La squadra di Draghi è stata annunciata ieri sera e oggi alle 12 ha prestato giuramento, finalmente abbiamo un governo.
Da settimane il paese navigava nell’incertezza. Inizialmente il governo Conte II sembrava salvo, una prospettiva durata poco. Dopo le dimissioni di Conte si è provato ad affidare un mandato esplorativo a Fico, ma anche questo si è dimostrato fallimentare. A questo punto Mattarella ha deciso di convocare una personalità italiana di altissimo profilo, Mario Draghi. La sua missione quella di formare un governo che potesse gestire l’Italia in questo momento tragico, traghettarci fuori dall’emergenza Covid e lavorare sulla ripresa economica. Draghi ha deciso di accettare con riserva, poi sciolta ieri sera.
Sciolta la riserva è arrivata la presentazione della squadra di governo. 23 i ministri totali, di cui 8 tecnici e 15 politici, a cui si aggiunge il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, anch’esso indipendente.
I 15 ministeri politici sono così suddivisi:
- 4 per il Movimento 5 Stelle
- 3 per il Partito Democratico
- 3 per Forza Italia
- 3 per la Lega
- 1 per Liberi e Uguali
- 1 per Italia Viva
Una composizione che colpisce. Era chiaro ed era stato richiesto da più parti che non fosse un governo unicamente tecnico, come era stato quello di Monti. Per questo il governo ha dovuto dare spazio anche a ministri politici che rappresentassero i tanti partiti che han scelto di sostenere il governo Draghi.
Ma vediamo chi sono i vari ministri.
I ministri tecnici della squadra di Draghi
Ministero dell’interno: Luciana Lamorgese
Luciana Lamorgese è stata riconfermata Ministro dell’Interno, lo era infatti anche nel Conte II. E’ una degli 8 tecnici del governo.
La Lamorgese ha alle spalle una lunga carriera caratterizzata da importanti incarichi: è stata prefetto di Venezia nonché capo di gabinetto al Ministero dell’Interno con Alfano prima e Minniti poi.
Nota di colore: non ha un account social. La scelta insolita per il nuovo millennio le permette anche una certa discrezione.
Economia e Finanze: Daniele Franco
E’ uno dei cosiddetti tecnici ed ha alle spalle una lunga carriera costellata di incarichi di alto profilo. Prima Consigliere economico presso la Commissione europea, poi vari ruoli di responsabilità all’interno di Bankitalia tra cui i più rilavanti di Vicedirettore generale e infine, dal Gennaio del 2020 ad oggi, Direttore Generale nonché Presidente dell’IVASS (istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). Il Ministero che andrà ad occupare in questo governo è storicamente uno dei più rilevanti e “pesanti”, tuttavia visto che il Presidente del Consiglio è nientemeno che Mario Draghi, il suo rischia di essere un ruolo ridimensionato.
Giustizia – Marta Cartabia
Nel nuovo governo è tra i cosiddetti “tecnici” e del resto il suo curriculum e la sua stima internazionale parlano da sé. Nonostante ormai da un paio di anni sia tra i nomi più accreditati per diventare la prima donna Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica (e interpretazioni maliziose vogliono nella sua nomina a ministro da parte di Draghi una mossa per evitare concorrenza al Quirinale a sua volta ambito), appena qualche mese fa ha terminato il suo mandato da Presidente della Corte Costituzionale, prima donna nella storia a ricoprire tale ruolo. Nella Corte, era giudice da nove anni su nomina dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con cui mantiene ottimi rapporti tutt’oggi; stessa cosa con Sergio Mattarella.
Al di fuori dell’impegno istituzionale è docente di Diritto Costituzionale e di Giustizia Costituzionale all’Università Bocconi di Milano. Sotto la lente d’ingrandimento: per la sua contrarietà alla parificazione del matrimonio omosessuale a quello etero, la sua nomina ha agitato alcuni parlamentari del Partito Democratico – che hanno già chiesto a Draghi di chiarire la posizione del governo in merito – ed il nascente partito Gay che ha dichiarato: “La Cartabia ha affermato che si deve differenziare la famiglia da altre forme di convivenza e non permettere il matrimonio omosessuale. Sarà in grado di tutelarci?”. Vedremo.
