“La bestialità degli animali deriva da un istinto di sopravvivenza, quella degli uomini da pura crudeltà, spesso accompagnata dal gusto di fare del male.”
Emanuela Breda
Cellulari, Youtube, Facebook, Messenger, Myspace: il mondo di internet, il grande potere delle nuove tecnologie, portatrici di progresso ma non solo. Un ragazzino di sette/otto anni, nella maggior parte dei casi, ha già a disposizione il mezzo tecnologico con cui connettersi non solo ad Internet.
Spesso non è indispensabile usare le mani per fare violenza su qualcuno, ma è sufficiente la pubblicazione on line di una foto compromettente, di una minaccia, una frase denigratoria o un’accusa distorta per diventare causa di sofferenza, disagio, esclusione: ecco il cyberbullismo.
Ma cosa rende la tecnologia così potente? Quali sono i fattori che permettono una così ampia diffusione di questi fenomeni anche tra giovanissimi?
Il bene e il male..
Sia dai primi filosofi che dagli autori contemporanei, emerge che bene e male sono i due principi fondamentali che governano la vita umana. Essi sono in perenne lotta fra loro e corrispondono alle pulsioni originarie teorizzate da Freud: Eros e Thanatos, amore e odio, vita e morte.
Il male è una proprietà congenita della natura umana, sintomo di un uso disordinato del libero arbitrio.
..nella società
Oggi, siamo entrati nella complessa e difficile età dell’insicurezza e dell’incertezza.
La società postmoderna è una società “liquida”. Si sono “liquefatti” i valori, i legami affettivi familiari, interpersonali, sociali e le istituzioni normative. E’ il volto di un “mondo piatto” caratterizzato da una condizione di atrofia e indifferenza al male.
Che cos’è il cyberbullismo?
Da dove ha origine il cyberbullsimo?
Il cyberbullismo fa paura
Un ragazzo che subisce atti di cyberbullismo su due pensa al suicidio, uno su dieci ci prova.
La violenza in rete fa paura. Mentre il bullismo in genere avviene in luoghi e momenti precisi, il cyberbullismo è una persecuzione continua, non ha limiti di spazio e tempo.
E, peggio ancora, molti giovanissimi non ne percepiscono la gravità, tra genitori che si nascondono dietro banali giustificazioni e scuole che evitano di rendere pubblico quanto accade all’interno delle loro mura per paura di subire danni di immagine.
L’insulto virtuale vale meno di uno ricevuto per strada?
Se sei vittima di bullismo a scuola, non andandoci più eviti il confronto con i bulli. Ma se sei vittima di cyberbullismo, i tuoi bulli sono nelle tue tasche, dentro le tue attività online, su quel computer che potrebbe aiutarti ad evadere: invece ti affossa ancora di più.
Da virtuale a reale è un attimo..
Proviamo per un attimo ad immedesimarci in questa ragazza che diventa vittima di cyberbullismo. Sui social network ci sono persone che la insultano dappertutto, lei prova a rispondere ma è peggio, tenta di cancellare i messaggi ma sono troppi e in ogni suo account c’è qualcuno che scrive qualcosa di negativo su di lei.
Potrebbe dirlo ai suoi genitori, ma teme di essere sgridata anche da loro (quante volte le hanno detto di stare di meno attaccata al telefono?); le direbbero di spegnere tutto per un po’, di disconnettersi dai vari social network.
Ma anche se si staccasse quegli insulti continuerebbero. Semplicemente lei non li vedrebbe e forse sarebbe ancora peggio. Gli insulti prima solo virtuali, raggiungono persone, le quali continuano il loro operato anche nel mondo “reale”.
La nuvola nella quale vengono archiviati tutti i nostri dati diventa per lei una nuvola carica di pioggia, scura, pronta ad invadere tutto il cielo senza lasciare scampo.
Internet come finestra
Nella vita bisogna sempre riflettere prima di compiere un’azione, altrimenti si diventa semplici animali, leoni da tastiera senza una propria personalità.
Prima di scrivere un commento cattivo, condividere un video offensivo o una foto che deride qualcuno, usiamo il cervello, pensiamo se in quel video, commento, foto ci fosse qualcuno a cui teniamo per davvero.
Riempiamo le nostre vite di affetti e cerchiamo di realizzarci, non giudichiamo: Internet è una finestra sul mondo, lasciamo che da questa finestra entri solo la brezza.
Alice Mauri
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