venerdì, 20 Dicembre 2024

La casa di carta – Storia di un libro

Vita e libri sono intimamente connessi.

Bluma Lennon, in un giorno di primavera, viene investita da un’automobile mentre tiene in mano un libro.

I libri cambiano il destino delle persone.

È da questo espediente narrativo che si dipana la trama de “La casa di carta”, un piccolo romanzo di Carlos María Domínguez pubblicato da Sellerio nel 2011.

Nelle sue 85 pagine Domínguez inserisce tutti gli ingredienti necessari a dare vita a un libro matrioska. Da un libro restituito al proprietario si risale alla persona che lo ha letto, lo ha riposto nella propria libreria e con cui ha vissuto. Per chi ama la lettura non c’è trama più stuzzicante. Un libro che collega personaggi e luoghi, mete lontane e persone che non si sentono da tempo o neppure si conoscono. Ma soprattutto è un libro che parla di altri libri.

Il viaggio

I libri permettono di viaggiare nel tempo, parafrasando una celebre frase di Jorge Luis Borges. Il lettore, tramite un singolo libro, arriva a conoscere la storia di un’intera biblioteca.

 Biblioteca di Gladstone, nella città di Hawarden (Regno Unito)

Il lettore è un viaggiatore che si muove in un paesaggio già scritto.

E se anche le persone cambiassero il destino dei propri libri? Forse è questa la domanda che muove il resto della trama, da metà racconto in poi. Scegliere dove riporre un romanzo, se accostarlo a quello scrittore oppure ad un altro. Dedicargli uno spazio tutto suo o condividerlo con un’altra storia? È un’opera d’arte che si costruisce, che assume una forma e che viene plasmata dal lettore, ma che inevitabilmente lo cambia.

Segni e memoria

Sui libri il lettore segna il suo passaggio e, allo stesso tempo, le storie lette rimangono affezionate al possessore, come una nota a fondo pagina o una sottolineatura. Chi li possiede ci ritorna quando ne sente il bisogno: sa che il suo libro si trova in quella posizione, proprio dove lo ha riposto.

Nessuno vorrebbe perdere un libro. Preferiamo perdere un anello, un orologio, l’ombrello, anziché il libro che non rileggeremo ma che serba, nella sonorità del titolo, un’antica e forse perduta emozione.

Quando un mattone della nostra personale casa di carta fatta di pagine si rimuove dall’intera struttura viene a mancare la stabilità. Vacillano le fondamenta della storia che ci siamo costruiti, fino a dissolverne l’intera rappresentazione.

La casa di carta trasporta chi legge in un viaggio fantastico e surreale guidato dal mistero di un libro, nelle cui tappe si respira devozione, follia e tutto quello che rende un lettore inesorabilmente legato alla propria lettura.

Sara Noto Millefiori
Sara Noto Millefiorihttps://www.sistemacritico.it/
Metà ingegnere, metà umanista. Una laurea in ingegneria biomedica all’Università di Pavia e una magistrale in corso. Cammino sempre con un libro in mano e scrivo per trovare il mio spazio.

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