venerdì, 20 Dicembre 2024

Cop28 e l’arte di accontentarsi

We united. We acted. We delivered.

Questa la frase che si legge appena si accede al sito della Cop28, parole accompagnate da una foto con tutti i leader del mondo disposti in file ordinate, sorridenti in camera. Il colore principale della pagina è il verde e si può addirittura impostare il sito nella modalità “low carbon version”. Ma al di là di questa patina di impegno e sostenibilità, quali sono stati gli elementi concreti del più importante tra i consessi internazionali?

La conferenza annuale dell’Agenzia ONU sul cambiamento climatico è stata ospitata quest’anno dagli Emirati Arabi Uniti, il settimo produttore di petrolio al mondo. Il presidente era Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’industria e della tecnologia, nonché amministratore delegato dell’azienda petrolifera statale emiratina. Come in Egitto, l’accesso alla Cop era strettamente limitato alla blue zone, riservata alle parti istituzionali, e alla green zone, per i membri della società civile. Non era infatti possibile riunirsi né manifestare al di fuori della zona della conferenza.

Global Stocktake

Nonostante, o forse proprio grazie a queste premesse, la Cop28 è stata vista come un successo. 
“È l’inizio della fine dei combustibili fossili” ha dichiarato Simon Steil, segretario esecutivo delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico. Il final draft del Global Stocktake ha richiesto un giorno in più di negoziati, la conferenza si è infatti conclusa il 13 dicembre invece che il 12. Si tratta di un esile documento di 21 pagine volto a stilare i progressi finora fatti per rispettare la soglia di 1,5 C° dell’Accordo di Parigi e le nuove misure da intraprendere e implementare in materia di mitigazione e adattamento.

L’art 28 è quello contenente la fatidica parola “combustibili fossili”, che compare per la prima volta in 28 anni di Cop, e l’intenzione di avviare una transizione, ovvero una riduzione graduale del loro utilizzo.

“Transitioning away from fossil fuels in energy systems, in a just, orderly and equitable manner, accelerating action in this critical decade, so as to achieve net zero by 2050 in keeping with the science”.

Il testo è il frutto di ore di negoziazione e compromessi tra gli attori più intransigenti, come l’Unione Europea, che puntavano al termine “eliminazione”, e quelli come l’Arabia Saudita che si sono opposti fino all’ultimo a inserire del tutto i combustibili fossili.
In questo caso gli Emirati hanno svolto un ruolo fondamentale nel convincere i vicini, sottolineando come sia impossibile un vero cambiamento senza il coinvolgimento e l’impegno da parte dei paesi più impattanti a livello climatico. Da qui l’importanza anche di un solo attore che faccia parte di questa categoria, che svolga il ruolo di mediatore.

Problemi

Il paradosso è evidente. Da un lato si parla di una transizione per gradi, dall’altro si riconosce che questo è un decennio critico, e da qui la necessità di accelerare le azioni per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Come coniugare un’azione graduale con una accelerata per il settore dei combustibili fossili, responsabile di più del 75% delle emissioni di gas serra globali? Peraltro nella situazione attuale, in cui la finestra di opportunità per interventi di impatto sul cambiamento climatico si sta sempre più restringendo. Siamo ancora in tempo o è ormai troppo tardi? È fondamentale individuare i progressi fatti dalle Cop nel corso degli anni, ma allo stesso tempo indicare la Cop28 come un successo è accontentarsi del minimo, anche perché nessun testo prodotto è internazionalmente vincolante. Il Global Stocktake non rappresenta l’ultimo gradino della salita, la scala è ancora lunga da percorrere ma è necessario accelerare il passo.           

È necessaria una maggiore consapevolezza, dai singoli alle istituzioni, perché non ci si può più permettere di andare al ribasso. Altrimenti ci ritroviamo a gioire delle briciole, mentre il mondo intorno a noi è in fiamme.

Ghea Felici
Ghea Felicihttps://www.sistemacritico.it/
Classe 2001, studentessa di Scienze Internazionali e diplomatiche a Forlì. Mi piace scoprire cose nuove in giro per il mondo e mettere in pratica i miei 5 anni di liceo linguistico. Quando non viaggio cerco di scrivere di Politica ma niente di serio. Appassionata di Giustizia e Diritti, illusa sostenitrice delle cause perse.

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