lunedì, 18 Novembre 2024

Donne al potere: un altro tipo di leadership?

Le donne al potere attirano particolare attenzione. Forse è ancora dovuto alla rarità di questa combo, oppure davvero al segno distintivo che lasciano quando sono al comando.

D’altro canto, sono loro stesse a sottolineare la doppia responsabilità di cui si fanno carico come leader e come donne.

Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione.

-Giorgia Meloni, 25 Ottobre 2022

Ad oggi siamo ancora ben lontani dal raggiungimento della parità di uomini e donne al potere, come in tanti altri ambiti. Sicuramente, però, lo scenario politico nazionale ed internazionale offre diversi casi da poter analizzare.

Per citarne alcune

L’Unione Europea ha ben tre donne ai vertici. Queste sono Ursula Von Der Leyen, Christine Lagarde e Roberta Metsola, rispettivamente Presidenti di Commissione europea, Banca centrale europea a Parlamento europeo.

Christine Lagarde, Roberta Metsola e Ursola von der Leyen nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo.
(credit: repubblica.it)

Questo trio al femminile conferma il trend per cui le istituzioni europee anticipano e costituiscono un esempio per molti dei loro Paesi membri. Dà, poi, maggiore credibilità all’impegno preso dalle istituzioni europee, tramite la “Strategia per la parità di genere” nel combattere il gender gap. 

In Italia possiamo considerare i casi recenti di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, ed Elly Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico.

La forte divergenza delle loro direzioni politiche ci è utile a normalizzare la concezione di donna al potere. Così come è sempre avvenuto con le figure maschili, ci sono donne che, sebbene richiamino la retorica dell’emancipazione femminile, non fanno delle lotte femministe una loro priorità. Basti ricordare l’approccio del governo Meloni, il più a destra dall’epoca del fascismo, alla tematica dell’aborto.   

L’Italia è stata anche in questo caso, peraltro, fanalino di coda dell’Unione Europea. Nella maggior parte dei suoi paesi membri figure femminili avevano già ricoperto la carica di Primo Ministro, vertice dei sistemi parlamentari.

Cartina raffigurante in azzurro i Paesi dell'Unione Europea che hanno avuto donne a capo del governo e in rosso quelli che non ne hanno avute. I dati sono aggiornati al 2021.
Paesi europei che hanno avuto donne a capo del governo fino al 2021.
(credit: pagellapolitica.it)

Diversi esempi di leader donne degli ultimi anni vengono dal Nord Europa. Tra queste: Erna Solberg in Norvegia, Magdalena Andersson in Svezia, Sanna Marin in Finlandia, Kaja Kallas in Estonia, Ingrida Šimonytė in Lituania, Katrín Jakobsdóttir in Islanda, Mette Frederiksen in Danimarca.

Cos’ha di diverso la leadership femminile

L’abitudine sociale alla leadership maschile mette in risalto quelle che, confrontando casi più o meno recenti, sembrano peculiarità delle donne al potere.

Tendenzialmente, esse presentano un piano politico chiaro e mirato, senza mezze misure. Questo non significa, chiaramente, che abbiano tutte orientamenti radicali, ma piuttosto che improntano il loro mandato su obiettivi precisi.

A questo riguardo, sono stati diversi i casi di dimissioni anticipate o di downshifting da parte di leader donne. Secondo i retaggi patriarcali anche in questo fenomeno è rintracciabile un elemento di debolezza. I fatti dimostrano, però, piuttosto un forte senso di responsabilità verso il ruolo ricoperto e le promesse fatte.

Avere un ruolo così privilegiato comporta responsabilità, tra cui quella di sapere in quale momento sei la persona giusta per stare al comando e anche in quale momento non lo sei.

-Jacinda Ardern, 19 Gennaio 2023.

Il caso dell’ormai ex Premier neozelandese Jacinda Ardern ne è appunto un esempio. Capo del Partito Laburista della Nuova Zelanda, ha rinunciato lo scorso Gennaio alla carica di Primo Ministro assunta nel 2017. In particolare, ha parlato della costante energia richiesta per fronteggiare al meglio le variegate problematiche di un Paese.

Se si pensa, inoltre, al grado di attaccamento al potere, la storia della leadership maschile risulta ripetitiva. Riutilizzando la lente patriarcale, un uomo che “accetta la sconfitta” è un perdente. E’ preferibile, invece, tenere ben saldo il timone finché si riesce.

Al di là della visione politica, molte figure femminili hanno lasciato anticipatamente il loro posto in seguito a fallimenti elettorali o a discostamenti rispetto agli impegni presi. Questo è accaduto anche lo scorso Ottobre 2022, quando la neoleader dei Tory Liz Truss ha lasciato la guida del governo dopo soli 44 giorni.

E il nostro Paese è stato bloccato a lungo da una bassa crescita economica. Sono stata eletta con un mandato per cambiare ciò: riconosco, tuttavia, data la situazione, che non posso portare a termine il mandato. 

-Liz Truss, 20 Ottobre 2022

Infine, a spiccare nei discorsi è l’intenzione di fare squadra, collaborare per azioni effettive. Probabilmente per la maggiore difficoltà nell’apparire socialmente “giuste”, le donne sono più portate ad avere riguardo della collettività di cui sono ai vertici.

Lavoreremo per l’unità e posso garantire già da oggi che il mio impegno sarà quello di essere la segretaria di tutte e di tutti indistintamente. Questo ci aspetta, questa è la responsabilità che abbiamo e soltanto così noi lavoreremo insieme per tornare a vincere, presto, insieme.

-Elly Schlein, 25 Febbraio 2023

Queste potrebbero essere solo coincidenze e non veri e propri trend. Vale la pena però valorizzare sempre più l’azione politica delle donne, affinché il loro tipo di leadership non costituisca più un fenomeno da studiare, ma piuttosto, una consuetudine.

Mirna Toccaceli
Mirna Toccaceli
Attualmente studentessa del corso magistrale European and International Studies, presso l'Università di Trento. Mi piace informarmi ed informare su ciò che accade nel mondo, confrontando più prospettive. Nelle pause dai libri viaggio: se non posso fisicamente, lo faccio con la mente mettendo un paio di cuffiette.

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