Innovazione Tecnologica – Vittorio Colao
Il super manager è uno dei ministri “tecnici”, non risponde ad alcun partito. Era diventato famoso tra l’opinione pubblica ad aprile 2020, quando fu chiamato a dirigere la nota task-force indetta da Conte, il comitato di esperti che avrebbe dovuto preparare un piano di ripresa per la “fase 2”. Il comitato da Colao presieduto ha elaborato un piano contenente 102 proposte, cose ne abbiano fatto è meno chiaro.
Il manager classe 61, originario di Brescia, è tra i manager italiani più conosciuti al mondo. Prima di approdare in Vodafone e renderla un colosso, ha lavorato per Morgan Stanley e McKinsey.
Istruzione – Patrizio Bianchi
Già assessore per due volte, con competenza nella stessa materia, della Regione Emilia-Romagna nelle giunte Errani e Bonaccini. Ha svolto la funzione di professore ordinario presso l’Università di Bologna e anche presso quella di Ferrara. Di quest’ultima è stato anche Rettore. Nel 2020 ha coordinato la task force ministeriale, formata dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, per la gestione della ripartenza scolastica dopo la prima fase della pandemia di Covid-19.
Università – Cristina Messa
Laureata in medicina e chirurgia all’Università degli studi di Milano, specializzatasi poi in Medicina nucleare. Professoressa e Rettrice dell’università Milano-Bicocca dal 2013. Nota europeista, inizialmente coinvolta dal governo Matteo Renzi, per dirigere lo Human Technopole, ne è membro del comitato coordinatore. E’ molto legata alla politica delle Soft Skills. Ha lavorato in cooperativa con Maroni nel team per la Trattativa Lombardia-stato sull’autonomia. Dal 2011 al 2015 è stata Vicepresidentessa del CNR.
Ambiente e transizione ecologica – Roberto Cingolani
Classe 1961, nasce a Milano, ma cresce a Bari, dove si laurea in fisica perfezionando i suoi studi alla Normale di Pisa. Ricercatore e docente di fisica dal 1991 al 2005 per l’università del Salento, ma ha insegnato anche in Giappone e negli Stati Uniti. Nel 2005 lascia l’insegnamento per fondare e dirigere l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Prima di insegnare ha lavorato anche al Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, sotto la direzione di von Klitzing, premio Nobel per la fisica. Ha fatto parte anche dei CdA di Illy e Ferrari ed è stato nominato Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo.
Ad aprile ha fatto parte del comitato di esperti guidato da Colao per progettare la fase 2.
Trasporti – Enrico Giovannini
E’ uno dei tecnici in forza al governo. E’ professore ordinario di statistica economica all’Università Tor Vergata, nonché docente di Sviluppo Sostenibile presso la LUISS e la Scuola Nazionale di Amministrazione (SNA). È presidente della Commissione per la redazione della Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva del Ministero dell’Economia e della Finanza e membro del Comitato Scientifico dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB).
Nel 2014 il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon lo ha nominato Co-chair dell’“Independent Expert Advisory Group on the Data Revolution for Sustainable Development”.
I ministri del Movimento 5 Stelle per la squadra di Draghi
Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale – Luigi Di Maio
Classe 1986, originario di Pomigliano d’Arco. È stato iscritto a Giurisprudenza e a Ingegneria, ma non è mai arrivato alla laurea. Prima di approdare in politica ha lavorato come steward al San Paolo e come webmaster. Apre la sua carriera politica fondando il MeetUp del M5S nella sua città nel 2007, nel 2010 dove ha provato anche a candidarsi come consigliere, senza ricevere sufficienti preferenze. Grazie alle Parlamentarie è stato candidato ed eletto alla Camera dei deputati nel 2013.
Ex capo politico del M5S, non è un volto nuovo nel consiglio dei ministri. Già ministro dello sviluppo economico (MISE) e del lavoro e vicepremier nel governo Conte I, oggi è stato riconfermato ministro degli esteri, come nel governo Conte bis. Di Maio è stato tra i principali promotori del Memorandum of Understanding, l’accordo tra Italia e Cina.
Rapporti con il Parlamento – Federico D’incà
Già Ministro per i Rapporti con il Parlamento nel Governo Conte II, è stato riconfermato. Tra i deputati del MoVimento dal 2013, in passato ha ricoperto il ruolo di Capogruppo e anche di Presidente del gruppo del MoVimento 5 Stelle. E’ stato membro della Commissione bilancio, tesoro e programmazione.
