rieletto lo scorso ottobre dopo una campagna politica segnata da episodi di repressione ai danni dell’opposizione guidata dall’avvocato Tundu Lissu. Non sono mancate restrizioni ai media e ai contenuti pubblicati online, oltre alle accuse di brogli elettorali. Soprannominato “Bulldozer”, Magufuli ha spesso esternato posizioni controverse nei confronti dell’emergenza Covid-19.
Come si temeva, il fenomeno delle fake news ha travolto la risposta all’emergenza pandemica sin dalle sue prime fasi. Dalle assurdità sui presunti effetti negativi delle mascherine, ai tormentoni naturopati sull’efficacia della vitamina C contro il virus, la pandemia ci ha permesso di toccare con mano il peggio che il web potesse darci. Per giunta, in questo momento a preoccupare è la dilagante disinformazione riguardante il tema dei vaccini.
Tuttavia, questo fenomeno non si limita solo al mondo di internet. Spesso si è assistito a importanti figure politiche prendere posizioni apertamente antiscientifiche. Affermazioni come quelle di Donald Trump che minimizzano l’impatto della Covid-19 e i toni polemici di Bolsonaro hanno contribuito ad esacerbare l’opinione pubblica, degradando il metodo scientifico al rango di una opinione tra le tante.
La (non) risposta della Tanzania alla Covid-19
Il cosiddetto negazionismo della Covid-19 va per la maggiore anche in altre realtà: parliamo della Tanzania, dove le lacune nella gestione della pandemia hanno suscitato critiche anche da parte dell’OMS.
Il paese dell’Africa orientale è uno dei pochi ad aver smesso di fornire le cifre dei nuovi contagi. Fino ad aprile 2020 sono stati registrati 509 casi e 21 decessi, dati che da quel momento non sono più stati aggiornati, rendendo sconosciuta la reale portata della pandemia.
Mentre le misure di prevenzione sono insufficienti e dimostrano la scarsa importanza data all’emergenza, a giugno il presidente Magufuli ha dichiarato il paese covid-free grazie all’intervento divino. Intanto il Prof. Mabula Mchembe, segretario permanente del Ministero della salute tanzaniano, si rifiuta di parlare di Covid-19 riferendosi ai pazienti che presentano sintomi compatibili con la malattia, ma assicura che si trattino di casi di asma, insufficienza renale o ipertensione.
I media tanzaniani temono ripercussioni parlando pubblicamente del virus, dopo che una direttiva di Magufuli ha stabilito che solo i membri del suo governo sono autorizzati a fornire informazioni a riguardo. Un silenzio rotto talvolta dal lutto dei familiari di alcuni cittadini che si sospetta siano morti a causa della malattia.
Tra questi vi è Maalim Seif Sharif Hamad, il vicepresidente di Zanzibar deceduto il 17 febbraio a causa di una polmonite, sebbene i media tanzaniani si guardino bene dal nominare la Covid-19. Pochi giorni fa ha subito la stessa sorte anche lo stesso segretario di Magufuli, John Kijazi, probabilmente deceduto anch’egli a causa del virus. In risposta, il presidente ha ordinato tre giorni di lutto nazionale e preghiera.
La fervente religiosità di the Bulldozer
La Tanzania è un paese molto religioso, in cui è forte l’influenza delle mega-churches evangeliche nella società e nella politica. A riprova di ciò, oltre alle soluzioni “fai da te”, il presidente Magufuli ha dichiarato che pregare è l’unica soluzione per eliminare questo «virus satanico» e ha invitato i suoi connazionali a frequentare le funzioni religiose in chiese e moschee. Il politico tanzaniano è un fervente seguace di T. B. Joshua, uno dei telepredicatori evangelici più seguiti in Africa. Joshua è conosciuto per la sua predicazione scenografica e i presunti esorcismi. In passato aveva sostenuto di aver previsto attentati terroristici e altri eventi tragici. Aveva predetto la fine della pandemia entro marzo 2020, oltre ad aver profetizzato la vittoria di Hillary Clinton alle presidenziali americane del 2016, poi vinte da Trump.
Analogamente a quanto visto in Tanzania, anche in altre parti del mondo alcuni politici hanno scomodato la religione in risposta alla pandemia. Ad esempio, il presidente del Messico Andrés Obrador aveva affidato la protezione contro il coronavirus a delle immagini religiose mostrate in conferenza stampa. Il “Trump messicano” ha poi contratto il virus lo scorso mese, e una volta guarito si è rifiutato di indossare la mascherina. Ricordando episodi simili anche in Italia, è triste constatare che quello dei politici che esternano imbarazzanti dimostrazioni di fede in pubblico sia un fenomeno mondiale.
Ai funerali di Kijazi Magufuli avrebbe dichiarato: «forse abbiamo fatto un torto a Dio in qualche modo». Secondo il presidente, lo scorso anno la Tanzania sarebbe riuscita a sconfiggere il virus attraverso la preghiera. In aggiunta, il presidente ha annunciato il ricovero del ministro della finanza Philip Mpango per ragioni non specificate e ha invitato i cittadini a mantenere la calma.
Magufuli e il test per il Covid-19 su animali e frutta
Il presidente tanzaniano è oggi meglio noto per un singolare episodio che lo vede protagonista. Lo scorso aprile il presidente è comparso sui media internazionali quando ha accusato i test PCR di essere fallaci. Magufuli ha affermato di aver utilizzato il test su una capra, una quaglia e una papaya all’insaputa dei tecnici sanitari, fingendo che i campioni provenissero da umani. Secondo Magufuli, questi avrebbero dato esito positivo, dimostrando l’inefficacia dei test per il coronavirus. In seguito a questa dichiarazione il presidente ha licenziato il capo del laboratorio nazionale.
