martedì, 19 Novembre 2024

Fritz Haber e l’operato della scienza

Generalizzare è un atto quanto mai praticato e quanto mai pericoloso.

Tutti i musulmani sono terroristi.

Tutti i politici sono corrotti.

Tutti gli uomini sono cattivi.

Uno dei campi dove il generalizzare dilaga è la scienza, a causa di ignoranza, ottusità, arroganza e assenza di dialogo. Quindi, a seconda dei gusti:

I vaccini sono tutti pericolosi.

I vaccini sono sempre sicuri.

La chimica ci avvelena.

La chimica ha portato enormi progressi all’umanità.

L’energia nucleare è pericolosa.

L’energia nucleare è sicura e pulita.

Premesso che si potrebbero aprire lunghe discussioni su ogni particolare argomento e premesso anche che non è l’intenzione di queste righe di testo, vorrei far capire almeno che le cose non sono così semplici. Con questo proposito, vorrei presentare un ambiguo personaggio.

Un chimico che salva persone

Fritz Haber è stato un chimico tedesco e uno dei casi più controversi della storia della chimica. Studiò le reazioni dell’azoto e tra il 1894 e il 1911 mise a punto un processo per la sintesi dell’ammoniaca a partire dagli elementi che la compongono: azoto e idrogeno.

Il chimico tedesco Fritz Haber
Il chimico tedesco Fritz Haber

La molecola di azoto con quel suo legame triplo è molto stabile e serve molta energia perché reagisca. Haber riuscì a trovare la giusta combinazione di temperatura e pressione, con l’aggiunta di un pizzico di Osmio (oggi si utilizza del ferro), per far cedere la molecola. Lo stesso azoto è di fondamentale importanza per il mondo vegetale. Una spiga di grano ha bisogno di azoto come noi di vitamine. L’ammoniaca con quel suo unico atomo di azoto pronto per l’utilizzo è il punto di partenza per la produzione di tutti i fertilizzanti. La chimica aveva appena sollevato l’umanità da un’enorme peso: la fame. O almeno l’aveva alleggerita un po’.

Si stima che il processo messo appunto da Haber già nel 1914 aveva salvato milioni di persone dalla morte, grazie ai fertilizzanti che aumentavano i raccolti ed evitavano carestie, e fruttò al chimico tedesco il Nobel per la chimica nel 1918.

Un chimico che uccide

Ma questi sono anche gli anni della prima guerra mondiale e Haber decise di partecipare in prima linea per servire il suo paese. Convinse i più alti funzionari dell’esercito tedesco ad utilizzare gas tossici e in poco tempo mise appunto armi chimiche a base di cloro. La prima occasione per utilizzarle non tardò ad arrivare.

Soldati con maschere antigas impegnati nei combattimenti
Soldati con maschere antigas impegnati nei combattimenti

Aprile 1915, fronte Francese. La guerra di logoramento procede. A un certo punto qualcosa si sblocca e il fronte si apre alle porte della città di Ypres. Il vento è a favore e l’esercito tedesco, sotto la guida di Haber, aveva aperto le valvole riversando nell’aria un’imponente nube verdastra, rendendo inoffensivo il nemico.

La nube era composta da gas mostarda, che oggi viene chiamato Iprite proprio dal nome della città francese. L’Iprite ha effetti devastanti sull’organismo: penetra profondamente nella pelle generando ustioni, crea danni irreversibili all’apparato respiratorio e distrugge il sistema immunitario. Non provoca dolore al contatto e i primi sintomi si manifestano solo diverse ore dopo l’intossicazione, quando ormai è tardi. La morte sopraggiunge velocemente per le ustioni e l’immunodeficienza.

La molecola di Iprite
La molecola di Iprite

Per questo fondamentale contributo Haber fu nominato capitano. Si dice che pianse di gioia davanti al Kaiser, ma pianse anche sua moglie, la dottoressa Clara Haber, che si suicidò per il peso delle azioni del marito.

Non è  tutto così semplice

Ora, che Fritz Haber fosse un grandissimo stronzo, è chiaro. Che l’Iprite da lui liberata abbia ucciso centinaia di soldati, anche. Che la sua sintesi dell’ammoniaca abbia salvato milioni di persone dalla fame, anche. Non è giusto mettere morti e salvati su una bilancia per stabilire l’operato di una disciplina, e bisogna quantomeno riconoscere che la cosa non è così semplice. Anche perché dopo questi eventi la storia è proseguita imperturbabile.

Nel periodo tra le due guerre, il chimico tedesco si dedicò allo sviluppo di insetticidi, sintetizzando l’acido cianidrico. Questa sostanza è tristemente nota come Zyklon B e uccise migliaia di ebrei nelle camere a gas di Auschwitz. L’ironia della sorte però volle che Haber avesse origini ebree, cosicché dovette fuggire dalle persecuzioni razziali in Inghilterra, ma numerose persone a lui vicine respirarono la sua letale invenzione.

Scatolette di Zyclon B utilizzate ad Aushwitz
Scatolette di Zyclon B utilizzate ad Aushwitz

È forse la stessa ironia che spinse il medico americano Louis Goodman ad utilizzare l’Iprite per curare i tumori, studiando l’effetto che aveva avuto sui soldati americani. L’iprite infatti distrugge i globuli bianchi, compresi quelli “non autorizzati”: le leucemie. Fu così che somministrò ad un malato piccole quantità di un derivato dell’Iprite, il ciclofosfamide, dove l’atomo di zolfo viene sostituito da un fosfato ciclico. Il tumore scomparve, ma purtroppo era maligno, e si ripresentò sei mesi dopo. Il paziente morì, ma era ufficialmente nata la chemioterapia, che oggi cura migliaia di persone ogni anno.

La molecola di Ciclofosfamide
La molecola di Ciclofosfamide
La complessità

Questa storia è l’esempio lampante del fatto che non si può dire che la chimica sia pericolosissima come non si può dire che la chimica salvi unicamente vite. La chimica (e la scienza) è una disciplina, non salva vite né miete vittime. Le molecole non sono che un sistema organizzato di armi e non hanno un comandante che gli ordina di uccidere un nemico.

Però se non generalizziamo più e non possiamo dire che tutti gli uomini sono cattivi, non possiamo nemmeno dire che sono tutti buoni. Haber e le sue azioni al servizio della sua amata grande Germania sono state fortemente condannate, giustamente. Si potrebbe pensare quindi che sarebbe stato meglio se non fosse mai nato, ma così non avrebbe neanche salvato vite umane dalla fame. Inoltre, è molto probabile che qualcun altro avrebbe usato quei gas al posto suo. In quel contesto è difficile che una nazione potesse sviluppare tecnologie senza pensare ad applicazioni belliche.

Fritz Haber ha avuto la colpa di essere il primo, ma non certamente l’unico.

Assolto o condannato?

Condannato. Sicuramente. Una persona che uccide va in carcere anche se è un volontario della Croce Rossa. Le azioni di Haber che hanno salvato vite però sono le stesse di altri scienziati del passato, che ispirano i ricercatori di oggi a trovare metodi per curare malattie e tentare di alleggerire l’umanità dai suoi dilemmi.

GP

 

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