lunedì, 18 Novembre 2024

Canzuk “L’unione degli oceani”

Premessa

Il processo che ha portato molti sudditi del Regno Unito a sostenere l’uscita della gran Bretagna dall’Unione Europea è molto variegato e con  molte concause. Da meri ragionamenti economici, alla paura di essere legati a una struttura “anti-democratica” e,  per finire , alla vita in generale che in una cultura del genere viene percepita aliena. 

Quale  sarà il finale di questo processo storico? Una nuova generazione di britannici  europeisti salirà al potere, si renderà conto dell’errore fatto e si riunirà con il resto del continente? Oppure, come disse l’onorevole eurodeputato Nigel Farage: “il Regno Unito non metterà più piede in queste sale, siamo Liberi! Liberi di andare dove vogliamo!”

La cara vecchia Inghilterra ci ha davvero voltato le spalle  per sempre  trovando un nuovo ruolo  nel mondo? Chi sostiene questa  ipotesi ha portato alla luce una nuova proposta: la riunificazione politica della Anglosfera Brittanica, sotto l’egida di una confederazione fra “primus inter pares” , composta da Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno unito.

la parola CANZUK è l’acronimo delle iniziali dei Paesi, ad indicare il nome di questa Unione sugli Oceani, legata sia alla madrepatria Inghilterra, sia al globo.

Come funzionerebbe la Canzuk?

Questi sono gli schemi che governano l’unione Europea:

A) Libero scambio di Beni e consumi B) Circolazione di servizi e materie prime C) Libera circolazione tra i lavoratori dei rispettivi paesi, con annesso il diritto di residenza D) Unica fonte di diritto

I sostenitori della Canzuk vorrebbero applicarli su scala globale, tra i vecchi e più importanti stati che componevano la vecchia Londra Imperiale. Sulla carta questo progetto sembrerebbe una riedizione fantasiosa dell’ Old Empire in versione 2.0, un progetto visionario sostenuto da poche frange partitiche di tutti i paesi che compongono l’Anglosfera inglese.

In realtà, sarebbe una sbaglio ritenere che sia così; la  proposta di  realizzare una confederazione politica tra i più ricchi e potenti Commonwealth Realms, ha avuto un forte seguito sia all’interno del panorama inglese che quello Canadese, Australiano e Neozelandese. A livello di sondaggi, la maggior parte degli intervistati ha dato un parere positivo a una eventuale confederazione tra gli  stati sopracitati.

I vecchi sostenitori della permanenza nell’Unione Europea sarebbero accontentati, con la partecipazione del proprio Paese in una realtà economica di più ampio respiro. Mentre chi votò per la Brexit, sarà nuovamente legato ad una struttura culturale di riferimento, non più  considerata estranea. Tutti contenti, insomma.

Per questo motivo politici di primo piano in tutti i paesi anglosassoni hanno cominciato a dichiararsi favorevoli al progetto di unificazione. Sulla Carta ci sarebbero già tutti i crismi per un processo di riavvicinamento.

Ma c’è un problema

I Paesi sopracitati hanno effettivamente  un’enorme somiglianza politica e giurisprudenziale, oltre alla comunanza della lingua. Sulla carta, tale Unione avrebbe già delle basi solide e una uniformità culturale enorme. Fosse per la Community Anglofona di youtube, La Canzuk parrebbe cosa già fatta. Ma una domanda è inevitabile farci: se il Regno Unito disponeva  già di  una sfera d’influenza propria, perché nel 1974 la abbandonò per unirsi alla Comunità Europea? La risposta è empiricamente molto semplice, le relazioni commerciali.

Il commercio, la chiave di volta

Il vecchio impero disponeva di una clausola commerciale chiamata privilegio dell’impero in base al quale le merci venivano importate ed esportate solamente fra i paesi membri della Corona Inglese, senza dazi. Questa politica commerciale aveva il duplice obiettivo di legare le Colonie e i Dominion alla Corona Inglese, oltre che garantire un afflusso continuo di materie prime e capitale umano a Londra. Quando l’Anglosfera univa politicamente un quarto delle terre emerse, questo si rivelò uno schema vincente. Non per caso, il XIX secolo per gli inglese fu denominato Glorioso Isolamento dal Continente.

Dopo la prima guerra mondiale questo modello entrò in crisi. Le colonie più importanti (Australia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada e inizialmente l’Irlanda e il Sudafrica) ora chiamate Dominion, premevano per una politica commerciale più autonoma e il re Giorgio V, memore di quanto accaduto con gli Stati Uniti, assieme al suo Governo, decise di estendere le prerogative delle colonie con più coloni bianchi, rendendole dominion della Corona. In pratica degli stati semi indipendenti. Dopo la seconda guerra mondiale, questo processo si allargò e divennero degli Stati in tutto e per tutto indipendenti. Solamente la Regina conserva un qualche tipo di legame essendo ancora, in teoria. il Capo di Stato anche di quei territori.

Il motivo di questo distanziamento fu estremamente semplice: con la perdita delle colonie in Africa e in Asia, ai territori più ricchi dell’Impero  conveniva avere stretti rapporti con i vicini anziché avere come intermediario commerciale prioritario lo stesso Regno Unito.

Un futuro già scritto?

Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, L’Australia e la Nuova Zelanda si sono legate maggiormente ai mercati del sud est asiatico.Il Canada a quasi due terzi delle proprie importazioni provenienti dagli Stati Uniti mentre , nonostante l’uscita dall’Unione Europea, il Regno Unito continuerà ad avere come principali partner commerciali gli stessi Stati Membri. Questo stato di cose potrebbe essere cambiato in decenni ma non i pochi anni. Lo stesso varrebbe per gli altri ipotetici Stati membri del Canzuk, obbligandogli a una difficile politica di unificazione che potrebbe essere completata in decenni, senza grossi benefici economici.

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