Magufuli non ha fornito alcuna prova concreta dei suoi bizzarri esperimenti e non ha specificato di quale kit si trattasse e neppure le modalità del procedimento. Ciononostante, canali di disinformazione nostrani come Byoblu e RadioRadio hanno prontamente ripreso la notizia quale prova della supposta falsità dei test PCR e dei numeri di contagi, gonfiati a causa dei falsi positivi.
Inoltre, l’episodio ha ispirato bislacche emulazioni effettuate anche con i test rapidi. Un deputato austriaco lo ha applicato sulla Coca-Cola con esito positivo. In un video del canale Youtube italiano LuogoComune2 si è preferito effettuare lo stesso esperimento su un kiwi. Ovviamente si ignora che i test rapidi sono espressamente indicati per l’utilizzo esclusivo su esseri umani. Per giunta non danno un risultato definitivo, come riporta David Puente su Open, ma rappresentano una diagnosi ausiliaria.
Magufuli come Maduro: i rimedi miracolosi dei presidenti
Così come in Occidente hanno ripreso a circolare notizie di cure miracolose, anche in Africa si sono largamente diffusi rimedi “naturali” e altrettanto infondati. Non sarebbe un fenomeno tanto eclatante, se non fosse che è proprio il Capo di Stato tanzaniano a promuovere tali metodi contro il coronavirus.
Infatti, Magufuli ha prescritto il consumo di bevande allo zenzero, l’inalazione di vapori e altri rimedi “naturali” a base di erbe. È evidente l’ispirazione alla medicina tradizionale che ha un seguito rilevante in molte realtà africane. Secondo il presidente, questi rimedi servirebbero a prevenire il contagio proveniente dai paesi vicini, in quanto la nazione sarebbe già libera dal coronavirus.
Le cure di Magufuli ricordano molto un episodio analogo che recentemente ha coinvolto Nicolas Maduro in Venezuela. Il mese scorso il presidente venezuelano ha annunciato la creazione di un nuovo farmaco antivirale, il Carvativir, ribattezzato dai media le “gocce miracolose di Maduro”. Si tratta di un medicinale di cui si sa poco, così come non sono ancora stati resi noti tutti gli studi che ne attesterebbero l’efficacia. Nonostante ciò Maduro ha assicurato che alcune gocce sotto la lingua sono sufficienti per avere una guarigione completa e secondo il presidente avrebbero un’efficacia del 100%, anche se successivamente si è corretto dicendo che sarebbero solo “complementari” alle altre cure.
I medici venezuelani hanno chiarito che in realtà le gocce sarebbero un estratto di timo usato per terapie omeopatiche. In risposta, Maduro ha parlato di critiche dettate dall’invidia dei suoi oppositori, mentre il presidente dell’Accademia Venezuelana di Medicina, Enrique López Loyo, ha definito le gocce «fumo negli occhi per sviare l’attenzione dall’imperativo dei vaccini».
Il rifiuto dei vaccini
Infine, il presidente Magufuli ha espresso dubbi sull’efficacia dei vaccini, affermando che prima sarebbero dovuti passare al vaglio dei propri esperti. In seguito, il 2 febbraio, la ministra della salute Dorothy Gwajima ha annunciato che la Tanzania non ha intenzione di acquisire vaccini contro la Covid-19. Durante la conferenza stampa Gwajima e i suoi collaboratori hanno bevuto il preparato suggerito da Magufuli a base di zenzero, limone e altri ingredienti.
L’antivaccinismo e la convinzione che il paese sia libero dalla Covid-19 hanno precluso la possibilità di sviluppare un piano vaccinale, lasciando 56 milioni di persone in balia della nuova ondata di contagi. Come riporta The Lancet, nelle liste per la distribuzione dei vaccini pubblicate da CoVax – l’alleanza internazionale per garantire un equo accesso al vaccino – la Tanzania è un grande assente tra i paesi africani.
In una delle sue affermazioni più sconcertanti, Magufuli ha dichiarato: «Dobbiamo resistere. I vaccini sono pericolosi. Se l’uomo bianco ha inventato i vaccini, a quest’ora avrebbe già trovato un vaccino contro l’HIV, la malaria, la tubercolosi, il cancro…».
Un fenomeno preoccupante
Nella delicata congiuntura attuale in cui si sta mettendo in atto la più grande campagna vaccinale della storia, si sta assistendo al riaccendersi di nuova disinformazione e approcci antiscientifici. Spesso i nostri complottisti o “negazionisti” del virus hanno elevato la Tanzania al rango di esempio virtuoso, parlando di un paese libero da un “pensiero unico” che secondo loro limiterebbe le opinioni contro corrente.
Ma in Tanzania succede proprio questo: le voci di dissenso contro l’approccio oscurantista di Magufuli subiscono le minacce e la repressione del governo. Qualsiasi richiesta per ottenere una risposta seria alla Covid-19 viene ignorata, dimostrando che la mentalità magica e antiscientifica può arrivare facilmente ad esercitare il potere politico, come dimostrano il caso della Tanzania ma anche svariati episodi in altri paesi, e può avere un impatto negativo sulle vite di milioni di persone.
L’irresponsabilità di Magufuli lascia allibiti e fortemente speranzosi che la sua costante negazione della realtà possa raggiungere un limite.