Giugno è il mese ideale per tracciare un primo bilancio della musica uscita nella prima metà del 2022. Non solo una questione di calendario, ma anche perché la distribuzione del mercato discografico si distribuisce in maniera tale da dare più spazio a singoli brani durante l’estate (leggasi: tormentoni) rispetto agli album.
E la prima metà del 2022, che annata è stata? Finora più che soddisfacente, segnata da grandi ritorni (Kendrick Lamar, Rosalìa e a luglio anche Beyoncé) ma anche da nuovi progetti che, in alcuni casi, coinvolgono vecchie conoscenze mentre in altri ci introducono a personaggi tutti da scoprire. Abbiamo così selezionato alcuni degli album migliori usciti, finora, nel 2022:
The Weeknd – Dawn FM
The Weeknd torna a breve distanza da After Hours con il secondo capitolo di una trilogia da lui ideata e intitolato Dawn FM. Il titolo fa da concept all’intera struttura dell’album, pensato come una stazione radio veramente particolare – la voce dell’host, per esempio, è quella di Jim Carrey. Il volto invecchiato nella copertina di The Weeknd fa pensare al tempo trascorso durante la pandemia mentre il titolo suggerisce una nuova alba. Tra Prince e Michael Jackson con un occhio al dancefloor, la Dawn FM si attesta come una delle migliori stazioni radiofoniche dell’anno. Ne abbiamo parlato anche qui.
FKA twigs – CAPRISONGS
Pensato come un mixtape, il nuovo lavoro di FKA twigs si discosta molto dal capolavoro del 2019 MAGDALENE. Infatti, ai toni cupi e rarefatti del suo predecessore, CAPRISONGS ha tutta l’intenzione di scrollarsi di dosso pesantezza e cattivi pensieri. Attenzione a non confondere questa operazione come a una leggerezza commerciale: qui dentro ci sono alcune delle migliori sperimentazioni che possiate sentire da FKA twigs. Prendersi una pausa da tutto il resto mentre si continua a crescere.
yeule – Glitch Princess
Il titolo è emblematico: canzoni zuccherose da principessa Disney affogate in un mare di glitch sonori. yeule sfodera un repertorio di brani sbrandellati e decostruiti, fatti a pezzetti e rimontati. C’è anche un finale epico: una traccia ambient di quattro ore e quarantaquattro minuti. Solo per veri avventurieri.
Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe In You
Senza dubbio il lavoro più ambizioso dei Bigh Thief. Non solo per la durata dell’album (un’ora e venti) o il numero delle tracce (venti), ma anche per la varietà di composizioni tra folk bucolico, intimista e indie che lo costituiscono. Non tutte sono riuscite, ma quando si toccano le vette si arriva davvero altissimi.
Charlotte Adigéy & Bolis Pupul – Topical Dancer
Esce per la DEEWEE, etichetta dei Soulwax, e già di per sé questo album dovrebbe essere una garanzia. Esperimenti a servizio del divertimento, premere play e lasciare scorrere. Sarà difficile fermarsi poi.
King Hannah – I’m Not Sorry, I Was Just Being Me
Qualcun* li ha paragonati ai Portishead, altri ci hanno sentito uno spruzzo di Mazzy Star. Non sappiamo il segreto dei King Hannah, ma sappiamo che è molto facile rimanere ammaliati da questi suoni così ammalianti e dalla voce così suadente.
Rosalìa – MOTOMAMI
L’intermezzo free jazz che interseca un brano come SAOKO è la dimostrazione di come sì, Rosalìa abbia cercato la via del successo ma intraprendendo la via meno scontata. Ne abbiamo parlato abbondantemente qui.
C’mon Tigre – Scenario
Blues desertico, afrobeat, dub, migrazioni elettroniche. Il tutto, fatto in Italia. Fatevi un bel viaggio anche voi ascoltandovi questo album.
Messa – Close
Quest’anno l’Italia sbanca anche all’estero conquistando tanta stampa specializzata. Come? Con una convincente prova di doom metal. Anche se non siete amanti del genere, dategli una chance.
Space Ghost – Private Paradise
Con l’arrivo dell’estate serve anche la colonna sonora perfetta. Provate con questo campionario di ambient, dub e house. Nulla di nuovo, ma non c’è niente da aggiungere quando si evoca l’eterna estate sospesa nel tempo del balearic.
Fontaines D.C. – Skinty Fia
Non ero convinto fino in fondo di inserire questo album in questa lista. Vuoi perché il precedente, A Heroes’ Death, almeno per il sottoscritto resta inarrivabile; vuoi perché, in fin dei conti, in questo album ci si imbatte quasi per forza di cose se si segue un minimo di rock contemporaneo. Però, in fin dei conti, resta la band migliore al mondo in questo momento e questo album ce lo ritroveremo in diverse liste anche tra altri sei mesi.
Kendrick Lamar – Mr. Morale & The Big Steppers
È difficile riassumere tutto in poche righe, per cui vi rimandiamo direttamente qui dove ne abbiamo parlato in abbondanza.
The Smile – A Light for Attracting Attention
Thom Yorke, Johnny Greenwood e Tom Skinner (che se non lo conoscete è il batterista dei Sons Of Kemet, che se non conoscete dovete ascoltarli) mettono insieme le forze per quello che potrebbe essere l’ennesimo side-project mentre aspettiamo qualcosa dai Radiohead. E lo è, ma vale tanto quanto un album dei Radiohead.
NZIRIA – XXYBRID
Liberato ha nobilitato la canzone neomelodica napoletana, i Nu Genea hanno rievocato il funk e il soul ai piedi del Vesuvio. NZIRIA ha preso la lingua napoletana, la più internazionale che abbiamo tra i vernacoli italiani, e l’ha portata direttamente nel futuro. La cosa più potente uscita quest’anno.
Mai Mai Mai – Rimorso
La tradizione folk italiana non è fatta da lunghe barbe, abiti bucolici e immaginari che ricordano più l’Irlanda dei pub o le rivoluzioni di Bob Dylan. In Italia il folk è canto popolare, contadino. Negli anni ’70 c’erano Nuova Compagnia di Canto Popolare e Canzoniere del Lazio a tenere alta la bandiera riesumando canti e lotte militanto; oggi ci pensa Mai Mai Mai a rivisitare quel mondo sconquassato da bordoni industrial. Tradizione in evoluzione.