sabato, 23 Novembre 2024

Malcom & Marie: come si spiega il colore?

Scrivere di cinema in questo lungo periodo è stato alienante. Era lontano, distante anni luce da qualcosa che potremmo definire reale. Intangibile, non più nostro. Un anno straziante senza la costruzione di una dimensione, reale o fittizia che sia, che annebbiava le atrocità (quelle concrete). Date queste premesse: come parlare di cinema? E soprattutto perché farlo? 

Netflix (come se fosse un luogo, una città, un altrove), 5 febbraio 2021: Sam Levinson è alla regia del primo film ad essere stato completato dopo l’incalzare della pandemia di COVID-19. Zendaya e David Washington sono i protagonisti di Malcom & Marie, pellicola girata in segreto tra il 17 giugno e il 2 luglio 2020 in California, con l’approvazione dei sindacati Writers Guild of America, Directors Guild of America e Screen Actors Guild. Una forma di resistenza che ha spiazzato il pubblico che per mesi ha seppellito la speranza di una rinascita. 

Malcom & Marie: un unisono trascendentale

Un ascensore per l’inferno che ci catapulta direttamente nelle anime dei protagonisti. Una bambina che diventa improvvisamente donna, una tossica autolesionista che incomincia ad amarsi, la voglia di trasformarsi in un unisono trascendentale. Questi gli ingredienti che Sam Levinson ha deciso di mostrare al pubblico, dopo il grande successo della serie tv Euphoria, con protagonista la stessa Zendaya. Un fil rouge che congiunge la serie al film: la tossicodipendenza di un ombra tanto fragile, quanto indistruttibile. L’imponenza di John David Washington (primo attore in Tenet) è in continuo contrasto con la dolcezza e l’inconsistenza di un donna che vorrebbe solo essere protetta dal suo uomo. Un ossimoro che si muove attraverso le sole mura della casa, le uniche entro cui si insinua tanta sofferenza.

Malcom & Marie

Malcom & Marie: il perché

Il regista Malcom torna a casa assieme alla fidanzata, aspirante attrice, dopo l’anteprima del suo film. L’entusiasmo iniziale viene frantumato dalla giovane la quale, infastidita dal mancato ringraziamento del compagno durante il discorso, incomincia ad inveire contro di lui con dure parole. La discussione sembra ondivagare tra paradiso e inferno, tra momenti di placita rassegnazione e feroce odio verso l’altro. Malcom e Marie analizzano il loro rapporto in ogni singola sfaccettatura: i tradimenti, la tossicodipendenza, gli amori passati e i traumi vissuti che hanno lacerato irreversibilmente la coscienza dei due protagonisti. Il regista riesce così a strisciare tra le pieghe (e piaghe) di un rapporto ucciso dal tempo, a mostrare concretamente tutti i demoni interiori dell’uno e dell’altro. 

Malcom & Marie

In 71 minuti

Il dialogo e i monologhi (assieme alla scelta del bianco e nero) sono l’unico strumento che il regista decide di concedere ai personaggi. I due sono a nudo difronte ad un pubblico che cerca costantemente di preannunciare il finale e, soprattutto, chi dei due l’avrà vinta su l’altro. Le parole di Malcom da una parte, quelle di Marie da un’altra: il suono della vittoria e la voglia di prevalere la fa da padrona. Sembra davvero che i due non si ascoltino mai e in quei pochi minuti in cui provano realmente a volersi avvicinare, sono spinti da pietà e senso di colpa. Lo spettatore in tutti i 71 minuti è seduto affianco ai due, cerca di conoscerli, di provare a districare la terribile matassa che li avvolge, ma non riesce mai a toccare il fondo con loro. L’amore di Malcom & Marie sembra essere metafisico e non comprensibile a chi lo guarda dall’esterno. 

Zendaya in una scena di Malcolm & Marie

«Non mi servono i dettagli. Non mi serve conoscere i posti e gli espedienti, i passi che ti hanno portato davanti alla mia porta. Sei qui. Ti amavo senza condizioni. Perché? Perché do un valore al mistero. All’ignoto. È ciò che sostiene la tensione di un rapporto e ci obbliga ad essere la versione migliore di noi stessi. Il fattore “chissà”. Chissà se qualcuno l’ha amato meglio?»

Malcom ha aiutato Marie a uscire dalla tossicodipendenza, lei gli ha regalato la sua visione del mondo e lui l’ha trasformata in un opera d’arte. Entrambi hanno avuto bisogno dell’altro, senza saperlo, senza rendersene realisticamente conto. Sam Levinson chiede al pubblico di cancellare il buio e ridisegnare il colore entro la psiche di Malcom, di Marie. 

Come si spiega cos’è il colore a chi vede bianco e nero?

Asia Vitullo
Asia Vitullohttps://www.sistemacritico.it/
Asia Vitullo, abruzzese, classe 1997. Laureata in Filologia Moderna ad Urbino, proseguo il mio cammino tra i letterati, un po’ come il protagonista di Midnight in Paris, sorseggiando un tè e sognando la Torre Eiffel. Adoro il cinema, il teatro e gli ossimori. La mia più grande fonte di ispirazione è Pier Paolo Pasolini e vivo nella speranza di poter dare ancora una voce alle sue parole.

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