Puntuale ogni mercoledì torna Breaking News, questa settimana arricchito da una novità. Oggi iniziamo parlando della pandemia e l’arrivo del vaccino, per ora somministrato in UK e Russia. Dopodiché ci dirigiamo a Hong Kong che ha appena passato una settimana nera, con arresti e condanne che cercano di soffocare la libertà. Da lì un lungo spostamento verso l’Africa, in Egitto, perché lunedì il tribunale era chiamato a esprimersi su Patrick Zaky. Infine la nostra novità: breaking news si arricchisce di notizie a tema culturale! Inauguriamo la nuova sezione con un ricordo di Jim Morrison, il cui compleanno sarebbe stato ieri.
CoVid 19: via libera alle vaccinazioni in UK e Russia
Ormai da mesi la popolazione mondiale aspetta un vaccino, che possa mettere fine (o perlomeno attenuare) il virus che, a causa della sua altissima contagiosità, sta privando milioni di persone della propria libertà.
Lo scorso 10 novembre è stato comunicato da Pfizer e BioNTech (aziende leader nel campo farmaceutico) la scoperta di un nuovo vaccino anti-Covid con una efficacia pari al 90 per cento.
Ragion per cui, il Regno Unito ha deciso di intraprendere le prime vaccinazioni di massa. Una scelta politica, ampiamente criticata dall’Ema (Agenzia europea per i medicinali), poiché baipassa i controlli previsti dall’ente. Per il momento ha, infatti, preordinato 40 milioni di dosi, così da coprire le categorie più a rischio e gli over 50.
Anche la Russia ha da poco iniziato le prime vaccinazioni di massa. Il Paese ha, però, agito in modo diverso rispetto al Regno Unito, utilizzando il siero Sputnik V. I primi ad essere vaccinati sono stati i sanitari a Mosca. La somministrazione al momento è gratuita e avviene in due occasioni diverse. Tuttavia da questa prima vaccinazione rimangono esclusi gli over-60 e coloro che soffrono di malattie pregresse.
Efficacia del vaccino
Al momento è presto per dire se i vaccini sperimentati basteranno per sconfiggere la pandemia e se potranno avere effetti negativi nel lungo periodo. Quello che è certo è che gli Stati stanno iniziando una corsa matta e disperatissima per accaparrarne quante più dosi possibile.
Basti pensare agli Stati Uniti, dove l’ormai ex presidente Donald Trump firmerà nelle prossime ore il decreto America First per assicurare la priorità del vaccino ai cittadini americani. Un ultimo tentativo per farsi ben volere dal suo popolo, dopo essere stato ampiamente criticato sul versante della sanità.
Anche in Italia c’è chi non perde tempo per fare propaganda politica, lodando il modello inglese per la sua prontezza nel fronteggiare la pandemia; contrariamente all’Europa che dovrà aspettare i controlli dell’Ema prima di ricevere le prime dosi del vaccino.
Sara Albertini
Cercare di soffocare la libertà e la democrazia a Hong Kong
È stata una dura settimana nell’ex colonia britannica. Mercoledì scorso il giovane volto delle proteste, Joshua Wong, è stato condannato a una pena di tredici mesi e mezzo di carcere. Pene più lievi, invece, per gli altri due attivisti: 10 mesi per Agnes Chow e 7 per Ivan Lam. I tre erano stati arrestati lo scorso 23 novembre e si sono dichiarati colpevoli, secondo la recente legge sulla sicurezza nazionale, di “assemblea illegale” con riferimento alla protesta del 21 giugno 2019 contro la legge sull’estradizione. Nella sentenza il magistrato si è anche espresso molto duramente contro Wong, accusandolo di sfidare l’autorità della polizia e di essere egoista.
La giovanissima Agnes Chow si è trovata a compiere, il 3 dicembre, i suoi 24 anni in carcere. Una gioventù spesa in nome della democrazia e della libertà fin dal 2012, quando , ancora sedicenne, iniziò a protestare con Wong contro il programma di educazione patriottica promosso da Pechino. Da allora la storia di Hong Kong si intreccia fortemente a quella della sua vita.
Sicuramente perdere i suoi volti più noti è un duro colpo per i movimenti pro-democrazia di Hong Kong, ma, come dice nell’ultimo tweet (giunto tramite gli avvocati, visto che era già recluso) Joshua Wong stesso, “non è la fine della battaglia”.
Dello stesso giorno è la notizia che più 150 parlamentari di 18 paesi si sono appellati a Carrie Lam per chiedere giustizia per la vicenda dei 12 cittadini arrestati mentre cercavano di recarsi a Taiwan. La vicenda risale ad agosto e da allora i 12 sono in stato di fermo nella Cina continentale, dove non hanno potuto nominare e vedere dei legali, né le loro famiglie.
