“La parola sta all’anima come la medicina al corpo”
Così il filosofo Gorgia spiega l’importanza della parola.
Secondo lui infatti, essa ha una grande potenza ed è una “gran dominatrice”: ha il potere di corrompere la mente e di ingannare l’opinione pubblica.
Difatti, come sostiene Gorgia, sono molte le persone che sono state ingannate su alcuni argomenti ascoltando innumerevoli discorsi.
Dietro ogni espressione c’è ben oltre a delle semplici successioni di suoni.
Le parole hanno carattere multiforme: possono addolorare, incutere timore, divertire, altre avvelenano, incantano e fanno piangere… uno strumento di natura neutra che può essere usato per fini non solo buoni,ma spesso e volentieri per quelli cattivi.
La forza delle parole è tale che, per causare una profonda allegria oppure la più totale disperazione, non è necessario usarne troppe. Molte volte basta una frase che mini un’emozione o un breve paragrafo che attacchi il nostro punto più debole.
Si, perché le parole sono come il vento. A volte sono lievi e delicate come la brezza estiva, altre volte invece sono taglienti e tempestose come un uragano.
Ma non fanno subito effetto. Entrano dentro di te e rimangono. A volte fanno danni invisibili. Altre volte invece ti rendono felice e riescono a cambiarti le giornate.
Di fatto, siamo stati capaci di creare alcune delle parole più belle al mondo per parlare di quello che ci aggrada: la bellezza, l’amicizia, la solidarietà o gli incanti che ci circondano.
Cosa sarebbe l’amore senza la parola? Cosa c’è di più bello che dire alla persona amata cosa si prova per lei e farle sapere quanto è importante nella nostra vita?
È una pena che la ricchezza linguistica che abbiamo a disposizione a volte venga usata per insultare, mentire, discriminare o falsare la realtà; nessuna parola di questo pianeta meriterebbe un tale uso..
Le parole sono l’essenza stessa dell’umanità: la possibilità, non concessa ad alcun altro vivente, di costruire una comunicazione puntuale, logica, razionale con i suoi simili; l’opportunità di esercitare una riflessione e sviluppare un pensiero che abbia per oggetto sé stesso.
È un’impresa titanica far comprendere agli esseri umani di quale arma siano in possesso nella loro bocca, che possono usare per il bene o per il male, e che un giorno verrà chiesto loro a che scopo se ne siano serviti, quali danni abbiano fatto con la loro parola o che cosa abbiano invece costruito.
La responsabilità con cui esercitiamo e usiamo il potere della parola è solo nostra. Utilizzarla per creare, costruire, condividere, accarezzare o abbracciare invece di aggredire, insultare o distruggere, in fondo, è una nostra decisione. Sia praticare questo uso, sia censurarlo.
Alice Mauri