Politiche Giovanili – Patrizia Dadone
Classe 1984, laureata in Giurisprudenza all’Università degli studi di Torino. Capogruppo del M5S per Affari costituzionali della camera, eletta nel 2013, il suo primo mandato con Beppe Grillo, riconfermata nel 2018 per proseguire con il Conte-bis nel 2019. Nominata referente di Rousseau per fornire tutela legale ai membri del movimento. Avvocato e molto legata al presidente Roberto Fico, fortemente impegnata nel volontariato e nei diritti civili.
Agricoltura – Stefano Patuanelli
Già Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Conte II e capogruppo del MoVimento 5 stelle al Senato prima ancora, gli è stato cambiato portafoglio e sarà Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Ha una laurea in ingegneria edile ed è ingegnere edile libero professionista.
I ministri del Partito Democratico per la squadra di Draghi
Difesa – Lorenzo Guerini
Riconfermato Ministro della Difesa, lo era infatti anche nel Governo Conte II. E’ un esponente del Partito Democratico, in passato vicino a Matteo Renzi – di cui era portavoce della segreteria – ma che non l’ha seguito nella nuova esperienza di Italia Viva: è piuttosto rimasto nel PD dando vita alla corrente “base riformista” di cui è capo.
Il ministero che guida gli deriva da una particolare esperienza precedente: dal Giugno 2018 al settembre 2019 (nascita del Conte II) è stato presidente del COPASIR: Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo importantissimo in seno al parlamento che esercita uno stretto controllo sull’operato dei Servizi Segreti e che per legge e prassi è affidato alla presidenza di un partito di opposizione.
E’ stato sindaco e presidente della Provincia di Lodi.
Cultura – Dario Franceschini
E’ uno dei riconfermati del governo Conte II nonché uno dei leader più “pesanti” all’interno del Partito Democratico. Ha alle spalle una lunga carriera politica. In sintesi: è stato due volte sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nei governo D’Alema e Amato nonché segretario del Pd per alcuni mesi nel 2009. In seguito è stato capogruppo de Pd alla Camera e poi Ministro per i rapporti con il parlamento nel Governo Letta e tre volte Ministro dei Beni Culturali e del Turismo nel governo Renzi, Gentiloni e Conte II appunto. In quest’ultimo era anche capo-delegazione del PD nel governo. Note particolari: è anche romanziere e alcune sue opere hanno ricevuto riconoscimenti letterari.
Lavoro – Andrea Orlando
Attualmente è vice-segretario del Partito Democratico ed è molto legato al segretario Nicola Zingaretti: da sempre è inoltre un forte “antagonista”, se così si può dire, di Matteo Renzi contro cui si candidò alla guida del partito nel 2017 pur risultando ampiamente sconfitto. Non è nuovo ad esperienze ministeriali, nella precedente legislatura è stato Ministro in tutti i governi: Letta, Renzi e Gentiloni. Rispettivamente Ministro dell’ambiente e due volte Ministro della Giustizia.
I ministri di Forza Italia per la squadra di Draghi
Sud e Coesione territoriale – Mara Carfagna
E’ già stata ministro in passato ricoprendo il ruolo di Ministro per le pari opportunità del Governo Berlusconi IV. Da Marzo 2018 è vicepresidente della Camera dei deputati. Ha fondato anche un’associazione, di cui è capo, “Voce Libera” interna a Forza Italia. Si è laureata in Giurisprudenza con Lode presso l’Università degli Studi di Salerno.
Nota a parte: ha un passato anche nel modo dello spettacolo avendo partecipato nel 1997 alle finali di Miss Italia dove si classificò al sesto posto e conseguì il titolo di Miss Cinema; in più è stata co-conduttrice di La domenica del villaggio condotto da Davide Mengacci nonché del programma Piazza grande con Giancarlo Magalli e Fiordaliso.
È la principale promotrice della legge, introdotta dal decreto Maroni (articolo 7), che istituisce il reato di stalking. Nel 2009 realizza la campagna “Nessuna differenza”, la prima campagna contro l’omofobia e contro la violenza basata sull’orientamento sessuale mai realizzata da un Governo italiano. Il 3 aprile 2019 la Camera dei Deputati approva l’emendamento di Mara Carfagna al ddl “Codice Rosso”, che introduce in Italia il reato di matrimonio forzato e l’istituzione di un fondo per le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio.
Affari regionali e autonomie – Maria Stella Gelmini
In passato è stata, quando il Ministero era ancora uno unico e non diviso in due, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel Governo Berlusconi IV. E’ consigliere comunale della città metropolitana di Milano e contemporaneamente capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.
