Le collaborazioni musicali nella storia sono innumerevoli: da Iggy Pop e i Måneskin, fino a Bob Dylan e i Grateful Dead, passando per Kanye West e Jay Z e l’improbabile accoppiata Metallica e Lou Reed. Alcune sono passate alla storia, altre era meglio evitarle: vediamo quali.
Il caso Iggy Pop e Måneskin
Nell’ultima settimana si è parlato molto del singolo dei Måneskin che vede il featuring di Iggy Pop. In molti hanno criticato la scelta dell’ex Stooges di collaborare con una band del rock mainstream. Per quanto biasimabile sia la scelta artistica (ricordiamo che Pop ha lavorato con personaggi del calibro di David Bowie ed è stato padre putativo del punk), non va dimenticato che, purtroppo, anche nella musica non si campa di rendita e bisogna tener conto di quanto le scelte commerciali invece permettano di sopravvivere economicamente.
Lo stesso Iggy Pop ha dichiarato di essere al verde e che le sue collaborazioni più commerciali (inclusa quella con i Måneskin) non sono altro che un modo per monetizzare e permettersi di fare altra musica, più dettata dall’esigenza artistica che economica. Se quella tra i Måneskin e l’ex Stooges sarà una collaborazione vincente o meno, sarà il tempo a dirlo. Intanto vediamo cosa è passato alla storia, nel bene e nel male.
Le migliori collaborazioni musicali della storia
È davvero difficile prendere a campione quelle che sono state le migliori collaborazioni della musica finora. Un po’ perché molti generi, volente o nolente, necessitano la collaborazione (si veda il jazz) e un po’ perché spesso si creano veri e propri progetti basati sulla collaborazione. Un esempio su tutti è la figura di Brian Eno, co-autore di innumerevoli dischi: da quelli con Robert Fripp dei King Crimson, fino ai tedeschi Cluster, passando per compositori come Jon Hassell e Harold Budd e idoli new wave come David Byrne.
Quelli che vedremo qui di seguito sono tre esempi di collaborazioni riuscitissime e che hanno avuto un impatto importante sul genere che hanno trattato:
Run-DMC & Aerosmith
Partiamo subito con una tra le collaborazioni più epiche, che ha fatto incontrare due mondi lontani, quello hip hop e quello hard rock. Si tratta molto probabilmente del primo esempio di cross-over della storia. Walk This Way non è solo un esempio di come l’arte del campionamento (in questo caso di un brano degli Aerosmith) possa ri-generare la musica, ma anche di come questa in realtà non abbia confini. Steven Tyler, che abbatte il muro nel video della canzone, è piuttosto emblematico in questo.
The Velvet Underground & Nico
Una scelta tanto banale quanto per niente scontata. L’esordio dei Velvet Underground di Lou Reed è a tutti gli effetti una collaborazione con Nico, allora modella con ambizioni da cantante/autrice/poetessa del rock. Un connubio pensato e applicato dall’art director della band, Andy Warhol, e che passerà alla storia. I VU saranno una delle formazioni più influenti di sempre, mentre la cantante tedesca prenderà la via della carriera solista con album di enorme interesse e importanza.
Jay Z & Kanye West
Unire il rapper più di successo della storia dell’hip hop e colui che invece ha cambiato le regole del gioco potrebbe essere una scelta azzardata con un rischio di fallimento elevato (come in un caso che vedremo poi). Così non è stato: in un momento di instabilità per Jay Z (The Blueprint 3 era andato bene commercialmente, meno a livello di critica) e di splendore invece per Kanye West (fresco del capolavoro My Beautiful Dark Twisted Fantasy), i due danno vita a Watch The Throne. Non è solo un album per attestare i due padroni assoluti della scena, ma anche l’inizio di una nuova era per il genere.
Le peggiori collaborazioni musicali della storia
Album che sulla carta sembravano ok e si sono rivelati un fiasco, altri che invece c’era da chiedersi semplicemente: perché?! Ecco il meglio del peggio:
Lou Reed & Metallica
Il candidato numero nelle peggiori collaborazioni della storia e con uno dei peggiori album di sempre: Lulu di Lou Reed e i Metallica. Per quanto sulla carta l’idea di un grandissimo scivolone era ammorbidito da un vago fascino di curiosità, bastano pochi secondi (sull’oltre un’ora di assurdità musicale) per capire che questo album verrà ricordato soltanto per quanto è brutto.
Bob Dylan & The Greatful Dead
Sulla carta, tutto bene. Le liriche di Dylan e il groove ipnotico dei Dead. Il risultato, invece, è piuttosto scarso e deludente. Soprattutto per due fattori: la scelta del repertorio e la qualità della registrazione, voluta dal vivo.
Paul McCartney & Stevie Wonder
Due dei più grandi compositori e autori del pop e della musica tutta, insieme. Eppure, questo singolo, dall’indubbio appeal commerciale (e in questo riuscì in pieno), è probabilmente quanto di peggio Macca e Stevie Wonder potessero concepire. Una melodia compromettente che uccide il talento del primo e il groove del secondo. Ebony And Ivory si è giocato questo posto con Dancing In The Street di David Bowie e Mick Jagger, che si meritano comunque una menzione. Uniti entrambi sotto il segno dell’occasione sprecata: quella di evitare di svendere la propria genialità.