I giorni dopo
Il giorno dopo è stata negata la libertà su cauzione a Jimmy Lai, fondatore di Apple Daily, un media vicino al movimento pro-democrazia. L’uomo è in carcere con l’accusa di frode, ma il dipartimento di giustizia ha fatto sapere che l’accusa serve solo a tenerli in custodia mentre i pubblici ministeri preparano accuse più gravi legate alla violazione della legge sulla sicurezza nazionale.
Sempre il 3 dicembre un ex-parlamentare democratico, Ted Hui, ha fatto sapere che rimarrà in Europa e non tornerà a Hong Kong, annunciando un auto-esilio.
Il 7 la polizia ha effettuato i primi arresti di alcuni giovani che il mese scorso hanno partecipato a una dimostrazione politica durante una cerimonia di laurea presentandosi vestiti di nero, con bandiere e striscioni pro indipendenza.
Andrea Giulia Rossoni
Altri 45 giorni di carcere per Patrick Zaky
Dopo l’udienza di lunedì, ieri è arrivata la decisione del giudice egiziano. Patrick Zaky dovrà stare in carcere altri 45 giorni. Ancora. Ricordiamo che lo studente dell’università di Bologna è in carcere in Egitto, da febbraio, ed è accusato di propaganda sovversiva dal regime egiziano. Non vi è ancora una data decisiva per una nuova udienza e si rischia di non averla in tempi brevi. Zaky è un’attivista dei diritti umani e il “peccato” di cui si è macchiato è stato quello di denunciare il mancato rispetto dei diritti umani in Egitto.
La diplomazia italiana sta cercando, fino ad ora con scarsi risultati, di ottenere la scarcerazione dello studente egiziano. Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International Italia, ha così commentato la decisione del tribunale egiziano all’ANSA <<Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertante, vergognosa di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti>>
Manuel Ferrara
Il diavolo veste Morrison
L’8 dicembre nacque a Melbourne, Florida, una delle figure che meglio ha espresso l’ondata culturalmente rivoluzionaria degli anni sessanta e settanta. Stiamo parlando di Jim Morrison, storica voce e leader dei The Doors.
La vita di Morrison è stata breve, ma sicuramente densa di eventi e di forti emozioni. Attraverso la sua musica, il suo modo di vivere e i suoi testi poetici, ha raccontato l’esplosiva rivoluzione sessuale e sensuale che travolse l’America e non solo. Famoso per i suoi atteggiamenti molto bohemien, sono più numerosi i concerti interrotti di quelli che è riuscito a portare a termine.
Per comprendere cosa erano i The Doors e in particolare Jim Morrison, vale la pena riportare alcune sue parole:
«Ci sono cose che si conoscono e altre che non si conoscono. Esiste il noto e l’ignoto, e in mezzo ci sono Le Porte (The Doors). I Doors sono i sacerdoti del regno dell’ignoto che interagisce con la realtà fisica, perché l’uomo non è soltanto spirito, ma anche sensualità. La sensualità e il male sono immagini molto attraenti, ma dobbiamo pensare a esse come alla pelle di un serpente di cui ci si libererà.»
L’animo profondamente travagliato e una vita sempre portata al limite lo hanno reso un’icona senza tempo e senza spazio. Simbolo di una generazione nuova, trasgressiva e profondamente interessata a scoprire nuove dinamiche relazionali e di piacere. Un piacere, sessuale e non, che Jim e i The Doors hanno sempre ricercato nelle loro opere, esibizioni e forse in ogni istante della propria vita. Jim Morrison, poeta cupo e ricercatore ossessionato, ha investigato ogni strato del piacere, corporeo e dell’anima, esasperando ogni azione, gesto e pensiero.
Uomo dal fascino struggente, nonostante i pochi anni di vita ha avuto il carisma e la misticità per affermarsi come icona intramontabile. Come santo di una generazione che aveva smesso di credere, per iniziare a vivere. Cultore di un amore carnale, viscerale e alle volte follemente estremo. Jim Morrison è stata la perfetta espressione di ciò che i giovani volevano vivere. È stato il quadro dipinto dalle esigenze e dalle istanze di mutamento portate dalla scoperta di se stesso, del proprio corpo e della sua relazione con l’anima.
Dunque misticismo e amore carnale. Follia e genio. Sregolatezza e intimismo. Jim Morrison è stato tutto questo. Non solo un cantante, non solo un poeta, ma bensì un vero e proprio trascinatore di folle. Jim Morrison era e resterà l’immagine di una sempre più annaspante ricerca della libertà, personale e collettiva, libertà che si esprimeva nella totale venerazione della passione.
Dunque tutto ciò, e forse non solo, è stato Jim Morrison. Uno sciamano della sensualità e della morte, come esemplificazione di una vita ipervissuta, che ha lasciato a noi, figli del tempo, dei testi e delle immagini che sono una vera e propria eredità culturale.
Nel buio di una notte, che può essere un giorno o una vita, amore illuminami.
Baby light my fire.
Andrea Belegni