I dolori del giovane Werther è un romanzo epistolare, pubblicato nel 1774 da Johann Wolfgang Goethe. Werther è il protagonista ed è fulcro, centro e fine delle vicende che racconta per lettera. Il giovane si trasferisce in campagna, ove riconosce, riprendendo la visione panteista di Spinoza, la connessione tra natura e uomo, ricchezza e artista. Una sera incontra Lotte e s’innamora di lei. Tanto più s’avvicina a Lotte, tanto più indossa l’amore e diviene innamorato. In un turbinio di sentimenti, il protagonista è il folle e fragile uomo che si tormenta innamorandosi di una donna promessa a un altro. La sua aspirazione, la felicità dell’amore, è irrealizzabile: attende con sé stesso.
Il romantico e l’ illuminista
Charlotte è l’oggetto amato, il riflesso dell’idea e la disperazione di Werther. Lotte non è indifferente al protagonista, ma sceglie Alberto, il suo promesso sposo. Alberto non è un nemico: non è raffigurato come antagonista negativo, ma come l’opposto del protagonista.
I due sono l’uno l’antitesi dell’altro: l’uno è razionale, l’altro il coniuge dell’irrazionalità pura. Alberto è mediocre, saggio e concreto; Werther è originale, passionale e sofferente. Eppure, si rispettano, si confrontano, sono amici. Le loro conversazioni sono l’immaginario illuministico e romantico che parlano, la “ragione” e l’ “irragionevolezza” che prendono voce.
Werther, una pazzia a metà
Secondo Roland Barthes, Werther è l’uomo innamorato: s’innamora dell’Immagine e per essa s’addolora. L’ innamorato è vittima innocente e fautore del proprio sprofondare: idealizza l’ oggetto amato e cerca il suo valore. Werther tenta di fermare l’Immagine: fa in modo di avere una copia identica del gilet giallo che ha messo la prima volta che ha visto Charlotte. Il giovane ha bisogno di eternizzare il suo amore, così lo indossa, lo parla, lo rinchiude in un ricordo che sia suo. Werther è pazzo sì per passione, ma al contempo non lo è; vorrebbe esserlo.
Il suicidio secondo Werther
Werther concepisce il suicidio come atto di potenza e volontà assoluta dell’uomo sulla vita. Alberto pensa, invece, sia espressione di debolezza: è l’arresa. Il loro dialogo è intenso e porta entrambi a opinioni contrapposte. Si lasciano senza essersi compresi, Werther sente il cuore gonfio e sa d’essere il diverso. Per il protagonista, il suicidio è l’apoteosi di un profondo malessere e la morte stessa l’affermazione della libera scelta.
L’ “effetto Werther“: l’aumento dei suicidi
L’“effetto Werther” è un’ espressione che determina l’aumentarsi dei suicidi a seguito della pubblicazione del libro “I dolori del giovane Werther”. A causa di ciò, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato delle direttive affinché ci sia responsabilità da parte dei mezzi di comunicazione di massa, in quanto influenti nei riguardi del pensiero pubblico.
Oggi, eutanasia e suicidio assistito
Eutanasia e suicidio assistito indicano due casistiche differenti. Il suicidio assistito consiste nel fornire gli strumenti necessari all’individuo affinché questo possa porre fine autonomamente alla propria vita. L’eutanasia è il procurare intenzionalmente la morte di un individuo, la cui qualità della vita è gravemente compromessa, in accordo con la sua esplicita volontà. L’eutanasia può essere attiva: mediante l’atto di un terzo, o passiva: per omissione. Ci sono, principalmente, due scuole di pensiero: una a favore dell’ “indisponibilità” della vita, una a favore della “disponibilità” della vita. Dunque, da una parte la vita è considerata come “sacra” indipendentemente dalla volontà del singolo; dall’altra il porre fine alla vita è una scelta rivendicata a nome dell’individuo: la volontà dello stesso è fondamentale.
Werther, innamorato e uomo senza tempo
Werther è l’innamorato che schiude l’amore, l’alter ego dell’autore che espia la fine tramite il suo personaggio. Nell’attenzione ai sentimenti, all’interiorità e a sé, Werther raffigura l’uomo atemporale nel suo amore e nella sua pazza tristezza. Non sa adattarsi alla socialità e vive dell’idea e dell’ implicita rassicurazione che, seppur diverso, non è mediocre. Nella sua solitudine è l’uomo moderno, nel suo amare l’innamorato senza tempo.
Werther è il collettivo e il singolo.