Di professione è avvocato.
Pubblica Amministrazione – Renato Brunetta
Renato Brunetta sarà (di nuovo) Ministro per la Pubblica Amministrazione. Lo è infatti già stato nel Governo Berlusconi IV. Fedelissimo del Cavaliere ed esponente di primo piano di Forza Italia, è stato capogruppo del partito alla Camera nella scorsa legislatura.
Dal punto di vista professionale è un economista e accademico: è stato professore associato di Economia del Lavoro presso Tor Vergata e professore ordinario di Economia Politica.
I ministri della Lega per la squadra di Draghi
Sviluppo Economico – Gianfranco Giorgetti
Giorgetti sarà Ministro dello Sviluppo Economico, ministero nei due precedenti governi affidato ad un esponente del MoVimento 5 Stelle (Di Maio prima, Patuanelli poi). Giorgetti, in passato capogruppo della Lega alla Camera, è vice-segretario federale della Lega e braccio destro di Matteo Salvini. Nel Governo Conte I ricoprì il prestigioso incarico di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ruolo chiave a Palazzo Chigi. Ha la fama di essere tra i più moderati del partito del Carroccio nonché uomo potente e di forti relazioni con tutto lo spettro politico: non c’è mossa strategica della Lega che non passi per una sua decisione o valutazione. La stessa adesione della Lega al Governo Draghi è considerata opera sua. Il più grande errore degli ultimi anni del suo partito invece, la crisi del Papeete che portò all’improvvisa caduta del governo giallo-verde lo colse impreparato e, secondo indiscrezioni, molto in contrasto con Salvini. Malumore rientrato.
Disabilità – Erika Stefani
Era già stata Ministro nel Governo Conte I, in quell’occasione però si occupava degli Affari Regionali. E’ senatrice del centro-destra dal 2013 per il quale ha partecipato alla Commissione Giustizia prima e alla Commissione speciale per l’esame degli atti urgenti presentati dal Governo.
E’ laureata in giurisprudenza.
Turismo – Massimo Garavaglia
Ha già ricoperto incarichi di governo nel ruolo di Vice Ministro dell’Economia nel Conte I. Deputato per tre volte dal 2006 è stato anche assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia nella Giunta Maroni. Dal 2018 è invece senatore.
Di più: nel 2013 è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti in rappresentanza del settore delle Regioni e nel 2016 è stato nominato, ancora una volta in rappresentanza delle Regioni, nel CdA dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Il ministro di Liberi e Uguali per il governo Draghi
Salute – Roberto Speranza
già Ministro della salute nel governo uscente, è stato riconfermato. La sua conferma segna una volontà di continuità da parte di Draghi: le nuove linee di gestione della pandemia le deciderà il Governo ma intanto quell’incredibile mole di lavoro, contatti ed esperienza accumulata da Speranza in questo anno di emergenza non dovranno essere trasferiti ad un nuovo ministro con possibile perdita di tempo prezioso nella transizione.
E’ stato capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei deputati nella scorsa legislatura tuttavia senza portarla a termine: nel 2015, in dissenso con la classe dirigente del partito allora guidato da Matteo Renzi, lascia per fondare poi, in un secondo momento, Articolo 1-MDP di cui è segretario Nazionale. Nel 2018 è stato eletto con Liberi Uguali, federazione di partiti di sinistra che comprende al proprio interno proprio Articolo 1.
Il ministro di Italia Viva per il governo Draghi
Pari Opportunità – Elena Bonetti
Professoressa di Analisi matematica all’università di Milano conseguendo il dottorato di ricerca nel 2002.
Esponente di Italia Viva, da ministra fa approvare il Family Act, per agevolare le condizioni economiche delle famiglie. Altra battaglia che porta avanti da sempre è quella contro la violenza sulle donne.
Nel 2017 Matteo Renzi le incarica il ruolo di segretaria Dem. (Con grande sorpresa perché non era politica in senso stretto del termine e da poco iscrittasi al PD)
Dalla prima ondata della pandemia si è dichiarata contraria alla Dad al 100% soprattutto nelle scuole superiori ed è fermamente convinta nel volere la riapertura delle scuole.
A questo articolo sulla squadra di Draghi han collaborato: Lorenzo Alessandroni, Andrea Giulia Rossoni, Claudia Fontana e Alice Mauri
Per conoscere il nuovo presidente del Consiglio: Una breve guida a Mario Draghi