Ad un anno di distanza
Ebbene si, è passato ormai un anno da quando l’Italia, anzi il mondo intero, ha perso uno degli esponenti più importanti del ‘900 in campo letterario: Dario Fo. A consacrarlo a livello mondiale sarà il suo “Mistero buffo”, scritto ed interpretato nel 1969.
STRUTTURA DELL’OPERA
Il “Mistero buffo” si caratterizza prevalentemente per la figura di un solo soggetto in scena in cui racconta alcuni episodi biblici in maniera grottesca. Per rendere la scena così grottesca si utilizza un linguaggio detto grammelot. Il grammelot non è altro che l’insieme delle cadenze di vari dialetti (padani in questo caso) e delle gestualità, portando il tutto a un livello scanzonato.
DARIO FO E PIRANDELLO
Sebbene siano stati gli unici italiani ad aver vinto il nobel per la “carriera teatrale”, Fo si distanziava dal teatro pirandelliano. La sua idea di teatro si basava più sul “riprendere la chiave della situazione” che sul “teatro borghese, fatto di personaggi che raccontano storie”
VITTORIA DEL NOBEL
“Perchè, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Ecco la motivazione che ha portato la commissione a decretarlo come vincitore del premio nel 1997. Un avvenimento che ha sicuramente risollevato la figura del teatro oscuratasi per anni dietro quella della televisione.