venerdì, 20 Dicembre 2024

Lupin, il ladro amico

Lupin, l’avvincente serie targata Netflix, aveva già conquistato il pubblico nel 2021. In poco meno di un mese si era assicurata un posto nella top 10 delle serie del momento e una nomina ai Golden Globe nel 2022 come miglior serie drammatica. Dal 5 ottobre 2023, su Netflix è disponibile anche la terza stagione, che ha già registrato più di 40 milioni di ascolti. Ma a cosa è dovuto tutto questo successo e perché il personaggio di Assane Diop, protagonista della serie, ci sta così a cuore? 

Il fascino della serie

Assane Diop, interpretato da Omar Sy, è un personaggio carismatico, che prende ispirazione dai libri di Arsène Lupin (opera dello scrittore Maurice Leblanc), per compiere dei furti teatrali. Assane cresce pensando che la sola cosa che possa fare nella sua vita sia rubare. Infatti, anche il padre era stato arrestato tempo prima con l’accusa di aver sottratto un preziosissimo collier di diamanti ai Pellegrini, importante famiglia di Parigi. Tuttavia, nel corso di un furto, Assane si rende conto che il padre è innocente e che il ricco Hubert Pellegrini l’ha incastrato. Il suo principale desiderio diventerà quello di vendetta.

Da qui nasce la denuncia sociale contro i ricchi corrotti, che riescono a farla franca, a discapito delle persone comuni che non possono difendersi; e il sentimento di rivincita contro le ingiustizie. Da qui nasce l’empatia per un bambino che cresce senza genitori e che cerca di farsi strada a fatica nel mondo, senza nessun ausilio. Sempre nella prima serie, cresce anche la simpatia nei confronti del protagonista. Nonostante sulla carta sia un ladro, mostra di mantenere intatti i suoi valori (proteggendo i suoi cari) e di non sforare negli eccessi. Infatti, proprio come Arsène Lupin, anche Diop è un ladro “gentiluomo”, che non utilizza (quasi) mai la violenza e che riesce a sconfiggere i suoi avversari tramite l’intelligenza e l’astuzia, dimostrandosi sempre un passo avanti a loro. Per finire, la sua simpatia e i suoi mille travestimenti, non possono non suscitare apprezzamento da parte del pubblico, che finisce per identificare il protagonista come una sorta di eroe o modello da imitare.

Assane Diop in uno dei suoi travestimenti. Fonte: CiakClub.

La casa de Papel e l’effetto Camerun

Questa dinamica di ribaltamento dei ruoli si ritrova anche nella serie La casa di carta. Anche qui i protagonisti sono dei ladri; ma prima di tutto sono delle persone. Infatti, per quanto possiamo sforzarci di vederli come i cattivi della storia, continueremo a provare una fitta al cuore nel vederli feriti o “messi all’angolo”. Infatti, dal momento in cui conosciamo la loro triste storia, creiamo con i protagonisti, come con Assane Diop, un legame empatico, che ci spinge a tifare per loro. Quindi, anche in questa serie, ritroviamo la storia di un gruppo di sventurati, che si ribellano direttamente contro il sistema, in questo caso lo Stato. Una lotta impari, che genera eccitazione, e ci porta ad essere dalla parte del più debole, quello con cui in qualche modo ci identifichiamo.

“Immaginante una partita di calcio del mondiale: stanno giocando il Brasile contro il Camerun. Chi vince? Anzi, facciamo così: chi vorreste che vincesse?”.

Professore, personaggio della serie.

L’atteggiamento di sfida contro le autorità (in particolare la polizia) e i piani studiati a tavolino dal Professore, ideatore della rapina, ci donano una scarica di adrenalina instantanea e che rimane costante per tutta la durata della serie.

episodio 4 stagione 2 della serie La Casa de Papel
Episodio 4 della seconda stagione de La casa de Papel. https://images.app.goo.gl/Z46LqgT8B8pM5Ea79

 “Vincere, vince il Brasile. Ma io tiferei Camerun”.

Mosca, personaggio della serie.

Conclusione 

Il successo di Lupin, sulle orme di Arsenio, come de La casa di carta è un buon mix di commedia, dramma ed azione. Il pubblico è entusiasta sia all’interno della serie, sia al di fuori. Lupin ci fa sorridere con tutti i suoi travestimenti o piani folli; ma allo stesso tempo ci commuove per l’attenzione che mette nel provare a ricucire i rapporti con il figlio e la ex compagna. Inoltre, proprio quando pensiamo che Lupin sia stato incastrato, la serie ci sorprende con un nuovo colpo di scena che ci prova il contrario, dimostrando che in realtà era stato già tutto precalcolato dal protagonista.

Nonostante questa premessa e l’originalità della serie, occorre ricordare che si tratta di finzione. Dunque, per quanto queste storie possano fare leva sulle nostre emozioni e tenerci incollati al divano, è bene fare una distinzione netta fra realtà e serie tv, assaporando questi momenti di trasgressione; ma solo sullo schermo. Infatti, farsi giustizia privata non è mai la soluzione. 

Le azioni compiute da Lupin rimangono illegali e, per quanto sia apprezzabile il fatto che non utilizzi la violenza per ottenere quello che vuole, non si può certo lodare il suo comportamento. Se, infatti, ognuno di noi si comportasse allo stesso modo e non rispettasse alcuna autorità, vigerebbe il caos in città.

Questo non significa che non sia necessario protestare quando le leggi non funzionano. Tuttavia, andare contro la legge, senza fare nulla per cambiarla, è da considerarsi unicamente un atto criminale ed è bene relegarlo alla televisione e alla fantasia.

Sara Albertini
Sara Albertini
Sara Albertini, marchigiana, classe 1999. Positiva, sognatrice, ostinata; la musica di Einaudi accompagna il flusso dei miei pensieri. Sono laureata in “Culture letterarie europee” presso l’Università di Lettere e Beni Culturali di Bologna e attualmente frequento un master in giornalismo a Bruxelles. Scrivo di costume e società per il blog di Sistema Critico con l’illusione che la scrittura possa migliorare il mondo in cui viviamo.

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