venerdì, 20 Dicembre 2024

Le proteste in Bangladesh e la lotta contro il sistema delle quote

Contesto e implicazioni Globali

Le recenti proteste in Bangladesh sono iniziate a metà giugno sotto la guida principalmente degli studenti. Sono scoppiate a causa del sistema delle quote per gli impieghi pubblici riservati ai familiari dei reduci della guerra d’indipendenza dal Pakistan del 1971, un sistema che esiste dal 1972. Fu abolito nel 2018 dopo proteste di massa, ma è stato reintegrato da una sentenza dell’Alta Corte all’inizio di luglio 2024, scatenando le attuali proteste. Tale sentenza assegnava il 30% dei posti pubblici ai familiari dei reduci.

I lavori nel settore pubblico sono ben pagati e sicuri, quindi molto ambiti. Gli studenti credono, però, che il sistema delle quote sia discriminatorio, che dovrebbe seguire criteri di merito.
Questo sistema, inoltre, favorisce i sostenitori della Lega Awami, il partito che ha guidato il movimento indipendentista dal Pakistan e oggi capeggiato da Sheikh Hasina Wazed, prima ministra dal 2009.

Nonostante le proteste, Sheikh Hasina difende il sistema delle quote. Sostiene che i reduci della guerra d’indipendenza meritino rispetto per il sacrificio dei loro antenati, indipendentemente dalle posizioni politiche.

Studenti proteste
Fonte: “Pagine Esteri” (https://pagineesteri.it/)

Il movimento di protesta

Il movimento vede la partecipazione di migliaia di studenti provenienti da tutto il paese. Non sono solo gli studenti dell’Università di Dacca a protestare, ma anche quelli provenienti da altre università in Bangladesh come Chattogram, Comilla, Rajshahi e Sylhet. Alcuni leader del movimento originale del 2018, come quelli del Gono Odhikar Parishad (GOP), sono tornati in prima linea unendosi all’attuale movimento.

“Due to the quota system, talented students cannot launch important jobs where talented people are required, like teaching at primary schools”. Dice Akram Hossain, coordinatore dei movimenti anti-quota del 2018. l movimento del 2018, noto come Bangladesh Quota Reform Movement, era anch’esso guidato da studenti universitari e chiedeva la riforma del sistema delle quote governative. Le proteste di allora riuscirono a ottenere la completa abolizione delle quote, una vittoria significativa per i manifestanti. La differenza principale tra le due ondate di proteste è che quella attuale sembra essere più violenta e diffusa, con una risposta governativa più dura.

L’intensificarsi degli scontri e le reazioni del governo

Negli ultimi giorni il dissenso si è trasformato in veri e propri scontri violenti che hanno coinvolto altre fasce della popolazione a Dacca, Chattogram e a Rangpur. Migliaia di persone hanno partecipato, più di 100 persone sono morte e centinaia sono state ferite negli scontri tra polizia, sostenitori della prima ministra e studenti. I manifestanti hanno preso d’assalto le sedi della televisione pubblica, bloccato le strade e limitato il trasporto pubblico. Anche alcune donne e studentesse universitarie stanno prendendo parte alla protesta. Nonostante le proteste siano nate per contrastare il sistema delle quote, col passare dei giorni si sono allargate ad includere rivendicazioni antigovernative.

La soppressione del dissenso da parte del governo va aumentando, membri dell’opposizione e attivisti per i diritti umani sono stati arrestati, scuole e università sono state chiuse. La prima ministra ha schierato l’esercito, imposto un blocco internet e un coprifuoco. 

Fonte “The Northern Daily Leader” (https://www.northerndailyleader.com.au/)

La figura di Hasina

Il Bangladesh, sotto la guida di Hasina, è diventato una delle economie in più rapida crescita al mondo. Tuttavia, la disoccupazione per i laureati rimane elevata, così come le accuse di corruzione e le diseguaglianze economiche.
La leader risulta essere una figura molto controversa. Da un lato ha sempre combattuto per la democrazia e per la promozione di politiche a favore delle donne, dall’altro la sua lunga permanenza al potere, la repressione dell’opposizione, le violazioni frequenti dei diritti umani e la diffusa corruzione, le hanno causato ripetute accuse di autoritarismo

Hasina Sheik (fonti: “Avanti!”)

