Se dovessimo scegliere un Gran Premio di Formula 1 degli ultimi 10 anni, su cui girare un Film, o un’opera teatrale, sarebbe aberrante non mettere in cima alla classifica il GranPremio del Brasile del 2008, teatro di una delle tragedie sportive più misteriose e affascinanti della storia dello Sport (se non la più).
Le premesse
Quella Gara, o meglio quella giornata aveva tutti gli ingredienti per diventare, come direbbe il celeberrimo Chef Bruno Barbieri, un “mappazzone” (grande casino, ndr). I due protagonisti sono Felipe Massa, pilota Brasiliano della Ferrari, vicino al Titolo mondiale e Lewis Hamilton, pilota britannico della McLaren, altrettanto accinto a vincere il Campionato del Mondo. Sentitevi liberi di considerare come antagonista chi vogliate, anche se la storia ha più volte attribuito questa parte al giovane inglese. Massa, durante il Campionato, ha vinto più gare di Lewis, dimostrando la superiorità della monoposto di Maranello (che vincerà il Campionato Costruttori) ma la costanza di Hamilton lo porta, all’ultima gara, con qualche punto di vantaggio.
Il Week-End
Due piloti rivali, a bordo dei due team più rivali della storia della F1, che si giocano il titolo all’ultima gara: un Film, appunto.
A migliorare ed ingigantire la sceneggiatura ci si mette anche la pioggia, che non compariva in Brasile da anni, e che posticipa la partenza di qualche minuto. C’è nell’aria la sensazione di essere una di quelle gare in cui se qualcosa deve andare bene, poi va male, e se qualcosa deve andare per il verso sbagliato, inverte rotta e si sistema. Massa parte in Pole Position. E’ la sua gara, è la gara di casa, vuole vincere davanti ai suoi tifosi, ma non basterebbe. Vincendo, Massa, dovrebbe sperare almeno in un 6° posto o peggiore di Lewis, che parte 5°, in una qualifica piena di insidie.
La Gara
La gara inizia, con il meteo che impazzisce come l’Othello di Shakespeare, e cambia continuamente faccia come Jekyll e Hyde: prima la pioggia, poi il sole, poi le nuvole, poi di nuovo il sereno, per concludere con un altro acquazzone. Questa variabilità condiziona molto le scelte dei team, che durante i Pit-Stop si trovano più spaesati di Alice (In Wonderland, ndr).
Il brasiliano non sembra avere problemi, e domina fondamentalmente dal primo all’ultimo giro. I tifosi Ferrari e di Felipe dunque, sperano in qualche problema per Hamilton, che parte mediocremente, e resta in quarta posizione.
Verso metà gara, con le condizioni meteo piuttosto stabili, Hamilton sale in terza posizione, annichilendo di fatto le speranze di Massa, che può solo sperare in un miracolo.
La drammatica conclusione
E il miracolo arriva, sotto forma di gocce d’acqua; inizia a piovere, Lewis entra in crisi e scende in quinta posizione. E’ l’ultima posizione utile per il titolo, e proprio per questo Hamilton inizia a salvaguardare la sua piazza, correndo pochi rischi e sperando che dalle retrovie nessuno lo disturbi; ma in una gara di F1, ogni Pilota pensa per sé, ed è ciò che fa Sebastian Vettel, in quel periodo in forza alla Scuderia Toro Rosso, che a due giri dal termine sorpassa Hamilton, regalando una gioia incredibile ai tifosi del cavallino.
Massa taglia il traguardo per Primo, vince, Hamilton è molto lontano, deve ancora tagliare il traguardo, ma Massa è Campione del Mondo: Nel Box, a Casa, nel Circuito, tutti impazziscono di gioia, una gioia…
…che è destinata a svanire dopo soli 38 secondi. Per 38 secondi Felipe Massa è stato Campione, perchè Lewis Hamilton all’ultima curva supera Timo Glock (si dice in crisi nera con le gomme, alcuni cospirano al complotto, ndr) che era in precedenza in 4° posizione (sopravanzato anche da Vettel, ndr). Il Finale, come ogni Film che si rispetti, è scoppiettante e talvolta drammatico: Hamilton è quinto, vince il suo primo Titolo Mondiale, distrugge il sogno Rosso, il sogno brasiliano di Felipe. Emozioni totalmente contrastanti ai Box: un silenzio assordante nel team Ferrari, una festa quasi silenziosa nel Box McLaren, rispetto al rumore delle lacrime della tragedia di Massa.
L’esempio Massa
Perché anche i grandi piangono, anche questi “superuomini” che vanno a più di 300km/h hanno dei sentimenti e delle debolezze, e ad Interlagos 2008, Massa ci ha dato una commovente quanto educativa lezione su tutto ciò.
Nello Sport, come nella vita, si vince, si perde, si ride, si piange, ci si fa male, si sta bene, si hanno problemi e si ha fortuna. L’importante è affrontare tutto dando il massimo di se stessi, sempre.
Enrico Boiani