L’ossessione contemporanea
Gli anni ’80: dagli abiti con le spalline a Stranger things, dalle influenze sul make up ai remix degli ABBA. La generazione corrente, cresciuta condizionata da un isterico mondo mediatico, scivola sempre più in un vortice di ossessionata nostalgia verso tempi mai realmente vissuti ma fortemente idealizzati. I colorati ’80 hanno iniziato ad assumere i contorni di un decennio incantato, caleidoscopio vorticante di immagini pop. Il sogno americano, fissato nell’immaginario comune da bottiglie in vetro di coca cola ghiacciata, piste di pattinaggio si traduce nel compulsivo uso di successi musicali di quegli anni in recenti prodotti cinematografici.
Ne è un esempio la colonna sonora di Atomic Blonde (2017), regia di David Leitch, che riesuma brani come Cat people di David Bowie o Blue Monday dei New Order.
La stessa trasposizione cinematografica del 2017 per la regia di Andrès Muschietti, del capolavoro di Stephen King ,IT, è stata ambientata negli anni ’80. Contrariamente il romanzo racconta del primo incontro tra il terribile pagliaccio ed il club dei perdenti in data 1957. La scelta di questo drastico cambio di scenario è stata dettata proprio dalla familiarità del grande pubblico con il decennio ’80, ormai una sorta di comfort zone culturale.
Il decennio vincente dell’80
Viene spontaneo chiedersi perché proprio gli anni ’80? Steven Spielberg accenna a una parziale risposta: erano anni che presupponevano una spensieratezza e una libertà che noi contemporanei non possiamo che invidiare ed anelare. Dopotutto non si può che concordare: lo sviluppo tecnologico era agli albori, l’ambiente musicale stava attraversando un periodo di massima “fertilità”, Hollywood sfornava successi.
I Queen pubblicarono nove album, creando brani come Radio Gaga e I want to break free, destinati a fare la storia. Gli Aerosmith e i Guns raggiunsero la popolarità. Il genere pop si colorava di sfumature elettroniche, la vivacità creativa era un flow inarrestabile accogliendo la nascita di nuovi generi come il new wave e il synthpop.
L’apice musicale si raggiunge con il LIVE AID del 1985, che segna ad oggi una delle più imponenti trasmissione televisione, contando ben due milioni e mezzo di spettatori.
La Gianni Versace Spa raggiungeva in quegli anni uno dei momenti più alti con la produzione di stampo psichedeliche-barocche . Il sapiente utilizzo dell’oroton, maglia metallica panneggiata nello stile sensuale di Versace, sbarca, addosso a Patty Bravo, al Festival di San Remo del 1984. Vengono prodotti film cult come C’era una volta in America, Top Gun, Good Morning Vietman, Shining. Domina il genere fantascientifico il neonato sottogenere cyberpunk: Blade Runner e Robocop sono solo due esempi del crescente interesse delle tecnologie informatiche e virtuali.
Il fenomeno Stranger Things
Emblematico ritorno agli anni ’80, la serie dei fratelli Duffers ha velocemente scalato le vette dell’indice di gradimento proprio per i sistematici e continui richiami. L’ambientazione ricalca perfettamente l’atmosfera di quegli anni, sia nei costumi che nella colonna sonora e nei dettagli curati minuziosamente per non incappare in errori “anacronistici”. I richiami orrorifici si rifanno a pellicole come La cosa o Alien, sparsi lungo gli episodi si intravedono riferimenti a elementi cult come il gioco di ruolo D&D, la Storia Infinita il tutto a ritmo di successi come Material Girl di Madonna e Wake me Up degli Wham!
Non sono soltanto gli elementi di grande vivacità visiva a rendere la serie così apprezzata, ma anche l’spirazione ad uno dei lati oscuri degli anni ’80: il crescente complottismo. Parte della trama è effettivamente stata ispirata dal progetto Mk-ultra, una serie di sperimentazioni illegali basata sulla manipolazione mentale mediamente l’utilizzo di psichedelici. Il progetto portato a galla verso l’inizio degli anni ’80 aprì una discussione sugli indicibili abusi compiuti sulle cavie. A gravare sui protagonisti è la onnipresente minaccia russa, un omaggio al classico cinematografico Alba rossa. L’ambientazione della terza stagione, per larga parte, in un centro commerciale, è un richiamo al crescente consumismo, complice del benessere economico avvertito.
Il prodotto finale funziona perché sa rivolgersi a chi ha effettivamente vissuto quegli anni con la loro leggerezza apparente e una nuova realtà che brama quella stessa vibrazione. Stranger Things nei suoi costanti richiami musicali e cinematografici è un’enciclopedia visiva straordinaria che fomenta senza tregua la corrente ossessione.
L’eredità apparente degli anni ’80
La caduta del muro di Berlni, l’esplosione a Chernobyl, la ruggente nuova classe degli yuppies, giovani americani pronti a scalare la Grande Mula muniti del necessario corredo di abiti griffati e serate allo Studio 54., i paninari. La scintillante immagine appiccicata sul cruscotto della nostra generazione non è così diversa dall’effettiva condizione di benessere che doveva avvertirsi. Si era in un’era post Brigate rosse e anni di dibattito civile di cambiamenti strutturali. Che le passerelle del 2022 siano “contaminate” da un gusto retrò, il nuovo vintage, e che l’esagerazioni del make up anni ’80 siano oggi reinterpretate come libertà creativa, fanno quasi pensare che sia necessario un sogno passato per vivere il presente.
Moda momentanea o meno, la condizione di povera salute mentale che vessa la nostra generazione ci spinge verso un passato dove molte delle cause del nostro stress non erano state nemmeno create. Ma è davvero la risposta giusta ricorrere ad un passato idealizzato, coperto da una scintillante lacca psicodelica? Gli anni ’80 è bene che rimangono un segreto rimpianto.