lunedì, 18 Novembre 2024

Conte: il Rupert Brooke della politica italiana

Un turbolento scenario politico, sanitario ed economico oggi come non mai sta mettendo a dura prova la tenuta di molte democrazie in tutto il mondo. In questo clima di incertezza, un politicamente inedito Giuseppe Conte ispira le masse con veemenza e carisma. ad oltre un secolo dalla Grande Guerra ciò porta alla mente un quesito: Conte può essere definito il “Rupert Brooke” della politica italiana?

“Ho fatto un patto con la mia coscienza, al primo posto c’è la salute degli italiani.”

Giuseppe Conte in diretta Facebook, 11 marzo 2020

Rupert Brooke: l’idealismo muove i popoli

Giuseppe Conte (a sinistra) e Rupert Brooke (a destra)

“If I should die, think only this of me:
That there’s some corner of a foreign field
That is for ever England.”

Dalla poesia “The soldier” di Rupert Brooke, 1915

Agli albori della Prima Guerra Mondiale, il poeta inglese Rupert Brooke raccontava in maniera inedita un conflitto che Hemingway, Ungaretti ed il suo stesso connazionale Wilfred Owen descrivevano con orrore e disgusto. L’idealismo dei “war sonnets” di Brooke, dato forse anche dalla sua prematura morte per setticemia che probabilmente lo “salvò” dagli orrori di Verdun e della Somme, ed un fascino che ai tempi fu la tomba di molti cuori resero la sua figura l’ideale strumento di propaganda a sostegno dello sforzo bellico britannico.

“Mentre il poeta navigava alla volta del Mediterraneo, “The soldier” fu letta la Domenica di Pasqua del 1915 dal pulpito della cattedrale londinese di San Paolo.”

Da “Matt Limb battlefield tours”, 23 Aprile 2013

Nuova guerra, vecchie sofferenze

“This is worse than Pearl Harbor, this is worse than the World Trade Center. There’s never been an attack like this.”

Donald Trump alla stampa, 7 Maggio 2020

Oggi come allora la popolazione mondiale si trova coinvolta, suo malgrado, in quella che può essere definita una vera e propria guerra. Spaventosi bollettini, centinaia di morti ogni giorno, l’economia in ginocchio ed ospedali sull’orlo del collasso: pressoché ogni aspetto di questa pandemia ricorda quello di una nazione in stato di guerra.

il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ed il direttore dell’I.S.S. nell’atto di annunciare il bollettino periodico, Aprile 2020

La digitalizzazione è “virale”

“Le nuove teorie del complotto si sono unite alle numerose già in circolazione sul 5G e i suoi presunti effetti sulla salute, alimentate da gruppi di interesse di vario tipo per boicottarlo.”

Da “Il Post”, 9 Aprile 2020

L’ attuale pandemia non può, per tasso di mortalità e gravità dei sintomi, essere paragonata ad altre ben più gravi epidemie conosciute dall’uomo nella storia recente e non. Quest’ultima ha tuttavia colpito una società sempre più influenzata dalla globalizzazione e dall’inarrestabile sviluppo tecnologico e producendo, nel bene e nel male, effetti psicologici ed economici prima d’ora inimmaginabili. I social network, i mass media ed altri mezzi di informazione precedentemente criticati si stanno in questo momento rivelando un fondamentale mezzo di contrasto al contagio e di comunicazione durante il periodo di quarantena.

Le indicazioni divulgate dal Ministero della Salute in merito alla prevenzione del contagio da Covid-19

Un governo “social”

“Restiamo distanti oggi per abbracciarci domani.”

Dal discorso di Giuseppe Conte in diretta Facebook dell’11 marzo 2020

Questo particolare clima ha contribuito ad un massiccio rafforzamento della capacità comunicativa e, nel bene e nel male, dell’attenzione popolare di istituzioni trovatesi in breve tempo  al centro del dibattito pubblico.

Per tutta la giornata di ieri è rimbalzato sul web il fotogramma che lo immortala con la mascherina sanitaria sul viso. Una scelta che ha fatto discutere, quella di Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia.”

Da “Il Giorno”, 28 febbraio 2020

Giuseppe Conte: l’idealismo muove i popoli

Manifesto appeso sulla facciata di alcuni alberghi e battelli nella cittadina olandese di Delft

Volto principale di questa svolta “pop” delle istituzioni italiane è il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Quest’ultimo, grazie a videoconferenze, ad interviste, all’emanazione di molteplici D.P.C.M che hanno modificato in maniera immediata ed inequivocabile la vita quotidiana dei cittadini ed ad una presenza sui social e sui mezzi di stampa e di informazione prima d’ora insolita per un capo di governo, è probabilmente divenuto il volto dell’Italia ai tempi del Coronavirus.

Immagine condivisa da una delle numerose pagine social inneggianti a Giuseppe Conte

Un popolo unito è un popolo che spende

“Il Dipartimento nazionale della Protezione civile nazionale ha raccolto sul proprio conto 127.772.368 euro.[..]
Le donazioni in denaro già erogate e disponibili per la Cri ammontano a un totale di 12.945.939,53. I maggiori donatori sono stati Rolex con 2milioni, Coca Cola con 1,3 milioni; Credit Agricole e WindTre conun milione.[..]
La campagna lanciata da Caritas Italiana ha raccolto 14 milioni dalla Conferenza Episcopale Italiana e provenienti da donazioni e otto per mille e 1,1 milioni di euro attraverso 350 donazioni (compresi i 100 mila euro donati da Papa Francesco).”

Da “Corriere.it” 23 aprile 2020

in occcasione di questa guerra al virus l’imponente operazione mediatica portata avanti da Governo, istituzioni ed imprese, unita ad un’ attenzione tutta nuova riservata dalla popolazione ad operatori del comparto sanitario troppo spesso ignorati dalla cronaca e dalla politica, ha ispirato all’impegno attivo e non una grande fetta della popolazione. Questo grande sforzo collettivo si è soprattutto concretizzato in un massiccio flusso di donazioni ad istituzioni pubbliche e private operanti principalmente nell’ambito sanitario. Si parla di cifre complessive sorprendentemente elevate, degne della manovra finanziaria di uno Stato.

Defend your country with your dollars

Copertina del Saturday Evening Post realizzata da Norman Rockwell, 1 Luglio 1944

Le dimensioni ed il grande impatto sia ideologico assunti da questa operazione di solidarietà sono indubbie. Eppure non si tratta di un successo senza precedenti. Guardando indetro nel tempo, infatti, un simile fermento popolare si riscontrò anche negli Stati Uniti, in occasione dell’emissione dei titoli finanziari di classe E. Tale emissione di titoli finalizzata finanziare lo sforzo bellico durante la seconda guerra mondiale accomunò, con risultati tuttavia molto meno consistenti, i governi di pressocchè tutte le potenze impegnate nel conflitto.

“Over the course of the war 85 million Americans purchased bonds totalling approximately $185 billion.”

Da “Wikipedia.en” sez. “War Bonds”
Dalla serie “Four freedoms” di Norman Rockwell

Articolo di Brahim Baaila

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