venerdì, 20 Dicembre 2024

David Lynch: il futuro sarà luminoso

David Lynch, il famoso regista nonché sceneggiatore, produttore e pittore ha presentato la sua mostra al festival internazionale di Manchester che si svolgerà durante l’estate.

Il regista originario del Montana è ormai famoso per opere come Mulholland Drive, Blue Velvet e la serie TV Twin Peaks, non tutti però sanno che Lynch è una artista a 360 gradi, e la mostra di Manchester ne è sicuramente una dimostrazione.

Per questa occasione è stato intervistato ai microfoni di The Guardian, dove ha avuto modo di parlare dei più disparati argomenti: dell’ultima serie di Twin Peaks, della Brexit, della situazione in America e anche del regista italiano Fellini. Di seguito le parti salienti dell’intervista:

Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua mostra al festival internazionale di Manchester?

La mia partecipazione consiste in dipinti, disegni, litografie ed alcune sculture. Hanno fatto un ottimo lavoro durante lo show, sarà molto marcato.

 

C’è anche una sezione cinema con i film che ti hanno influenzato nel corso degli anni, come 8 ½, il mago di Oz, Sunset Boulevard. Perché sono importanti per te?

Federico Fellini è uno dei più grandi di sempre e 8 ½ è probabilmente il mio preferito tra i suoi lavori, ho fatto una serie intera di litografie basate sull’ultima scena di quel film. Il mago di Oz è un grande film significativo sotto molti, molti aspetti, e Somewhere over the Rainbow è una delle più belle canzoni di sempre. E amo profondamente Sunset Boulevard per come cattura l’età d’oro di Hollywood. È una grande storia Hollywoodiana.

Spesso hai associato le tue idee a dei pesci. C’è qualche pesce abboccato all’amo ora?

Beh, come i pescatori sanno, bisogna avere pazienza, alcuni giorni prendi qualcosa, altri no. Sto pescando adesso, e sto mettendo i pesci da parte, ma non ho ancora iniziato a cuocerli. Adesso direi che le idee sono nel mondo della scultura e della pittura.

Hai tutto quello che ti serve per lavorare a casa, a tal punto da non aver bisogno di uscire?

Ho tutto quello che mi serve. Anche se mi piacerebbe avere un enorme studio audio e molto più spazio per depositare e un piccolo studio. Ma ora, grazie al mondo digitale, è diventato possibile creare un mondo interno dalla tua scrivania.

Ed è una cosa buona, anche se vuol dire uscire sempre di più dal mondo?

Non mi piace uscire comunque. Mi piace stare a casa. Certo che penso che sia importante uscire ogni tanto e vedere nuove cose e sentire la cosiddetta realtà. Ma credo che gli esseri umani possano sentire l’aria e percepire cosa accade nel mondo anche senza uscire. Non sono stato in Inghilterra recentemente, ma posso sentire il tormento che ha causato la Brexit. È una situazione profondamente strana. Nessuno pensava veramente che si volesse uscire dall’Unione Europea. È un disastro terribile, assolutamente pazzesco…e posso sentire che nel mondo ci sono molti, molti problemi.

 

Credi che viviamo in tempi particolarmente bui?

No, credo che abbiamo vissuti in tempi bui e che tempi migliori siano in arrivo. Il fatto è che le brutte notizie vendono, il sensazionalismo vende. Cosi non riusciamo a cogliere tutte le buone notizie che ci sono, perché suonano un po’ noiose. Ma credo che stiano accadendo tante cose buone. Il futuro sarà luminoso.

Anche in America, dove c’è tanta preoccupazione per le divisioni politiche e l’ineguaglianza?

Credo che, in un certo senso, i nodi stiano venendo al pettine per l’America. Non so la percentuale di persone che stanno lavorando per renderla migliore, ma c’è un’enorme percentuale di persone che viene deviata verso la fuga, verso i film o la musica, verso la droga. Le droghe hanno rovinato così tanto.

Credi che il tuo ruolo di artista e produttore sia quello di opporsi a questo, per smuovere le persone?

Assolutamente no, perché poi finirei per creare film con dei messaggi. Vedi, le mie idee sono frammenti, e solo quando un paio di frammenti vengono insieme dico “Oh, questo (film) parla di questo”. Ma non c’è assolutamente nessun messaggio, non guido nessuno in nessuna direzione. Semplicemente mi piace l’idea, voglio realizzarla perché ne sono innamorato.

Quando ti vengono in mente le idee, soprattutto quelle più strane, quelle più oscure, ti chiedi mai da dove arrivino?

Molte volte. Non so da dove vengano. Ecco perché non credo di potermi prendere il merito per nulla di ciò che ho fatto. Sono tutti dei piccoli regali che si uniscono insieme, e le storie vengono fuori o un dipinto viene fuori. Semplicemente mi vengono in mente ed è come la mattina di natale.

Twin Peaks: The Return è stata un’esperienza soddisfacente per te?

Ne ho amato ogni minuto. Ho avuto il cast e il team migliore, e ci siamo divertiti molto insieme. Se avessimo aspettato qualche altro anno, non saremmo riusciti a farlo.

Non sei lusingato quando le persone cercano significati più profondi nei tuoi lavori?

Certo. 100 persone possono dare 100 interpretazioni diverse, specialmente quando le cose diventano astratte. È bellissimo. Ognuno è un detective e qualsiasi cosa ne interpretino è valida ai miei occhi.

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