Una partita speciale
Fiorentina-Benevento non è stata una partita come tutte le altre: lo sapevamo, eravamo magari anche pronti, però le emozioni hanno preso comunque sia il sopravvento.
A una settimana dalla scomparsa di Davide Astori, da quella tragica domenica in cui tutto all’improvviso si è colorato di nero e poi di viola, il calcio si è fermato di nuovo, per ricordare un Uomo e un Professionista che è stato capace di emozionare tutti: calciatori, tifosi e persone lontane dal mondo del pallone.
Un uomo eccezionale
La scomparsa di Astori è stato un terremoto improvviso che inevitabilmente lascia sofferenza e shock dietro di sé.
Per capire che persona era Davide, non basta leggere la commozione negli occhi dei suoi colleghi e compagni: la commozione di De Rossi che non segnava dallo scorso 28 Maggio e che dopo il gol di venerdì, ha alzato gli occhi al cielo per ricordare l’amico ormai scomparso.
Non basta guardare Badelj che dopo una performance da gladiatore, scoppia a piangere a fine partita, conscio del fatto che ora quella fascia da capitano dovrà indossarla anche per Davide, dal quale non ha ereditato un semplice ruolo ma un popolo intero, il popolo viola.
Per capire chi era Davide, non bastano neanche le parole spese in questi giorni da chi lo conosceva bene e non basta poi vedere le lacrime dei suoi ex compagni: Borja Valero e Vecino tra tutti (che ieri non se la sono sentita di scendere in campo dal primo minuto nella sfida contro il Napoli), o di chi ha intrapreso con lui l’avventura della nazionale, come Buffon, Candreva e Insigne.
Non basta vedere il toccante omaggio che la curva viola gli ha fatto al minuto 13’ della partita col Benevento, o il silenzio che è calato in stadi con 50.000 persone al loro interno.
Un grande vuoto
Per capire l’importanza di Astori nel calcio, quello vero, fatto di passione e sentimenti, quel calcio che gioca un bambino di 10 anni nel campetto sotto casa, non basta neanche vedere il tributo dedicatogli dall’Espanyol, altro club che tempo fa ha perso il suo capitano Daniel Jarque, proprio a Firenze, proprio per un problema cardiocircolatorio, come Davide. Come se fosse tutta una grande presa in giro orchestrata dal Destino.
Davide ci manca e ci mancherà sempre di più, perché era un Uomo per bene, un Professionista con dei valori forti e un Calciatore esempio per tutto il mondo del calcio che ormai si è ridotto alla mercé di parrucchieri eccentrici, sponsor e social media manager.