Voglio provare a fare un’analisi filosofica. Mi sono già soffermato sulla situazione geopolitica attuale, che tutti conoscono bene. in sintesi: destre populiste e razziste che imperversano in tutti gli angoli del pianeta e una sinistra annegata nel dimenticatoio. Sembra essere sempre questo il destino della politica, nei momenti di crisi il consenso orbita nell’asse delle destre che richiamano istinti animali profondi, scatenando ondate di odio e barriere, mentre le sinistre cadono continuamente nel baratro della sufficienza e dell’opposizione, sconnesse dalla realtà. A meno che non venga imposta dall’alto, come nel caso dei regimi comunisti sovietici, la sinistra raramente riesce a catturare il consenso delle masse in condizioni di crisi. Un copione che si è già visto, una storia spoilerata in partenza. Dalle rovine della guerra torna poi a risorgere, e finisce col cadere di nuovo quando le crisi si ripresentano. Inadeguatezza e odio, queste sono le categorie a cui riconduco sinistra e destra.
Perchè l’umanità vacilla ancora in scelte e derive che si ripetono costantemente? La visione lineare della storia trema di fronte a questi “ritorno eterno dell’uguale” parafrasando Nietzsche. Schopenhauer diceva in modo perentorio che “la storia è il fatale ripetersi di un medesimo dramma”, presenta cioè dei tratti immutabili che si ripetono di periodo in periodo. Lo stesso studio della storia è vano, perchè concentrandosi sugli uomini, sempre parafrasando Schopenhauer,si perde di vista l’Uomo e tutte le sue peculiarità. Trovo difficile credere unicamente a una visione positivista del tempo che presupponga un flusso lineare continuo (il progresso), infinito e in costante aumento. La tecnologia non ha soppresso certe caratteristiche dell’animo umano che si ripercuotono con cadenza oserei dire “ciclica” di epoca in epoca.
Ancora adesso, restiamo tramortiti dall’avanzata delle destre populiste ma non ne cogliamo l’aspetto storico. Negli anni antecedenti al fascismo e al nazismo e alla diffusione generale delle dittature nazionaliste in Europa, le condizioni non erano poi così diverse da quelle attuali. Pensateci: grave crisi economica, forti tensioni sociali, paura del diverso, spirito di rivincita (contro l’europa in questo caso). Nelle scuole si dimentica talvolta di accostare al ricordo degli orrori della seconda guerra mondiale, anche dei dovuti parallelismi alla situazione attuale. Non è un caso che ai ragazzi manchi la concezione della storia, e siano sovente il bacino di consensi più elevato delle forze sopracitate.
La storia si ripete, ancora, con passo incalzante e meccanica ritualità. E noi siamo impotenti di fronte alla sua avanzata.