Le prime concessioni della Corte Suprema

In seguito all’intensificarsi delle proteste e della violenza, il ministro della giustizia e la prima ministra si sono resi disponibili al dialogo. La Corte Suprema ha sospeso la sentenza dell’Alta Corte, e dovrà pronunciarsi definitivamente sulla questione il 7 agosto. Essa ha recentemente deciso che il 93% dei posti di lavoro verrà assegnato in base al merito, il 7% sarà riservato alle quote dei veterani della guerra d’indipendenza e ad altre minoranze. 

Impatto delle proteste sul Bangladesh

Il blocco delle strade nelle principali città ha paralizzato molte attività economiche, causando interruzioni nella catena di approvvigionamento e influenzando negativamente le esportazioni e le importazioni. L’interruzione di internet e di alcuni servizi ha ulteriormente bloccato le comunicazioni, creando disagi per le aziende e i cittadini​. 

Sfida politica per il governo

A livello politico, queste proteste rappresentano una grande sfida per il governo. Le accuse di uso eccessivo della forza da parte della polizia e le critiche internazionali hanno posto il governo sotto una pressione considerevole. Le richieste degli studenti includono una scusa pubblica da parte del Primo Ministro Sheikh Hasina e la riapertura delle università chiuse a causa delle violenze. Sebbene il governo abbia accettato alcune richieste, la situazione rimane tesa, poiché gli studenti promettono di continuare le loro azioni fino a quando tutte le loro domande non saranno soddisfatte.

Implicazioni nazionali ed internazionali delle proteste

Le recenti proteste in Bangladesh stanno avendo un impatto politico ed economico significativo sia a livello nazionale che internazionale. Queste rivolte potrebbero influenzare la stabilità politica della regione sud-est asiatica, inclusi paesi come l’India e il Myanmar, quest’ultimo responsabile dell’esodo di un gran numero di rifugiati Rohingya accolti in Bangladesh. La situazione potrebbe essere sfruttata da gruppi estremisti, aggravando ulteriormente le tensioni regionali.

Pressioni Internazionali e Relazioni Diplomatiche

Dal punto di vista diplomatico, alcuni paesi occidentali, insieme a organizzazioni internazionali e ONG, potrebbero esercitare pressioni sul governo del Bangladesh per il rispetto dei diritti umani. Questa pressione potrebbe portare a un peggioramento delle relazioni internazionali, specialmente se il governo non risponde adeguatamente alle richieste di trasparenza e giustizia.

Implicazioni Economiche

Il Bangladesh è uno dei principali produttori mondiali di tessuti, e i disordini interni potrebbero rallentare o interrompere la catena di fornitura, influenzando aziende e rivenditori globali. Questo avrebbe un’influenza negativa sui mercati finanziari e sul commercio internazionale, causando gravi perdite economiche per il paese. Le incertezze politiche possono scoraggiare gli investimenti stranieri, ulteriormente compromettendo la crescita economica del Bangladesh.

Industria tessile in Bangladesh (fonte: “Wikipedia”)

Flussi Migratori e Preoccupazioni Regionali

I timori riguardanti gli effetti sui flussi migratori sono giustificati, poiché situazioni di instabilità politica tendono ad aumentare l’emigrazione. Questo crea preoccupazioni nei paesi confinanti, che potrebbero dover affrontare un aumento del numero di rifugiati e migranti.

In conclusione, le proteste in Bangladesh stanno avendo un impatto importante e multifacetico. La crisi attuale potrebbe influenzare la stabilità politica della regione, le relazioni internazionali del Bangladesh e la sua economia, con ripercussioni significative a livello globale. La comunità internazionale dovrà monitorare attentamente la situazione e reagire in modo appropriato per sostenere una risoluzione pacifica e giusta delle proteste.

Irene Pernice
Irene Pernicehttps://www.sistemacritico.it/
Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche sono appassionata di geopolitica, ma mi interesso anche di psicologia e filosofia. Adoro la natura, fare fotografie, viaggiare, leggere e cucinare, non a caso vengo dalla Sicilia.

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