Il passato canadese è molto più cruento di quello che può sembrare ad una prima occhiata. Nel mese di maggio, il ritrovamento dei resti di 215 bambini indigeni nei pressi di una scuola residenziale (o collegio) ha sconvolto il Paese. A fare maggiormente scalpore è stato il ruolo della Chiesa, la quale gestiva la maggior parte di questo tipo d’istituti prima della loro chiusura. In giugno, altri 751 cadaveri sono stati scoperti in una fossa comune nei pressi di un altro collegio. Inoltre, sono stati rinvenute altri 182 corpi la scorsa settimana. Il ritrovamento dei corpi ha spinto un gruppo di persone non ancora identificato a cercare giustizia, o meglio vendetta, verso la Chiesa. Nelle ultime settimane, dozzine di chiese sono state vandalizzate e ben cinque di esse sono state letteralmente ridotte in cenere.
I collegi del peccato
Per oltre 120 anni, la Chiesa ha prelevato circa 150.000 giovani indigeni dalle rispettive comunità, e li ha costretti a frequentare i propri collegi. In questi luoghi, preti e suore non si facevano scrupoli nel ricorrere a violenza fisica, psicologica sugli studenti. In certi casi, ricorrevano perfino alla violenza sessuale. Anche il solo parlare in una lingua differente dal francese o inglese comportava una punizione corporea. Inoltre, i ragazzi erano spesso vittima di malattie per via della cattiva nutrizione che ricevevano. Lo scopo di questi collegi era dunque quello di denigrare giovani nativi e privarli della propria identità culturale, in modo da rieducarli seguendo i canoni dei ‘bravi’ coloni europei.
Il governo canadese è sempre stato a conoscenza delle condizioni in cui versavano le scuole residenziali gestite dalla Chiesa. Infatti, era lo stato stesso a finanziare questi istituti. Dato l’elevato numero di morti, l’organo predecessore del Dipartimento degli Affari Indigeni stabilì una norma per facilitare la consegna dei corpi alle famiglie. Tuttavia, per abbattere i costi, i collegi spesso si prendevano l’onore di smaltire i resti dei giovani nativi seppellendoli in fosse comuni prossime all’istituto.
Un rapporto della Commissione Verità e Riconciliazione risalente al 2015 ha identificato la scomparsa e morte di ben 3201 studenti indigeni. Tuttavia, i recenti ritrovamenti hanno confermato che il numero sopra citato è ben lontano da rappresentare la realtà. Le comunità indigene canadesi ritengono che il sistema di scuole residenziali sia responsabile della scomparsa di decine di migliaia di ragazzi. Nonostante i collegi siano fuori uso dal 1996, in Canada vive ancora il ricordo del genocidio culturale attuato ai danni dei giovani nativi.
Chiese in fiamme
Lo scorso 21 giugno, durante la ricorrenza della Giornata Nazionale delle Persone Indigene, due chiese hanno misteriosamente preso fuoco nel cuore della notte. I pompieri non hanno fatto in tempo ad intervenire. Dove prima vi erano due chiese, ora vi sono solo macerie e cenere. Ad oggi, il numero di chiese distrutte ammonta a cinque. Nonostante i responsabili siano ancora ignoti, la loro motivazione è chiara. Costoro cercano vendetta per gli abusi e traumi subiti dai ragazzi indigeni che hanno frequentato le scuole residenziali.
Nonostante la Chiesa sia responsabile per i maltrattamenti inflitti agli studenti dei suoi collegi, questo gruppo di piromani non cerca giustizia. Al contrario, questi individui scelgono i propri bersagli in modo arbitrario. Al momento, non vi è alcuna correlazione tra le chiese distrutte ed i collegi. Allo stesso modo, nessun corpo è stato rinvenuto nei pressi di questi luoghi. Le azioni del gruppo non sono solamente immorali, ma anche controproducenti. Se anche vi fossero state le prove di una connessione tra le chiese e le scuole residenziali, tali prove sarebbero ora ridotte in cenere.
Opinioni sulla Chiesa in Canada
Il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, ha recentemente condannato gli attacchi vandalici e gli incendi dolosi ai danni delle chiese canadesi. Tuttavia, ha anche ammesso di comprendere la rabbia che ha portato a tali azioni. Non bisogna però dare per scontato che le azioni di un piccolo gruppo rappresentino il volere della popolazione indigena canadese. Infatti, generazioni di loro antenati hanno ricevuto il battesimo in questi luoghi. Per quanto i nativi possano provare sentimenti contrastanti nei confronti della Chiesa, nessuno di loro condona gli incendi.
Gli incendi dolosi ai danni delle chiese canadesi sono dei veri e propri crimini d’odio. L’unico modo per evitare che la situazione non peggiori è cercare di sanare la rabbia che imperversa in Canada. A tale proposito, Trudeau ha invitato Papa Francesco a scusarsi con la popolazione per il dolore causato ai nativi in passato. Il Pontefice non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo. Il Papa ha solamente acconsentito ad incontrare in dicembre alcuni superstiti delle scuole residenziali. Tuttavia, ciò non è abbastanza. Il popolo canadese esige le scuse da parte del Pontefice. In gioco non vi è solo il futuro della religione cristiana in Canada, ma anche quello dei suoi fedeli.