Il diesel nelle nostre vite
Avete una macchina a diesel? Io sì, un Chrysler Town and Country modello 2003, una macchina piacevolissima e di grande bellezza. Le macchine a diesel sono molto comuni, o meglio, non si sa ancora per quanto tempo lo saranno. In Europa le vendite di macchine a benzina nel 2017 hanno superato quelle delle auto alimentate a gasolio, per la prima volta dal 2009. Qualcosa è cambiato, qualcosa nei gusti dei consumatori è mutato profondamente. Il diesel, che ha dominato per decenni il mercato europeo (e mondiale) si appresta a percorrere un lento declino. Che cosa ha provocato questo crollo repentino?
Lo scandalo Dieselgate
Tutti sapete dello scandalo Dieselgate che ha colpito la Volksfwagen e che poi si è esteso anche ai principali gruppi automobilistici tedeschi (e non solo). Nel 2015, dopo anni di indagini e di test, L’EPA (United States Environmental Protection Agency) ha comunicato che il gruppo industriale di Wolfsburg aveva truccato per anni i test sulle emissioni di Nox e di altri inquinanti da gasolio. Tutto ciò attraverso un software manipolatore che al momento del test riduceva le prestazioni e permetteva di abbassare le emissioni. Lo scandalo ha avuto un impatto mondiale enorme. Il governo statunitense ha fatto ritirare dal gruppo Volkswagen circa 500000 veicoli provvisti del motore incriminato, che ora compongono il più grande “cimitero delle auto” mai esistito, un vero spettacolo per gli occhi.
Controlli europei ambigui
La Volkswagen aveva cavalcato per anni l’immagine del gruppo responsabile, solido e affidabile, soprattutto negli Stati Uniti. Le norme tecniche statunitensi, infatti, sono molto più restrittive di quelle europee. Il controllo è operato da organismi indipendenti, mentre in Europa sono le stesse aziende a pagare gli enti certificatori per ottenere le certificazioni, per poi passare sotto il vaglio delle autorità nazionali. Questo sistema è molto simile a quello “imprese finanziarie-agenzie di rating” a ridosso della crisi economico-finanziaria del 2008, dove quest’ultime sovente davano giudizi positivi alle imprese più potenti dal momento che, se non l’avessero fatto, sarebbero state emarginate. Sappiamo tutti come è andata a finire.
La grande menzogna
Nelle pubblicità la Volkswagen si faceva portatrice di grandi ideali di sviluppo sostenibile. Sosteneva che le proprie macchine a diesel erano pulite, migliori delle corrispettive macchine a diesel dei concorrenti. Lo scandalo Dieselgate ha dimostrato come niente vada dato per scontato, e come anche la più sicura delle imprese possa nascondere terribili segreti. È agghiacciante constatare come il gruppo dirigente Volkswagen abbia consapevolmente nascosto la vera natura dei propri motori diesel, fregandosene delle emissioni e delle gravi conseguenze sul clima e sulla salute delle persone. Lo scandalo ha dato la spinta decisiva per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica a un problema che è stato ignorato per anni.
I danni per la salute
L’impatto dei motori a diesel sull’ambiente e sulla salute è enorme. Una ricerca di Greenpeace condotta a Milano, Torino, Palermo e Roma campionando l’aria delle città, ha dimostrato come le emissioni diesel in Italia superino di gran lunga la soglia minima europea di 40 μg/m3. A Milano e Torino le emissioni superano addirittura il doppio del valore soglia (80 μg/m3). Solo in Europa le emissioni di biossido di azoto causano 75000 morti premature, in Italia l’incidenza è il doppio della media europea.
Benzina o Diesel?
La convinzione comune è sempre stata che i motori a benzina producono più anidride carbonica rispetto ai motori a diesel (circa il 10-15 % in più), mentre i motori a diesel producono più biossido di azoto. Tutto vero, se ci limitiamo a considerare le emissioni. Uno studio di Transport and Environment, un centro di studi ambientalistici con sede a Bruxelles, dimostra il contrario. Se consideriamo l’intero ciclo di vita del gasolio, dalla raffinazione fino all’utilizzo, risulta che le emissioni di Co2 sono addirittura superiori a quelle della benzina. Questo dato, unito all’incertezza del funzionamento dei FAP (filtri anti particolato) per le polveri sottili, rende il diesel molto pericoloso.
http://download.repubblica.it/pdf/2017/motori/DIESELREPORT.PDF
Le imprese cambiano strategia
In questo contesto mutato di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, il tema dello sviluppo sostenibile, nella logica delle imprese, si è trasformato da vincolo in opportunità. La risposta ai problemi ambientali è stata un’economia che ha messo insieme una visione di tipo “Resource Management”, in cui la crescita viene subordinata ai criteri di tutela dell’ambiente tramite multe e incentivi, e un modello di “Eco-Development”, in cui le risorse vengono salvaguardate attraverso la prevenzione. Ormai l’ambientalismo è entrato di prepotenza nella mentalità delle imprese (per ragioni di profitto e necessità per di più). Pregiudicare la propria reputazione con scandali relativi all’inquinamento può distruggere un’impresa. Appare chiaro come il clima generale sia mutato, le imprese si mobilitano nel ricercare soluzioni eco-sostenibili e cercano di ridurre al massimo il proprio impatto ambientale.
Qualcosa sta cambiando
Azzerare l’inquinamento non è possibile, almeno per ora. Significherebbe un tracollo della produzione e dell’economia reale, ma lo si può limitare fortemente. Il Clean Mobility Package è un piano europeo presentato l’8 novembre 2017 che prevede la riduzione di emissioni di Co2 del 15% dal 2021 al 2025 e una riduzione del 30% dal 2021 al 2030. Città Del Messico, Parigi, Atene e Madrid abbandoneranno l’uso di auto e camion a diesel entro il 2025, Roma bandirà i veicoli a diesel nel centro storico dal 2024. Toyota non produce più veicoli a diesel in Italia da gennaio di quest’anno (ad eccezione dei fuoristrada e dei veicoli commerciali), FCA sta pensando di abbandonare i veicoli a diesel dal 2022. Lo scandalo Dieselgate ha rovesciato il mercato mondiale.
Il declino inesorabile del diesel
Nonostante progetti virtuosi come il diesel Euro6d di nuova generazione implementato da Honda, con emissioni di Nox al di sotto degli 80 mg/km (valore limite per la normativa Rde) e un dispositivo FAP migliorato con livelli di efficienza al 99%, il destino del diesel sembra segnato. Nonostante la protezione del governo tedesco all’industria automobilistica nazionale dopo lo scandalo Dieselgate, le vendite di macchine a diesel sono diminuite dal 45,9% del 2016 al 38,8% del 2017. I governi nazionali si muovono verso politiche di diffusione delle auto elettriche e di fonti di energia rinnovabili, tassando sempre di più le emissioni. Il diesel non piace più a nessuno, e la maggior parte delle imprese automobilistiche lo sta abbandonando o lo abbandonerà. Sono tempi duri per il diesel.