lunedì, 16 Settembre 2024

Inside out 2: la mia Ansia è arancione, la tua?

L’estate scorsa era stata dipinta di (capitalismo) rosa dopo l’uscita dell’ormai celebre Barbie di Greta Gerwig. Un anno dopo, la stagione più calda dell’anno diventa un po’ più LGBT. Dopo dieci anni, la Disney cavalca l’onda della rivalsa con un sequel degno di essere definito tale, dai toni arcobaleggianti: Inside out 2 è, di nuovo, lo specchio della nostra coscienza.

Inside out 2: la nostra mente è un arcobaleno di colori nuovi

Una coscienza diversa, però. Eh già, è passato quasi un decennio dalla prima Inside Out; un decennio dal nostro primo viaggio nella mente di una ragazzina di nome Riley. Una seconda avventura diretta da Kelsey Mann (Up e Soul), prodotta da Mark Nielse e doppiata, nella versione italiana da Pilar Fogliasti (Ansia), Deva Cassel (Ennui), Marta Filippi (Invidia), Federico Cesari (Imbarazzo), Sara Ciocca (Riley). 

Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura hanno sempre accompagnato Riley, pronte a darle i giusti impulsi, a selezionare i ricordi, a reagire alle situazioni, a renderla felice. Un giorno, all’improvviso, tutto cambia. Nella testa della ragazzina, ormai tredicenne, bussano alla porte emozioni inaspettate, che irrompono nella scena impadronendosi della sala di controllo. I (fantastici) quattro sconosciuti hanno un nome e un colore diverso: Ansia, Imbarazzo, Invidia e Ennui (quella che noi mortali chiamiamo comunemente “noia”). L’universo celebrale dell’adolescente diviene così un arcobaleno di nuovi pensieri e nuove sensazioni, pronte a dare inizio ad una nuova era.

Inside Out 2

Dal latino “adolescere”

Le nuove colorate emozioni annunciano (come se fosse un qualcosa di divino) l’arrivo dell’adolescenza. I sopraggiunti amici di Riley entrano a gamba tesa nella sua vita quando il confronto con il mondo esterno incomincia ad acquisire più pesante. Per la protagonista, l’impatto con una realtà diversa – il liceo, le nuove amicizie, lo sport – rappresenta uno scoglio da superare uscendone da vincitrice. Un ostacolo talmente tanto grande che le emozioni primarie, alle quali si era appoggiata e coccolata fino a poco tempo prima, non bastano più. Saranno, quindi, le nuove arrivate a tirare i fili delle azioni di Riley, impedendole di vivere la transizione con serenità ed equilibrio. Ma Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto sono sempre dietro l’angolo, pronte a riconquistare la plancia di comando e a mettere Ansia in un angolo.

Inside Out 2

Inside Out 2: nessuno può mettere Ansia in un angolo (o forse sì)

Tra tutte le emozioni di Riley ce n’è una che potrebbe definirsi più “umana” (nonostante siano tutte antropomorfe): Ansia, dai capelli buffi e gli occhi tondi, è la nostra voce nella testa. «Devi essere più capace, più bella, più all’altezza, più di quello che già sei». Dentro la testa di Riley è incastrato un bellissimo albero della lunghe radici, metafora delle sue certezze più profonde, quelle – per l’appunto – radicate nel suolo della sua anima. Le fondamenta della ragazza, sedimentate nell’arco dei suoi tredici anni, sono, mano a mano, sostituite da quelle di Ansia. 

Questi nuovi cardini sono il nucleo centrale di si nutre Ansia, quei piccoli basamenti che tentando di modellare noi stessi in base a quello che ci circonda, quelle piccole congetture che ci rendono omologate alla società perché «non vai bene così come sei». Ansia, però, non è cattiva; vuole solo la felicità di Riley, allo stesso modo di Gioia. Questo spasmodico tentativo di predire il futuro, attraverso scenari catastrofici e fallimentari, è la modalità della nuova emozione di creare un ambiente sicuro per Riley. Tutte queste visioni però diventano con il tempo paranoie, grovigli che limitano e sabotano la ragazza dal vivere le sue esperienze nella forma migliore possibile. È estremamente catartico, perché sono sensazioni e pensieri che ognuno di noi ha sperimentato una volta nella vita. 

Ansia è la grande protagonista della pellicola, ma è stata (o forse lo è ancora) la protagonista nelle vite di molti degli spettatori. La delicatezza e l’accuratezza con cui gli autori rendono il buffo personaggio arancione “reale” fa empatizzare al pubblico anche una delle emozioni più infime dell’essere umano. Quello che esce fuori da Inside Out 2 è un graduale processo di normalizzazione degli stati d’animo considerati negativi e, in quanto tali, da espellere. 

Tutte le sfaccettature della nostra essenza ci rendono veri. Ansia non può funzionare senza Gioia, così come le altre sensazioni non posso nutrirsi da sole. È l’insieme di tutti i colori a formare l’arcobaleno. La vera essenza di Riley, alla fine, non è nascosta ne dietro una positività globalizzante, ne dietro la distorsione modellata da Ansia: è semplicemente tutto quello che siamo e che scegliamo di essere. Il senso di sé è abbracciare, normalizzare e dare un nome anche alla parte di noi stessi con cui non andiamo d’accordo, perché anche quella è parte integrante della nostra persona. Senza un po’ di tempesta, come potremmo mai vedere l’arcobaleno?

Inside Out 2
Asia Vitullo
Asia Vitullohttps://www.sistemacritico.it/
Asia Vitullo, abruzzese, classe 1997. Laureata in Filologia Moderna ad Urbino, proseguo il mio cammino tra i letterati, un po’ come il protagonista di Midnight in Paris, sorseggiando un tè e sognando la Torre Eiffel. Adoro il cinema, il teatro e gli ossimori. La mia più grande fonte di ispirazione è Pier Paolo Pasolini e vivo nella speranza di poter dare ancora una voce alle sue parole.

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