La principale questione degli ultimi giorni è l’estensione dell’obbligo di Green Pass per usufruire di un numero sempre maggiore di servizi, pubblici e non. Il dibattito ha coinvolto anche gli esponenti dei partiti politici, portando il Governo a porre la fiducia sull’approvazione della legge.
Estensione dell’obbligo di GreenPass
Dal primo settembre scorso si richiede il possesso della Carta verde per poter accedere a numerosi servizi e questo ha causato non pochi scontri e polemiche. Malgrado l’animo agguerrito di coloro che esprimevano a gran voce la loro contrarietà a questo nuovo strumento, l’effettiva presenza di questi nelle proteste si è ridotta a poche persone.
Nonostante il fallimento delle proteste dei no-vax, alcuni esponenti del Governo e dei principali partiti del Parlamento si sono schierati contrari all’estensione del Green Pass, tanto da votare contro questa decisione dell’esecutivo. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha così deciso di porre la questione di fiducia sulla legge che dispone tale provvedimento, definendosi decisamente contrariato da quelli che lui stesso ha definito come inutili giochi di politica. Questa mossa del premier apre la scena a tecnicismi politici poco noti alla popolazione.
Cosa significa “fiducia”? Perché si richiede una legge per l’estensione del Green Pass, se queste estensioni sono già in vigore?
Il decreto legge
Le misure adottate con il decreto sono già in vigore e questo deriva dal fatto che esso è uno strumento particolare. Il governo può, ad alcune condizioni precise e per un periodo limitato, esercitare temporaneamente la funzione legislativa che spetta al Parlamento. Le condizioni in questione sono indicate dalla Costituzione come “situazioni di straordinaria necessità ed urgenza”.
Affinché le regole disposte dal governo siano legittime, è necessario che il decreto sia convertito in legge entro 60 giorni dal Parlamento stesso. Questo riacquisisce così la sua funzione originaria, andando a legittimare a posteriori disposizioni che sono non solo già previste ma anche già in vigore. In questa fase in Parlamento possono essere proposti degli emendamenti da aggiungere alla legge che conterrà il testo e alle disposizioni del decreto già in vigore. Per questo motivo diviene spesso terreno fertile di scontri e compromessi tra i partiti.
Il ricatto della fiducia
Tutto ciò è in ogni caso controproducente, soprattutto se il Paese sta tentando una zoppicante ripresa in quasi ogni settore. Per questo motivo, il premier Draghi, tentando il tutto per tutto per sfuggire ai giochi politici, ha minacciato di porre la questione di fiducia sulla legge di conversione.
Il nostro ordinamento prevede che il Governo, per poter svolgere le sue funzioni, abbia la fiducia al Parlamento. Ponendo la questione di fiducia su una legge, il governo vincola i parlamentari ad approvarne il disegno, pena la perdita della fiducia dell’esecutivo.
Ciò provocherebbe la caduta del Governo stesso e lascerebbe senza una disciplina legislativa numerosi ambiti che necessitano di una regolamentazione.
In particolare, la Lega, che fa parte del governo Draghi, si era posta a favore degli emendamenti proposti dai partiti dell’opposizione. Questi miravano ad eliminare dal testo del decreto l’articolo 3, che prevede l’obbligatorietà della Carta Verde per poter accedere a ristoranti, bar, cinema, ed altri luoghi. A seguito delle dichiarazioni del premier circa la sua volontà nel porre la questione di fiducia, gli emendamenti sono stati ritirati e così la questione non è stata posta.
Fiducia alla politica
Questi giochetti tecnici da parte di coloro che guidano il Paese non sono purtroppo una novità. Il rischio però è quello di produrre effetti sfavorevoli per la comunità, primo fra tutti l’eccessivo dilungarsi delle procedure legislative (problema da sempre rilevante, ancora di più in una situazione di crisi come quella odierna). Queste tattiche politiche finiscono anche per confondere i cittadini, facendo prima diminuire e infine annullare la loro partecipazione alla vita politica.