Domenica si è chiusa la serata dei Golden Globe 2019 , tra le varie sorprese a dominarla è stata sicuramente Bohemian Rhapsody diretto da Bryan Singer vincitore del miglior film drammatico . Ad accompagnarlo : Rami Malek si prende la scena, non passano però in osservato lo scontato premio a Roma di Alfonso Cuarón, il solito Christian Bale come miglior attore comico in Vice, Jeff Bridges alla carriera, Glenn Close e Sandra Oh, fino a Lady Gaga.
A differenza dell’anno passato nessun italiano tra le candidature. Abbiamo quindi guardato la cerimonia senza fare il tifo. Sì perché per gli appassionati, quando a vincere un oscar o un Golden Globe è un connazionale è un po’ come quando si vince una partita al mondiale ( non il mondiale, una partita, senza allargarci troppo). Avvertiamo un sano sentimento patriottico.
Emozioni che proviamo, per quanto riguarda il cinema, solo in questi due casi, con premi statunitensi che ci permettono di sederci al tavolo delle stelle di hoollywood per una sera. Vorrei quindi ripercorrere la storia del tricolore ai Golden Globe, Un po’ come abbiamo fatto quest’estate quando ci siamo riguardati il mondiale del 2006 per tirarci su di morale. Tralascerò le numerose e molto più note vittorie agli oscar e le nomination di chi poi non ha trovato la vittoria .
Attrici
Partendo dalle donne a vincerlo sono state in due, Sophia Loren con un Golden Globe alla carriera. Fu candidata nel 1960 per la performance in La baia di Napoli, nel 1965 per Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica e nel 1984 per il ruolo da non protagonista in Prèt-à-Porter di Robert Altman. L’altra è Anna Magnani nel 1956 vinse il premio per La rosa tatuata di Daniel Mann. Nel 1958 e nel 1970 fu candidata rispettivamente per Selvaggio è il vento di George Cukor e per Il segreto di Santa Vittoria di Stanley Kramer.
Attori
Per gli uomini Nel 1963 Marcello Mastroianni alza il Golden Globe per il ruolo nella commedia di Pietro Germi Divorzio all’italiana. Successivamente fu nominato altre tre volte: nel 1968 con Matrimonio all’italiana, nel 1978 con Una giornata particolare di Ettore Scola e nel 1993 per La vedova americana di Beeban Kidron. Alberto Sordi nel 1963 fu candidato per I due nemici di Guy Hamilton. Quell’anno fu fortunato per l’Italia perché vinse Marcello Mastroianni nella categoria miglior attore protagonista in una commedia. L’Albertone nazionale comunque si tolse la soddisfazione di ritirare il premio l’anno successivo grazie all’interpretazione ne Il diavolo di Gian Luigi Polidoro. Fu nominato anche nel 1966 con Quei temerari sulle macchine volanti di Ken Annakin.
Registi
Tra i registi Era il 1974 quando finì nella cinquina del miglior film drammatico Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Quell’anno vinse L’esorcista di William Friedkin. Bertolucci compare anche nella categoria miglior regista. Nel 1988 il suo L’ultimo imperatore vinse 4 Golden Globe (tra cui miglior film drammatico e regia) e 9 Oscar. E non è finita qui: nel 1991 fu nominato come miglior regista per Il tè nel deserto.
Nel 1968 La bisbetica domata di Franco Zeffirelli con Elizabeth Taylor e Richard Burton rientrava tra i migliori film della categoria miglior commedia o musical. Fu battuto da Il laureato di Mike Nichols. L’anno successivo Zeffirelli si riprese la rivincita ritirando il Golden Globe per il miglior film straniero con il suo Romeo e Giulietta.
Finalmente ci rifacciamo sotto l’anno scorso, Luca Guadagnino con il suo Chiamami col tuo nome ( in lingua inglese) riceve tre nomination. Un Segnale di buona speranza.