Christopher Browning, attraverso Uomini comuni, ripercorre la storia del Battaglione 101.
Il Battaglione 101, un gruppo di uomini che ha preso parte allo sterminio ebraico. Il comandante era il maggiore Wilhelm Trapp, i suoi due capitani Wolfgang Hoffman e Julius Wohlauf. Il 13 luglio del 1942 il Battaglione 101 fu il fautore dell’eccidio a Józefów, il primo di una tormentosa serie.
Violenza e storia
Christopher Browning, noto storico, in Uomini comuni analizza i crimini del Battaglione 101 relativi alla Shoah. Delinea una valutazione che parte dalla prospettiva dei carnefici. L’autore ripercorre le reazioni e i comportamenti dei componenti del Battaglione, “uomini comuni” coinvolti nella “soluzione finale”.
I massacri si susseguono, e gli uomini, partecipi di una quotidiana crudeltà, sono stati arruolati per necessità: questi vivono la normalizzazione della violenza. La brutalizzazione è burocrazia, le uccisioni numeri: “la procedura operativa corrente”, come la chiama Browning.
Il Battaglione 101: reazioni e comportamenti
Browning riporta gli avvenimenti in ordine cronologico, inserendo anche i commenti degli interrogatori. Focalizzando la propria attenzione sul pluralismo comportamentale, lo storico adotta una lente sociopsicologica. Le reazioni molteplici descrivono le diversità che emergono in un tale contesto, ove la morale singola è inglobata dalle regole del branco. L’individualità è subordinata al conformismo di gruppo.
Browning considera più elementi: “l’elemento sorpresa” è il primo fra questi. A seguire c’è la “spinta al conformismo, cioè l’identificazione dei poliziotti con i compagni e il forte impulso a non uscire dai ranghi”. Non c’era ancora conoscenza tra loro, nessuno vuole staccarsi e mostrarsi troppo debole. Il desiderio d’accettazione antecede il resto. Non è un essere buoni, ma un essere troppo deboli agli occhi del gruppo. Interrogati, i componenti del Battaglione giustificano sé stessi, ricercando una mancanza di scelta, un’impossibilità a fare diversamente.
La Täterforschung, la storia riguardante i crimini nazisti
La Täterforschung è una sotto-disciplina nell’ambito degli Holocaust Studies, gli studi sulla Shoah. In questo campo si contraddistingue Daniel Codhagen con “I volenterosi carnefici di Hitler”.
In un controverso dibattito sulle motivazioni dei perpetratori, Coldhagen e Browning si contrappongono:
Stanley Milgram: “l’obbedienza all’autorità”
Browning, in Uomini comuni, esamina la teoria di Milgram. Stanley Milgram, psicologo e ricercatore statunitense, è artefice di una serie di esperimenti sull’”obbedienza all’autorità“.
Lo scopo è valutare la resilienza del singolo rispetto alla figura autoritaria. I volontari, inconsapevoli, sono portati a prendere parte a una falsa azione. Un’autorità scientifica impone loro di infliggere una serie di finte scariche elettriche su una vittima che recita il suo ruolo. L’esito dimostra come la maggior parte sia incline all’obbedienza: secondo Stanley è la socializzazione a comportare la deferenza. In una società che vige su un sistema gerarchico, l’individuo segue il capo. Se, come denota Browning, è impossibile riprodurre il contesto di gruppo del Battaglione 101, è vero che Milgram dimostra come autorità e conformismo si rafforzino reciprocamente.
Browning e Bauman, ruolo sociale e singolo
Zygmunt Bauman, pater della “modernità liquida”, parla dell’essere umano e della sua tendenza a scivolare nei ruoli sociali designati. Browning, tramite Uomini comuni, indaga e suppone le ragioni alla base del “più grande genocidio della storia umana”.
La conclusione dello storico è fortemente pessimista: chiunque può divenire carnefice. Su tale presupposto, vede una società in cui la guerra e il razzismo sono onnipresenti.