All’inizio del mese di gennaio il Parlamento ha approvato la Legge di Bilancio per il 2022. Si tratta di una legge di particolare importanza poiché, attraverso questa, viene decisa la destinazione delle risorse finanziarie statali per l’anno in corso. Purtroppo, in sede di approvazione, gli scontri politici diventano ancora più forti. Uno dei caduti della battaglia di quest’anno è il bonus psicologo, eliminato dalla proposta di Legge a causa della scarsità di risorse economiche.
Tutela della salute mentale: dovere e diritto
A seguito dello scoppio della pandemia, il dibattito sulla salute mentale ha finalmente visto la luce. Molti personaggi e influencer si sono impegnati per far emergere la necessità di un impegno pubblico per la tutela della salute mentale dei cittadini.
Comprovato è il fatto che la pandemia ha avuto un impatto senza precedenti sulla salute mentale della popolazione mondiale. È così emersa la necessità, e quindi, la richiesta da parte della popolazione di un intervento statale per sostenere economicamente le spese di tale tipologia di supporto.
Bonus psicologo: no
Sebbene l’importanza della tutela della salute mentale sia entrata a far parte del dibattito collettivo quotidiano, ancora però non riceve l’attenzione che si merita. Nei primi mesi del 2022, solo il Lazio aveva stanziato una somma volta ad istituire forme di sostegno economico per coloro che sentissero la necessità di rivolgersi ad uno psicologo.
Sebbene la possibilità di predisporre una tutela della sanità differenziata su base regionale sia riconosciuta dalla nostra Costituzione, si sono venute a creare notevoli disparità di trattamento che non possono essere tollerate.
Bonus psicologo: quasi
Il “bonus psicologo” però è tornato ad essere presente nel dibattito politico in sede di approvazione del Decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, il cosiddetto Milleproroghe. Ciò che si prevede nel decreto è una tipologia di bonus differente da quello che prevedeva inizialmente l’emendamento della Legge di Bilancio.
L’originario disegno di legge prevedeva due diverse tipologie di bonus. Uno riservato a coloro ai quali fosse stato diagnosticato un disturbo psichico: in questo caso non si prevedevano limiti di reddito per poterne usufruire. Un secondo era invece riconosciuto a favore di tutti quei cittadini che, di propria volontà, avessero deciso di affidarsi ad un sostegno psicologico e che presentassero un ISEE al di sotto della soglia prevista (ad oggi di 50mila euro). Il contributo massimo che si potrà ottenere sarà di 600 euro a persona, spendibili in sessioni tenute da specialisti privati regolarmente iscritti all’albo degli psicoterapeuti.
Sebbene non sia stata introdotta la tutela sperata dai cittadini, tuttavia forme di sostegno per accedere alla tutela della salute mentale sono perlomeno riconosciute. Non ci resta dunque che sperare che si tratti solo di un primo passo di un lungo percorso.