Il 17 aprile è la Giornata internazionale della lotta contadina, che ricorda il massacro di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia in Brasile, nel 1996.
Land grabbing, privatizzazione delle terre, consumo e impoverimento del suolo, compromissione delle risorse naturali, disprezzo della sovranità alimentare.
Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti. Una chiamata internazionale contro lo sfruttamento della terra e dei piccoli produttori.
Perchè si festeggia?
La Giornata mondiale della lotta contadina nasce per commemorare l’anniversario del massacro di Eldorado dos Carajás, Brasile, del 17 aprile 1996.
Quel giorno, per mano della polizia locale, 19 lavoratori rurali del Movimento brasiliano dei Sem Terra furono uccisi e altri 69 furono feriti.
La causa della strage?
I contadini avevano bloccato la strada per spingere il governo dello Stato a mantenere la promessa di dare loro mezzi di trasporto e alimenti per andare nella capitale a negoziare con l’INCRA (Istituto Nazionale di Riforma Agraria) la sistemazione di 2000 famiglie di senza terra nella fazenda Macaxeira (un latifondo di 42 400 ettari, con pascoli e boschi in gran parte abbandonati da decenni.).
Cos’è l’accaparramento di terre?
L’accaparramento di terre è un fenomeno stimolato da investitori e persone di potere su scala locale, nazionale e internazionale, con la connivenza di governi e autorità locali, per controllare le risorse più preziose del mondo (acqua, terra, semi e altre).
Molti governi e gruppi di pressione lo giustificano, sostenendo che l’agroindustria modernizzerà le pratiche agricole arretrate e garantirà la sicurezza alimentare per tutti.
Nonostante queste affermazioni abbiano grande diffusione, è stato dimostrato che nella realtà sono completamente false.
La conseguenza è stata l’espulsione e l’allontanamento delle popolazioni locali (generalmente contadini e contadine), la violazione dei diritti umani delle donne, l’aumento della povertà , la divisione sociale e la contaminazione dell’ambiente.
Una ricorrenza quantomai attuale
In una triste realtà globale in cui il land grabbing continua a dilagare, è complicato ma doveroso parlare di sovranità alimentare.
Intesa come il diritto delle comunità locali a esercitare il pieno controllo dei processi produttivi e della gestione pubblica delle risorse naturali della propria terra.
D’altro canto, è sacrosanto il riconoscimento di un’agricoltura in equilibrio con l’ambiente.
Naturale, sicura e trasparente al di là delle certificazioni.
Nulla di più erroneo, dunque, che pensare alla tutela del mondo contadino come a un argomento estemporaneo o superato.
Ripete, giustamente, Carlo Petrini, fondatore e presidente internazionale di Slow Food: “Mai e poi mai mangeremo computer o strumenti di comunicazione. Al mondo servono contadini, perché continueremo a nutrirci di cibo”.