martedì, 03 Dicembre 2024

“L’anno della lepre”, Vatanen e l’idea di fuga

“L’anno della lepre” è un romanzo di Arto Paasilinna, pubblicato nel 1975 e tradotto in italiano da Iperborea nel 1994. Paasilinna, noto autore finlandese, è celebre per il suo stile umoristico e la capacità di trattare tematiche profonde con leggerezza.

Vatanen e la lepre

Il romanzo narra la storia di Vatanen, un giornalista di Helsinki che, durante un viaggio nei pressi di Heinola con un collega fotografo, investe accidentalmente una lepre. L’animale ferito si inoltra nel bosco e Vatanen, come trascinato da una forza invisibile, decide di seguirla. Questo incontro segna per lui un’epifania: decide di abbandonare la sua vita precedente e di riconciliarsi con l’ignoto. Vatanen lascia la moglie, il lavoro e le convenzioni sociali per intraprendere una serie di avventure picaresche nella natura selvaggia, accompagnato dalla lepre.

La fuga come idea centrale del romanzo  

Nel romanzo “L’anno della lepre”, l’idea di fuga è centrale e rappresenta una profonda critica alla vita moderna. Vatanen, il protagonista, incarna il desiderio di evadere dalle pressioni e dalle aspettative della società urbana. Come sentisse il fischio del treno: ma non è Belluca di Pirandello, non rientra in una pazzia disperata come allontanamento dall’Io. E non è Fosca di Ugo Igino Tarchetti: non si aliena tramite la mostruosità, dove tutto ciò che è “normale” può addormentarsi. Vatanen sceglie consapevolmente di abbracciare una vita in armonia con la natura: la sua fuga non è un atto di disperazione, ma una ricerca di autenticità e semplicità. Che cos’è, allora, Vatanen? Quando è fermato dalla polizia non sanno spiegarsi le scelte dell’uomo: sembra sospetto ma non lo è, ha con sé una grossa liquidità e un animale selvatico, un viaggiare senza meta.

Un viaggio senza meta

Il viaggio di Vatanen è privo di una meta precisa e di un obiettivo definito, decostruendo così il mito della società moderna basata sul progresso e la realizzazione personale. Vatanen è il viandante senza la verticalità dello scopo, senza un’idea di salvezza. La lepre, simboleggiante la natura nella sua purezza, è lo strumento attraverso cui Vatanen determina una rivoluzione che è esplorazione del sé. Vatanen trova rifugio nella natura e nel nulla, cercando una sorta di purificazione attraverso l’assenza di tutto ciò che lo opprimeva.

Vatanen, una nuova identità nell’era moderna

Ogni incontro rappresenta un tassello di questo percorso di crescita, in cui il protagonista abbandona le vecchie abitudini e le convenzioni sociali per abbracciare una nuova identità, in relazione alla vita naturale. La lepre diventa il compagno e il catalizzatore di questa trasformazione, guidando Vatanen verso una nuova consapevolezza e un rinnovato senso di appartenenza alla natura. Questo romanzo, con la sua combinazione di umorismo e profondità, continua a risuonare con i lettori di oggi, offrendo una critica senza tempo alla società contemporanea e un messaggio di speranza e rinascita.

Francesca Garavalli
Francesca Garavallihttps://www.sistemacritico.it/
Laureata al corso di laurea "culture letterarie europee", a Bologna, dove si studia letteratura con un pizzico di français. Mai interrompermi durante una lettura, il resto della giornata, però, so anche essere gentile.

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