Cos’è umano?
Se ti dicessi che questo articolo è stato scritto da un’Intelligenza Artificiale? Come reagiresti?
Se invece ti dicessi che la difesa di un avvocato è stata scritta da un’IA? Oppure che il giudizio di un giudice che determina la tua libertà è stato preso seguendo il parere di un’IA?
Se ti comunicassi che il tuo prossimo intervento chirurgico sarà seguito ed eseguito su indicazioni di un’IA?
Se la prossima poesia o canzone che leggi fosse scritta da un’IA? Fantascienza? È già possibile.
La domanda da farci come specie è: cosa è umano?
Domanda semplice e complessa allo stesso tempo perché se a volte è evidente, in altri casi è dipendente dal nostro pensiero e dalla nostra sensibilità.
E non avendo noi chiara una definizione universale e inequivocabile di “umano”, come possiamo limitare una macchina?
“Una macchina non ha la sensibilità dell’essere umano!” si potrebbe argomentare… o forse è il contrario?
L’esperienza
Una macchina non ha l’intelligenza tipica dell’umano… oppure anch’essa in un certo senso ragiona?
D’altronde l’empirismo affermava che la mente è una tabula rasa e tutte le conoscenze derivano dall’esperienza. Per tutti coloro che sono convinti che il modo di ragionare di un essere umano e quello di una macchina sono diametralmente opposti, mi duole comunicarvi che l’IA apprende secondo due sistemi: model base e machine learning. Sono due sistemi che hanno un metodo di rielaborazione dell’informazione diverso, ma che comunque si basano sull’esperienza ovvero sui dati e sulle informazioni fornite. E non è così che ragiona l’uomo?
Model base e machine learning sono due sistemi complessi da spiegare e che hanno differenti e non ignorabili riscontri sulla realtà e nel diritto. Il primo si basa su regole e dati che un ingegnere inserisce e che l’IA poi elabora e utilizza e ciò comporta meno problemi ma anche un’efficienza minore.
Nel secondo, l’IA reperisce automaticamente le informazioni e impara su un modello di autoapprendimento; quindi un informatico non fornisce regole ma una serie di input, creando così una macchina che dopo una fase di training avrà estrapolato delle regole. In questo sistema il risultato non è prevedibile perché la macchina autonomamente elaborerà i dati: sistema della cosiddetta black box. Si pone il problema allora di capire a chi imputare la responsabilità se la macchina è autonoma nelle decisioni e in alcuni contesti (come nella motivazione di sentenza) è anche necessario capire il ragionamento che ha portato a una determinata decisione.
Sviluppo dell’IA
L’intelligenza artificiale è diventata sempre più diffusa e importante negli ultimi anni, cambiando significativamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo intorno a noi. L’IA, in breve, è la creazione di macchine in grado di imitare il pensiero umano e l’apprendimento, e questo ha reso possibile una vasta gamma di applicazioni, dal riconoscimento vocale alla guida autonoma delle auto.
Uno dei settori in cui l’IA sta rivoluzionando il mondo è quello della medicina. I medici possono utilizzare l’IA per analizzare grandi quantità di dati in modo rapido ed efficiente, permettendo loro di individuare diagnosi più precise e personalizzate, migliorando le cure e la prevenzione di malattie. Inoltre, l’IA può aiutare i ricercatori a trovare nuovi farmaci e trattamenti, riducendo i tempi di sviluppo e di prova.
Anche nel mondo degli affari, l’IA ha avuto un impatto significativo. Le aziende possono utilizzare l’IA per analizzare dati sui loro clienti, migliorare i processi di produzione e gestione, e sviluppare strategie di marketing più efficaci. Ciò ha permesso alle aziende di ottenere un vantaggio competitivo e di rimanere al passo con le sempre più veloci e complesse dinamiche del mercato.
Tuttavia, l’IA solleva anche alcune preoccupazioni. Una di queste riguarda l’automazione dei lavori, poiché molte mansioni che prima erano svolte da persone ora sono affidate a macchine. Ciò potrebbe portare a un aumento della disoccupazione e alla necessità di una riconversione delle competenze lavorative per le persone coinvolte.
Inoltre, c’è il rischio che l’IA possa essere utilizzata per scopi malintenzionati, come il controllo della privacy, la manipolazione dell’opinione pubblica o la creazione di armi autonome. È quindi importante regolamentare l’uso dell’IA per garantire che venga utilizzata in modo responsabile e sicuro.
In sintesi, l’intelligenza artificiale sta avendo un impatto sempre più significativo sulla nostra vita quotidiana, migliorando l’efficienza e la qualità delle cure mediche, la produttività aziendale e la qualità dei prodotti e dei servizi. Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni riguardanti l’automazione del lavoro, la sicurezza e la privacy. È importante trovare un equilibrio tra l’adozione dell’IA e la tutela delle persone e della società nel suo complesso.
Il supporto della tecnica
Avendo un impatto determinante sul mondo che ci circonda, interessa intrinsecamente il diritto creando non pochi problemi. Tutto ciò fa parte del progresso e pertanto non sempre è necessario spaventarsi troppo: è sufficiente determinare alcuni limiti e definizioni per regolamentare questo nuovo fenomeno e usare l’IA come supporto perché, in quanto tale, può mostrarsi veramente utile per l’umanità. D’altronde l’uomo ha sempre cercato un aiuto dalla tecnica: non sarebbe una novità.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto e sia stato utile per comprendere alcuni punti di snodo in questo nuovo settore.
Sarei curioso di sapere se credete che parte di questo sia stato scritto da un’Intelligenza Artificiale e eventualmente in quale punto.
Sempre che sia stato scritto integralmente da essa o dal sottoscritto.
Dopo tutto se veramente è così netta la differenza tra ciò che è umano e ciò che non lo è non dovrebbe essere troppo difficile da capire se ci sia stato o meno un supporto da parte dell’IA; o forse sì.