lunedì, 18 Novembre 2024

Elsa Morante e “La Storia”: una lente sugli anni ’40

La Storia” è il romanzo più conosciuto e criticato di Elsa Morante. Ma perchè dovresti leggerlo? L’opera, che ha previsto tre lunghi anni di gestazione, viene pubblicata da Einaudi nel 1974 nella collana “Gli Struzzi”, edizione economica, per scelta della stessa autrice. Non appena si sfogliano le pagine del volume ci si si sente sopraffatti dalla mole e spaventati dal sottotitolo in copertina che recita “Uno scandalo che dura da diecimila anni”. Cosa può esserci di spettacolare in un libro lungo, lento, che racconta disgrazie preannunciate fin dal frontespizio?


Prima edizione del 1974 per Einaudi

Chi è Elsa Morante?

Elsa Morante, la prima donna a vincere il Premio Strega, nacque a Roma  nel 1912, da una maestra ebrea e un impiegato delle poste siciliano. Non ebbe mai un’istruzione letteraria, ma si formò scrivendo articoli per giornali romani sotto pseudonimi maschili. Nel 1936 conobbe lo scrittore Alberto Moravia, con il quale si sposò nel 1941. Durante il secondo conflitto mondiale i due dovettero rifugiarsi a Fondi, nei pressi di Latina, luogo ricorrente nel romanzo. Collaborò con famosi registi italiani, quali Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini e Franco Zeffirelli. La separazione con Moravia avvenne nel 1961. Dieci anni dopo, Morante inizia a comporre “La Storia”, dal quale riscosse tanto successo quante critiche sia da esponenti di destra che di sinistra. Morì d’infarto nel 1985, dopo un lungo calvario.

“La Storia”

Il romanzo racconta di Ida, maestra di origine ebrea, che vive a Roma sola con il figlio Antonio, detto Nino, dopo essere rimasta vedova. Un giorno un malinconico soldato tedesco la stupra e lei resta incinta di Giuseppe, detto Useppe. La storia di Ida si interseca con la Storia con la “s” maiuscola: ogni capitolo prende il titolo di un anno, dal 1941 al 1947, aprendosi con un breve resoconto della situazione bellica che precede la diegesi. È questo lo scenario in cui si svolgono i fatti.

La scrittrice delinea un ampio mosaico di personaggi, tutti vittime del sistema. Lo stupro di Ida è la molla delle vicende tragiche del romanzo. La maestra è costretta a nascondere il figlio illegittimo e deve mantenere anche il primogenito, che in un primo momento si unisce alle Camice Nere. Nino è il tipico adolescente ribelle, aderisce al fascismo solo per seguire la massa, si dedica a piccoli furti e inizia a fumare. Nel corso del romanzo troviamo altri personaggi significativi, Carlo Vivaldi è uno di questi. Esso è costretto a vivere da latitante e sotto pseudonimo per sfuggire alle rappresaglie tedesche in quanto ebreo.

Dentro il romanzo

Nell’opera vengono esposti diversi temi caratterizzanti del periodo. Primo fra tutti la scarsità di viveri disponibili per il sostentamento e quotidiano e le condizioni igieniche fatiscenti dei sinistrati. I bombardamenti su Roma, che lasciano la popolazioni senza una casa. L’epurazione del ghetto ebraico, che lascia la capitale priva di un luogo ricco di cultura e tradizione, separando intere famiglie. La promiscuità, dettata dalla noia e dall’incertezza dei tempi. L’abuso di stupefacenti usati come palliativo per dimenticarsi le barbarie vissute. Gli ideali politici disillusi, da quelli pro regime alla resistenza partigiana. La prostituzione e il femminicidio, due fattori in crescita nel dopoguerra. La malattia mentale, di cui si vedono i primi esperimenti medici.

Ne “La Storia” Elsa Morante pone la guerra in secondo piano, essa infatti opera un’analisi minuziosa e precisa della società romana degli anni ’40. I personaggi non sono macchiette, ma ognuno di loro ha un suo posto nel romanzo e hanno modo di esprimersi e di farsi conoscere dal lettore nella loro interezza.

La Storia rappresenta il Male dal quale l’uomo non può sfuggirvi, se non ripiegandosi sui propri istinti barbari e primitivi, come Useppe, che nella sua ingenuità non comprende a la situazione che vive, ma si limita ad osservarla.

Perché parlare ancora di fascismo e guerra ci riguarda

“La Storia” è una pietra miliare della narrativa del dopoguerra, la potenza della lucidità di Elsa Morante rende ovvia la risposta alla domanda: da che parte stare? La scrittrice non prende posizioni esplicite, ma le atrocità vissute dai personaggi ci mette nella posizione di agire: condannare le malefatte fasciste, ricordare a tutti cosa sia il Male, opporsi contro tutti coloro che ad oggi si schierano a favore di movimenti neofascisti e simpatizzanti.

A scuola si insegna la Storia dei potenti, delle vittorie e delle conquiste qui troviamo l’opposto, ma una storia è meno importante? Assolutamente no: nel romanzo  non ci sono eroi, qualsiasi ideale viene distrutto, nemmeno l’amore riesce a salvare i personaggi, pedine imbrigliate nel perfido meccanismo della Storia. Pertanto, la grandezza dell’opera sta nella presa di coscienza di ciò che compone le epoche, di ogni singolo tassello che ricostruisce il manto del passato. Tutto ciò permette a noi, giovani e non, di criticare lucidamente il presente.

Nikita Nanni
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Nikita Nanni, classe '99. Romagnola di origine e fuorisede a Urbino per studiare Lettere. Mi piace consigliare libri e farmi dire che sono belli, ho spesso lampi di genio e frequento il corso di teatro per placare il mio carattere agitato. Adoro tutto ciò che è frivolo, trash e glitterato e i gatti. Amo mangiare ma neanche a tavola riesco a stare zitta.

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