Per chiunque abbia visto la serie “Le regole del delitto perfetto”, questo nome non è nuovo.
La protagonista della serie è Annalise Keating (interpretata da una magistrale Viola Davis), un avvocato e docente di diritto penale presso una prestigiosa università di Filadelfia.
Sin dal primo episodio, ogni sua mossa trasuda forza e determinazione.
Eppure, durante le stagioni, vediamo anche l’altra faccia della medaglia, come un Giano Bifronte che, anziché guardare futuro e passato, con un volto mostra il bello e con l’altro nasconde il brutto.
Nel suo caso troviamo un passato tormentato, una vita segnata da perdite importanti. Una donna all’apparenza determinata, forte, scaltra, intelligente e manipolatrice. Dall’altra, tormentata ed estremamente fragile.
Il personaggio di Annalise ci insegna a non chiedere mai scusa per ciò che siamo, ed è anche per questo che rappresenta l’antieroe di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Un’eroina senza tempo
Vendicarsi dell’assassino, o accettare il prezzo del riscatto?
Nell’antica Grecia, erano queste le due domande da porsi quando si assisteva ad un processo. O, almeno, questo è ciò che raffigura lo scudo di Achille descritto da Omero nel canto XVIII dell’Iliade.
I processi, infatti, erano pubblici: la collettività doveva essere testimone dell’accordo tra le parti. Queste ultime, pronunciavano i propri discorsi in autonomia, senza avvocati.
Qual è il collegamento con Annalise, allora? Che in tribunale vince chi racconta la storia migliore.
Frase che, raffigurata nel poema omerico, la Keating ripete come un mantra ai suoi studenti, e che è la base della sua carriera. Questo legame la rende quasi un personaggio senza tempo, quasi un antieroe.
La figura dell’antieroe
L’antieroe, secondo la tradizione letteraria, anche nel caso in cui diventava protagonista, era un vinto, un disadattato, un mediocre, una persona con uno scarso senso etico.
Nel nostro caso, la definizione classica viene meno sin dal primo episodio.
Annalise Keating è una professoressa di Legge presso una prestigiosa università di Filadelfia. Una donna che trasuda seduttività e arroganza. Non ha problemi a manipolare gli altri per ottenere ciò che vuole. Commette azioni crudeli e altruistiche, senza pensarci due volte.
Lei è il tipo di personaggio principale moralmente grigio, che molti spettatori amano guardare. Nonostante faccia cose di dubbia etica, combatte al fianco degli innocenti. Un personaggio spiazzante, con una dialettica straordinaria e con sempre un asso nella manica.
Mentre l’antieroe classico vince la sua mediocrità assimilando virtù ed ideali eroici, Annalise raggiunge il successo nella vita neutralizzando i sensi di colpa, provando quasi indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui. Eppure, conserva tratti di umanità travolgenti, capaci di far provare compassione a chi ne viene a conoscenza. Scardinando e stravolgendo la concezione classica.
Essere forti da sole
L’antieroe moderno di Annalise è solo la punta dell’iceberg. Questo personaggio nasconde, infatti, un significato molto più profondo.
Spietata nelle aule di tribunale, ma anche disposta a tutto per proteggere i suoi cari. Una madre amorevole ed una pantera pronta ad attaccare, al bisogno.
Protagonista indiscussa della serie, ha dimostrato come spezzare il meccanismo che lega la definizione di una donna agli uomini. Le donne possono essere sensuali, incasinate, sexy, tragiche. Quante donne, nella loro vita, si sono trovate in queste situazioni e si sono, successivamente, scusate?
Tante, tantissime.
Ci scusiamo sempre, come se fossimo sempre in difetto, mentre è raro essere grate di quello che siamo.
Annalise Keating, invece, non si scusa mai. Anzi, si mostra per come è, lottando per i suoi ideali. Non bisogna stabilire il proprio valore in base al look, o all’outfit, bensì lasciare che sia la forza di carattere a determinarlo.
Lei piange, ride, crolla, si rialza e chi la guarda deve solo accettarlo. Deve “togliersi dalla sua strada”. Essere sé stessi, senza vergogna e cercando di superare le difficoltà, non lasciando che la rabbia per il passato influenzi il nostro presente. Il grande messaggio dietro questo personaggio emblematico riecheggia in ogni battuta, in ogni scena del telefilm.
Annalise Keating fuori dallo schermo
Nello schemo, Annalise lotta per emergere in un mondo dominato non solo da uomini, ma da uomini bianchi. Lo fa usando la sua bravura, la sua inarrestibilità. Dimostrando non solo la forza intrinseca del personaggio, ma la dura lotta che si nasconde nel prendere le parti dei più deboli, di chi non ha forza per combattere da solo.
Non a caso, si trova a difendere in aula bambini, minoranze, stranieri, persone comuni che nessuno vuole rappresentare.
Non solo un grande personaggio: Viola Davis ha vinto un Emmy Awards nel 2019 proprio per il personaggio di Annalise Keating. Un premio storico, perché conferito per la prima volta ad una donna di colore che ha interpretato una protagonista.
Rispetto al razzismo, la Davis si schiera apertamente e lo fa in più interviste e apparizioni:
“Le donne vengono pagate metà degli uomini, e a noi afroamericane danno probabilmente un decimo di una donna caucasica.”
Viola Davis
Oppure:
“Ho avuto l’Oscar, l’Emmy, e due Tony Award. Ho fatto Broadway, Off Broadway, sono stata in televisione e ho fatto dei film. Ho fatto di tutto. E tuttavia, ancora non sono vicina a loro, né come retribuzione, né come opportunità lavorativa. Sono lontana.”
Un personaggio forte, interpretato da una donna altrettanto forte. Per questo, Annalise rappresenta tutte noi.